Diocesi
stampa

Parrocchia oltreoceano

Visita pastorale del vescovo Douglas in Venezuela. Diario di viaggio/11

È giunta questa mattina in redazione anche l'ultima parte del diario di viaggio che riguarda la visita a Caracas, anche presso alcune famiglie italiane. Di seguito diamo spazio al racconto di due giornate molto intense e dalle forti emozioni scritto da Roberto Mazzotti e don Sauro Bagnoli.

Da sinistra, don Sauro Bagnoli, il vescovo Douglas e don Walter Amaducci ieri all'aeroporto di Parigi mentre celebrano la Messa

È giunta questa mattina in redazione anche l'ultima parte del diario di viaggio che riguarda la visita a Caracas, anche presso alcune famiglie italiane. Di seguito diamo spazio al racconto di due giornate molto intense e dalle forti emozioni scritte scritto da Roberto Mazzotti e don Sauro Bagnoli.

Venerdì 12 gennaio ci si alza presto senza grande fatica vista l’umidità e le zanzare che ti girano attorno.

Alle 3,30 si parte con 2 Toyota. Ci accompagna don Giorgio l’unico che parla lo spagnolo e conosce bene Caracas.

La destinazione è la sede della Conferenza episcopale nel centro di Caracas ospiti della Diocesi di Carúpano. Per far capire la situazione il vescovo ci ha comunicato che troveremo la biancheria, ma non troveremo nè sapone e nè carta igienica......

Alle 5,30 siamo a Cumaná. Alle 7 a Puerto la Cruz, alle 7,30 Barcellona dove facciamo rifornimento.

Dopo 20 minuti ci fermiamo al Santuario Cristo de Jose. Il santuario è stato consacrato nel 1994, finanziato da Mariano Adrian La Rosa ed è ora patrono dello Stato di Anzoátegui. A suo tempo era stato pensato come un luogo di culto “vivo” poi non si sono trovati i soldi per le manutenzioni di tutto l’ampio contesto e ora sta cadendo in degrado. Sembra venga celebrata un Messa la domenica.

Dopo 20 minuti ci troviamo in un assembramento di persone e polizia, per un albero sulla strada: un tentativo fallito di fermare un autotreno per derubarlo.

Alle 12 incrociamo i primi quartieri satelliti di Caracas e rimaniamo impressionati nel primo grande “cerro” (massa di alloggi/baracche “ranchos” costruite su dirupi/colline) denominato “petare”. Penso sia inimmaginabile e inqualificabile la vita in questi ranchos costruiti uno sopra l’altro, senza verde, con igiene precario ......

Nei vari quartieri “cerro” o “barrio” dovrebbero viverci almeno 2,5 milioni di persone......

Come prima tappa ci fermiamo nel quartiere El Marches, per consegnare dei viveri alla sorella del giovane neocatecumenale che guida la nostra auto. Un quartiere di standing elevato, ma blindato. Sopra alle alte ringhiere di delimitazione dei palazzi ci sono 5 file di cavi con la corrente elettrica e nonostante questo hanno poi le inferriate agli infissi.

Alle 13 arriviamo alla sede della Conferenza episcopale ove era è appena terminata l’assemblea ordinaria dei vescovi venezuelani iniziata lunedì scorso. Troviamo tutti i vescovi al termine del pranzo.

Ci riceve monsignor José Villarroel, ci accompagna a pranzo e poi ci fa visitare il sito.

Si tratta di un’area regalata da un produttore di caffè che comprende un ampio terreno con una verde altura alle spalle e un’ampia casa padronale costruita ad inizio ‘900. La casa è ben conservata e contiene numerosi arredi dell’epoca; una struttura molto bella che testimonia la ricchezza di un tempo. Nell’ambito dell’area poi la Curia venezuelana ha costruito un ampio palazzo di 5 piani con numerose stanze, 2 cappelle, sale riunioni e sala da pranzo. Un luogo particolarmente verde e tranquillo. Davanti a noi abbiamo due cerros e in mezzo dei mega palazzi. Qui celebrò la Messa Giovanni Paolo II nel 1985 e il quartiere prese il suo nome.

Dopo pranzo conosciamo Alejandro Marius, un ingegnere di 47 anni con sangue friulano (il nonno), sposato, 4 figlie, parla correttamente italiano e viene spesso in Europa: in agosto è stato a Cesena e ha poi svolto un intervento al Meeting di Rimini. Marius ha creato la onlus “Associatión civil Trabajo y Persona” con l’obiettivo di formare professionalmente giovani nelle aree popolari e rurali. Tramite questa Onlus canalizza fondi europei presentando progetti dedicati in funzione delle opportunità deliberate a Bruxelles.

La chiacchierata con Marius mi ha permesso di mettere a fuoco una semplice e triste realtà. Caracas è il luogo dove si vive meglio in Venezuela - nel contesto dato - perché è una megalopoli e da sola può essere determinante per far mantenere il potere. Pertanto la corrente elettrica nei cerros è gratuita, l’acqua pure e vengono garantiti i “Claps” (pacchi con viveri e beni di prima necessità). Tutto ciò avviene saltuariamente nelle città poco popolate e lontane da Caracas. Lo Stato di Sucre certamente è uno Stato che ben poco riceve e in questo caso i poveri sono in situazione più precaria che non a Caracas. Questo spiega le proteste che in questa settimana sono avvenute in Sucre e gli assalti ai camion.

Nel pomeriggio, in attesa delle stanze, ci viene a salutare Carlo Franceschi: la sesta generazione della famiglia. La chiacchierata, alla presenza dei due vescovi, è occasione per capire meglio il percorso di CSR illustratoci il 10 gennaio a El Pilar.

Nel 2011 l’azienda deve gestire una crisi nella relazione con il personale a seguito della persistente campagna del governo contro il “padrone sfruttatore” e decidono di attivare una controinformazione coinvolgendo il personale di El Pilar. Attivano una serie mirata di incontri con il personale spiegandogli che il loro futuro era legato al successo dell’azienda e non ai sussidi di Maduro. Nel contempo hanno creato la fondazione di cui ho già raccontato. Hanno chiuso il rapporto di lavoro con chi non ha voluto condividere il percorso aziendale (non molte persone sembra). Il Governo nel frattempo ha effettuato due tentativi di esproprio dell’azienda, ma ha rinunciato a seguito della difesa attivata dai lavoratori.

Nel colloquio si è condiviso che le attività di formazione e supporto alle famiglie è fondamentale, ma dovrà avere uno sbocco al di là della Holding Franceschi 1830.

Si condivide con monsignor José Villarroel che occorrerà attivare la Chiesa per responsabilizzare le persone, soprattutto le nuove generazioni, al fine di creare forme cooperative. A tal fine sarebbe opportuno formare un paio di preti prevedendo che nel loro percorso in Italia conoscano l’esperienza cooperativa al fine di far proprio lo spirito e le modalità di approccio.

Ore 18 Santa Messa e poi cena.

Con noi cena anche il signor Pedro di La Guaira. Una persona molto impegnata nel cerro, che era ad attenderci al nostro arrivo il 3 gennaio, che era all’inaugurane di Casa Santa Ana, ci ha accompagnato a Güiria quando siamo andati a salutare Asdrubal. Pedro ci racconta che dopo il disastroso smottamento avvenuto nel dicembre 1999, dove sono state distrutti moltissimi ranchos e morte tante persone, il Governo ha provveduto a ricostruire le abitazioni e ha poi rafforzato il controllo da parte della polizia per frenare la delinquenza e i risultati ci sono stati.

 

 

Sabato 13 gennaio partecipiamo alla Messa alle 7. Poi è la volta di un caffè. Alle 8 vengono a prenderci i fratelli Walter e Pino Montaguti (Minghéla) e ci portano a casa loro nel quartiere Belo Monte che dista mezzora, tornando indietro rispetto alla sede della Conferenza episcopale.

Dopo aver percorso un pezzo di autostrada usciamo al quartiere Mercedes e saliamo di almeno 200 mt di altezza attraversando un’area elegante, ben curata, sede di diverse ambasciate fra cui quella russa e quella americana. Ad un certo punto entriamo nel loro comparto presidiato da guardiani e percorriamo una strada interna fino a raggiungere la loro villa. Una costruzione su 1.300 mq, che si sviluppa su due piani più interrato, con vista su Caracas verso Nord-Ovest. Fu acquistata negli anni ‘80 e poi ristrutturata in stile tipicamente italiano: semplicemente stupenda.

Pino (Giuseppe) Montaguti viene a Caracas nel 1980, lui dice, per fare windsurf e si innamora del posto. Con addosso lo spirito tipico romagnolo, riesce a fare fortuna: avvia una fabbrica di calzature, apre 6 negozi di cui 4 in Caracas, sposa un medico proprietaria di una clinica nel sud del Venezuela in una zona industriale, mettono al mondo una figlia che ora è pure medico con laurea conseguita negli Usa. Successivamente Pino viene raggiunto dal fratello Walter, una persona allegra e dinamica, con la madre che nel frattempo si era separata dal marito.

Tutto va avanti a gonfiavele fino all’anno Duemila. Poi la situaIone politica inizia a degenerare fino al punto di vietare l’utilizzo delle monete forti negli scambi commerciali e nel 2002 Pino decide di chiudere tutto. La moglie invece continua a portare avanti la sua clinica privata.

Walter nel frattempo si unisce con una ragazza di origini pugliesi che viveva già a Caracas, nel quartiere El Marches, ha da sempre la passione della moto e decide di organizzare tour in moto sia in Venezuela che in ogni parte del Mondo. A giorni sarà in Patagonia. Abbiamo visto 3/4 bei motoroni a casa sua.

I due fratelli ci raccontano che negli anni ‘80 il Venezuela e Caracas in particolare era un paradiso. La moneta era forte e ridevano del poco valore della Lira. Un UsD valeva meno di 5 Bolivar. Nel tempo il Bolivar è stato diviso x 1.000 due volte. Ora un dollar Usa a cambio governativo varrebbe 10 milioni di Bolivar di allora e 150 milioni a cambio nero.  Da notare che il dollaro a mercato nero valeva 120 il 2 gennaio e oltre 150 ieri sera.

Presso la Villa troviamo le due famiglie al completo, con moglie e figlia di Pino impegnate in cucina a preparare un Lunch. C’e anche una signora venezuelana, la cui madre vive a Carúpano, che segue Pino da quando aveva le attività e ora svolge un ruolo di donna si fiducia.

Più tardi ci raggiungono due vicini di casa: il sig Annibale Deao, di origini libanesi, figlio di un diplomatico e la moglie. Una coppia che sta molto bene, con diverse proprietà. Annibale è pilota di arei ed elicotteri, di cui qualcuno di proprietà.

Annibale mi ha raggiunto mentre scattavo delle foto e abbiamo fatto una lunga chiacchierata. La Metropoli si sviluppa su 15 Km da Est a Ovest e 8 Km da Nord a Sud e con un’altezza dal mare che va dagli 800 ai 1.100 metri delle loro ville . Davanti a noi, dopo la città c’è una catena montuosa che arriva a 2.100 mt di altezza per poi scendere sull’Atlantico.

Le temperature non scendono mai sotto i 15’ e le massime si aggirano sui 28/29 gradi, un micro-clima eccellente.

Politicamente definisce il governo “delinquente”, un burattino ignorante e arrogante manipolato dai cubani e sfruttato dai cinesi.

Hanno eliminato ogni opposizione utilizzando tutti i mezzi utili all’obiettivo. Pertanto esercito, polizia, sistema giudiziario è tutto in filiera.

Con la lunga e decisa campagna contro il padrone capitalista hanno ucciso la classe media tramite l’impossibilità di mantenere in vita le loro attività economiche. A conferma di questo, Pino nel viaggio ci racconta che erano attive altre 300 aziende calzaturiere nell’hinterland di Caracas, oggi ritiene che non ce ne siano più di 30.

Il pueblo è utile al voto. È sottomesso tramite i “claps” e altre sussistenze.

A conferma di quanto diceva ieri Marius, mi conferma che lo Stato di Sucre è fra i più poveri del Venezuela, mentre paesaggisticamente è uno dei più belli.

Al di là del petrolio, il Venezuela produce il migliore cacao del Mondo, tanto caffè e potrebbe puntare sul turismo valorizzando le coste, il paesaggio interno unito a cioccolato e caffè. Ad oggi tutto questo è semplicemente impossibile.

Si può pensare a un cambiamento solo con una presa di coscienza popolare e/o con il default finanziario all’Argentina.

Annibale conferma che la Conferenza episcopale ha più volte preso le distanze da questo governo e, ad oggi, è l’unica voce autorevole fuori dal coro.

Alle 10,30 ci mettiamo a tavola per un ricco lunch. Così abbiamo la dimostrazione che sulle tavole di chi può c’è di tutto comprese ottime mozzarelle prodotte con il latte di bufala riveniente dagli allevamenti di una grandissima pianura all’interno del Venezuela.

Le due ore trascorse presso i signori Montaguti mettono in evidenza il grande divario fra chi sta bene e chi vive nei cerros e la qualità della vita di questi ricchi che viene fortemente condizionata dalla criminalità dilagante. Qui si ha paura a uscire di casa.

Alle 11,30 salutiamo tutti. Walter e Pino ci portano in Aeroporto e ci congediamo ringraziandoli per la calorosa e generosa accoglienza da veri romagnoli di una volta.

Personalmente ho vissuto la permanenza in aeroporto con disagio, con la voglia di andare via il più presto. Invece ci rimaniamo 5 lunghe ore in quanto tutti ci hanno consigliato di arrivare molto presto per superare ogni eventuale inconveniente.

Militari in ogni dove, controlli alle valigie ante check in, agli scanner e poi ancora prima dei controlli dei passaporti. Pochissima gente ai gates, negozi spogli e senza acquirenti, militari che nelle aree di attesa......

In particolare il sottoscritto e don Giorgio volevano vedere La Guaira, ma i nostri accompagnatori non hanno voluto avventurarsi.......In Caracas nel 2017 sono stati registrati ufficialmente 7mila omicidi (20 al giorno).

Durante la lunga attesa in aeroporto veniamo sorvegliati da militari antidroga (sic!) che a campione ricontrollavano i bagagli. Sul fingher altri militari che perquisiscono i passeggeri e poi all’ingresso dell’aereo anche il cane antidroga. Tutte le operazioni di sbarco e imbarco di valigie e materiali sull’aereo sono state monitorate da una quindicina di militari con 2 cani antidroga.

Tutto questo ti fa pensare che il Venezuela ha deciso di combattere in maniera ferrea il traffico di stupefacenti. In realtà di droga ne gira tanta, e viene pure imbarcata tranquillamente ma da un altro terminal, si dice il 4........

Alle 17,20 l’areo si muove con 15 minuti di anticipo. Il volo è tranquillo senza turbolenze e dopo 7.700 km alle 7,40 atterriamo a Parigi. (9 h e 20 min di volo)

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
Visita pastorale del vescovo Douglas in Venezuela. Diario di viaggio/11
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento