Cesena
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Un unico luogo per le tele oggi ospitate tra il San Biagio e la Carisp

Palazzo Oir pronto a diventare Pinacoteca cittadina

L’accordo è stato siglato oggi dal sindaco di Cesena Paolo Lucchi e dal Presidente della Fondazione Carisp Guido Pedrelli. Primo obiettivo: coinvolgere il Ministero per i Beni e le attività culturali ai fini di ottenere i finanziamenti promessi

Accordo tra Comune di Cesena e Fondazione Carisp per la futura pinacoteca unica cittadina a Palazzo OIR

Procede il progetto di trasformare Palazzo Oir (di proprietà della Fondazione Carisp) nella “Pinacoteca della Città”, un luogo destinato ad accogliere il patrimonio pittorico tanto del Comune di Cesena quanto della Fondazione.

Questa mattina, nella Sala degli specchi di palazzo Albornoz, il sindaco Paolo Lucchi e il presidente della Fondazione Carisp Guido Pedrelli hanno sottoscritto l’accordo che segna l’avvio del percorso (già illustrato al ministro dei beni e delle attività culturali Dario Franceschini lo scorso 30 ottobre).

Con questo atto la Fondazione si impegna a donare al Comune il Palazzo Oir e di concedere a titolo di comodato gratuito i dipinti antichi di sua proprietà, impegnandosi ad operare affinché anche la Cassa di Risparmio metta i suoi dipinti antichi a disposizione della futura Pinacoteca.

Dal canto suo, il Comune si farà carico di ristrutturare Palazzo Oir per metterlo nelle condizioni di ospitare adeguatamente le varie collezioni d’arte (comprese, naturalmente, le opere ora conservate nella Pinacoteca comunale negli inadeguati locali del complesso conventuale San Biagio). Il costo per dell’intervento, sulla base di un progetto già elaborato dalla Fondazione Carisp, è stimato intorno ai 6,6 milioni di euro.

In capo all’Amministrazione comunale sarà poi il compito di curare la manutenzione e la gestione della struttura, valutando anche la possibilità di ricorrere a uno specifico organismo partecipato dal Comune ed, eventualmente, dalla stessa Fondazione (se lo riterrà opportuno) e da altri soggetti.

Il tutto, però, sarà condizionato dall’arrivo dei contributi ministeriali promessi entro il 31 dicembre 2019. Senza quei fondi il progetto (di cui si parla da anni, sin dai tempi della presidenza Trevisani della Fondazione) si dissolverà come una bolla di sapone. Per questo, subito dopo la firma odierna è partita una lettera indirizzata al Ministro Franceschini (avvertito già ieri dal Sindaco, che lo ha incontrato in occasione della presentazione di Destinazione Romagna).

“Con l’accordo odierno – sottolineano il sindaco Paolo Lucchi, l’assessore alla Cultura Christian Castorri e l’assessore ai Lavori pubblici Maura Miserocchi – si apre il cammino verso la concretizzazione di un progetto a lungo accarezzato, e per il quale oggi, finalmente, paiono esserci condizioni propizie. Ringraziamo la Fondazione Carisp per aver creduto fortemente a questa possibilità, esattamente come noi. Per quanto ci riguarda, il Comune è pronto a fare la sua parte, con tutta la determinazione necessaria, per creare finalmente quella grande Pinacoteca cittadina in grado di valorizzare il patrimonio artistico antico e moderno di Cesena”.

“La firma di questa convenzione – commenta con soddisfazione il presidente della Fondazione Carisp Guido Pedrelli – segna l’apertura della fase finale per realizzare questo progetto, che darà a Cesena una sede prestigiosa e funzionale dove ospitare la Pinacoteca della Città auspicata da anni. L’attività della Fondazione si contraddistingue per lo spirito di servizio verso la città, e la promozione dell’arte e della cultura sono fra le sue finalità; per questo, pur nelle difficoltà contingenti, siamo orgogliosi di costruire insieme alla Pubblica Amministrazione questo progetto”.

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Di seguito brevi schede relative a Palazzo Oir, alla Pinacoteca Comunale e alla Galleria dei Dipinti antichi della Fondazione e della Cassa di Risparmio di Cesena.

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Palazzo Oir (o della Congregazione della Carità)

Costruito in stile neoclassico, perfettamente proporzionato nei volumi, alla fine del XVIII secolo su progetto dell’architetto milanese Agostino Azzolini in collaborazione con il tecnico cesenate Sebastiano Sassi, il Palazzo dell’Ospedale e delle Istituzioni Riunite sorge sul sito del quattrocentesco Ospedale del Santissimo Crocifisso (una delle opere architettoniche più pregevoli volute da Malatesta Novello).

L'odierno palazzo è a tutt'oggi fra gli edifici più ragguardevoli della città: la facciata su corso Garibaldi, mantiene intatte le forme neoclassiche di lineare chiarezza, e si fregia di un antico portone d'ingresso in legno intarsiato, opera di Giorgio Razzani (1631).

La parte posteriore, adibita ad ospedale fino al periodo napoleonico e a brefotrofio fino alla fine dell'Ottocento, è stata demolita negli anni Cinquanta per lasciare posto ad un condominio con sottostante galleria.

Il palazzo Oir conserva, oltre ai nomi e agli stemmi dei benefattori delle istituzioni caritative della Città, pregevoli tele, per lo più ritratti di benefattori.

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La Pinacoteca Comunale

La Pinacoteca comunale di Cesena è stata aperta nel 1984 all'interno dell'antico complesso monastico di San Biagio. Ma la sua istituzione risale addirittura al 1883, ad opera di Adriano Lolli Piccolomini, che in alcune sale della Biblioteca Malatestiana riunì l'intero patrimonio civico formatosi a seguito delle soppressioni napoleoniche degli edifici di culto cesenati.

Nella attuale sede, la pinacoteca propone parte considerevole di un patrimonio consistente in oltre trecento esemplari pittorici dal Quattrocento al secolo scorso. È divisa sostanzialmente in due sezioni: l'antica e la moderna-contemporanea.

Si va da una serie di affreschi frammentari di scuola romagnola del XV secolo, provenienti da vari luoghi sacri della città e dallo stesso convento di San Biagio, ad alcune tavole quattro-cinquecentesche (fra le altre, Madonna col Bambino e Santi, dell'argentano Antonio Aleotti, 1510; il cosiddetto Cristo di Casa Lancetti, del cesenate Scipione Sacco, 1545; Ritratto di Filasio Roverella, attribuito a Baldassarre Carrari).

Per il Sei-Settecento si ricordano alcune Madonne di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, opere di Cignani, Todeschini, Batoni, Piazzetta, oltre alle pitture di alcuni tra i maggiori artisti locali come il Serra, il Razzani, il Milani.

La sezione riservata all'Ottocento e al Novecento, espone opere per lo più d'interesse locale ed un'importante raccolta grafica di Gino Barbieri. Nella parte dedicata all'arte contemporanea si propongono alcuni esemplari della Collezione Morellini, comprendente tra l'altro opere di Cagli, Guttuso, Fazzini, Mazzacurati, Mirko, Melli, Turcato, Vangelli, Purificato.

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La Galleria dei dipinti antichi della Fondazione e della Cassa di Risparmio di Cesena

Creata nel 1991 per volontà della Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena, ha incrementato la sua collezione permanente con nuovi capolavori, e offre così una testimonianza significativa dell’arte emiliana e romagnola, ma anche della produzione di artisti non autoctoni che tuttavia hanno segnato l’arte del territorio. 

È costituita da oltre ottanta opere, che dal Rinascimento romagnolo, rappresentato dalle tavole di Marco Palmezzano, giungono al barocchetto bolognese di Nicola Bertuzzi, passando attraverso l'età raffaellesca dei Bagnacavallo, di Girolamo Marchesi da Cotignola e Luca Longhi, il manierismo emiliano di Prospero Fontana, della figlia Lavinia e di Bastianino, il Seicento di Lionello Spada, Lanfranco, Guercino e Cagnacci fino all'età barocca di Canuti, Viani, Creti e Crespi. Altri dipinti documentano le relazioni della pittura emiliana con altre aree geografiche, quali la Toscana e il Veneto.

Fin dalla sua istituzione, è stata pensata come un autentico museo pubblico, di libero accesso a tutte le persone interessate. Dal 1991 è infatti aperto al pubblico un percorso museale al primo piano della sede centrale della Cassa di Risparmio di Cesena.

Fonte: Comunicato stampa
Palazzo Oir pronto a diventare Pinacoteca cittadina
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