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Si è tenuta ieri pomeriggio la Marcia della pace in occasione della 51esima Giornata mondiale

"Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace". E' stato questo il titolo della 51esima Giornata mondiale della pace. A Cesena ieri pomeriggio si è tenuta la consueta Marcia della pace. In Cattedrale la testimonianza di Giorgio Pollastri della Comunità papa Giovanni XXIII e le parole del vescovo Douglas

Foto Pier Giorgio Marini

"Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace". E' stato questo il titolo della 51esima Giornata mondiale della pace. A Cesena ieri pomeriggio si è tenuta la consueta Marcia della pace. In Cattedrale la testimonianza di Giorgio Pollastri della Comunità papa Giovanni XXIII e le parole del vescovo Douglas.

La pioggia battente che ieri attorno a mezzogiorno si è abbattuta sul territorio cesenate e il freddo pungente hanno tenuto lontano molte persone. Hanno sfilato per le vie del centro città circa 500 persone, non tanto numerose come accaduto sempre negli scorsi anni. Tra i partecipanti anche diversi immigrati, molti dei quali ospiti nella ex canonica di Bagnile, la casa in cui sono accolti 12 giovani provenienti da Paesi in grande difficioltà.

"Innanzitutto desidero salutare tutti i musulmani presenti - ha detto in avvio di intervento Giorgio Pollastri della Comunità papa Giovanni XXIII, responsabile della casa di Bagnile -. Vi racconto un poco di me, come mi è stato chiesto e della mia vocazione nata 35 anni fa. A Bagnile abbiamo 12 ragazzi che hanno fatto richiesta di asilo. Di solito ci vogliono 6-7 mesi per arrivare al permesso. A volte occorre anche un anno. Il nostro con loro è un incontro tra due mondi molto diversi. Ma vedo che piano piano ce la stiamo facendo. E' un cammino da costruire insieme. Insegniamo loro l'italiano e noi attraverso loro consociamo l'Africa. In casa si parlano 6-7 lingue diverse, ma riusciamo a capirci lo stesso perchè ci volgiamo bene".

"Ricordo - ha proseguito Pollastri - che nel 1981 sono venuto a Rimini come ultima spiaggia dopo un percorso di alcuni anni di tossicodipendenza. Con don Oreste Benzi ho capito bene la mia strada. Mi ha accolto per quello che ero. Oggi per me vivere insieme ai migranti è una grande ricchezza. Lo hanno capito bene anche 50 ragazzi di una scuola di Milano che sono venuti a trovarci un paio di giorni fa. Dopo un'ora e mezzo in cui sono stati attentissimi ascoltando le storie dei nostri ospiti, alcuni prima di andare via mi hanno detto: oggi abbiamo capito che al mondo siamo tutti profughi e migranti".

"Vi assicuro - ha aggiunto ancora Pollastri - che questi giovani profughi hanno bisogno di una famiglia che li accolga, come insiste ogni giorno papa Francesco. Impariamo a conoscerli. Vengono da viaggi che fanno paura. Li farebbero i nostri figli certi viaggi? Per non alzare muri occorre conoscere queste persone. Venite a trovarci a Bagnile".

Il vescovo Douglas ha richiamato tre aspetti: piangere con, avere uno sguardo contemplativo e non balconare, tutte azioni mutuate da richiami di Bergoglio. "Dio protegge i migranti - ha detto il vescovo - come fece con la sacra famiglia nel suo viaggio verso l'Egitto. E' la presenza misteriosa di un Dio che non li dimentica. E poi siamo chiamati a rimboccarci le maniche, per fare ognuno la propria parte, per la propria responsabilità".  

Giorgio Pollastri ieri in Cattedrale durante la sua testimonianza
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