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Conte subito alla prova dei fatti

Il vertice G7 di questi giorni in Canada non è che il primo degli appuntamenti internazionali che da qui in avanti vedranno impegnato il nuovo governo e in particolare il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Conte subito alla prova dei fatti

Il vertice G7 di questi giorni in Canada non è che il primo degli appuntamenti internazionali che da qui in avanti vedranno impegnato il nuovo governo e in particolare il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

A stretto giro, il 28 e il 29 giugno, si terrà a Bruxelles il Consiglio europeo. Sul tavolo il bilancio a lungo termine della Ue, con scelte che saranno decisive per l’area dell’euro e non solo, e tutti i temi più rilevanti del momento: migrazioni, sicurezza e difesa, occupazione crescita e competitività, innovazione tecnologica. L’11 e il 12 luglio sarà poi la volta, ancora a Bruxelles, del vertice della Nato.

Se anche i singoli ministri avranno occasione di confrontarsi con gli omologhi degli altri Paesi negli incontri di settore delle prossime settimane, sarà soprattutto il presidente del Consiglio a trovarsi sotto i riflettori. Tanto più che proprio sulle grandi scelte economiche e sulle alleanze internazionali il nuovo governo è chiamato a dare risposte puntuali e inequivoche.

Per Conte si tratta di un debutto assoluto. Anche per il premier spagnolo, appena eletto in Parlamento, sarà la prima volta nel nuovo ruolo, ma Pedro Sanchez viene da anni di rilevante esperienza politica nel suo Paese. Il nostro presidente del Consiglio dovrà prendere familiarità in tempi strettissimi con dossier estremamente complessi. E dovrà affrontare la novità del rapporto con gli altri capi di Stato e di governo, in un contesto in cui le relazioni personali possono risultare più importanti di quanto si pensi.

Da un certo punto di vista, peraltro, proprio la novità del personaggio potrebbe rivelarsi un’opportunità, a patto però che Conte conquisti sul campo – anche agli occhi della comunità internazionale – l’autorevolezza per svolgere in pieno il ruolo che la Costituzione gli attribuisce. L’impresa appare a dir poco ardua, vista la presenza nel governo dei leader dei due partiti di maggioranza che già dalle prime sortite hanno dato l’impressione di muoversi come entità autonome. Ma proprio questa situazione rende il ruolo del presidente del Consiglio ancora più significativo e necessario.

C’è un gran bisogno di un punto di equilibrio e Conte, pur dovendo ovviamente impegnarsi nell’attuazione del programma dell’esecutivo, potrebbe diventare un interlocutore riconoscibile anche da parte di chi non ha votato né M5S né Lega. Sta a lui dimostrare, almeno nella misura di quanto gli sarà realisticamente possibile, di aver un profilo che non si esaurisce nella sommatoria dei partiti che lo hanno portato a Palazzo Chigi. “Qui si parrà la tua nobilitate”, direbbe il Poeta.

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