Editoriale
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Partiti e partitini

Quali e quanti cittadini riusciranno a raccapezzarsi tra queste nuove sigle, nuovi simboli, neo leader, alleanze vecchie e rispolverate? E ancora, su quali progetti, su quali idee di società, di amministrazione, di gestione dello Stato saremo chiamati a indicare una preferenza?

Partiti e partitini

C’è un grandissimo fermento nella politica italiana. È tutto un proliferare di partiti e partitini. Anche a livello locale le situazioni mutano. Ne abbiamo scritto nelle scorse settimane, con la rottura, nel centrodestra, di Gilberto Zoffoli da Libera Cesena. Uno strappo col quale si è dato vita a un nuovo movimento che con ogni probabilità si presenterà alla prossima tornata amministrativa.

In campo nazionale, vista l'imminenza delle politiche che si potrebbero tenere a marzo, i motori dei partiti rischiano di surriscaldarsi.

Domenica scorsa Giorgia Meloni è stata riconfermata presidente di Fratelli d'Italia. Nello stesso schieramento di centrodestra è tornato in sella Silvio Berlusconi che ha chiesto in campo europeo anche una riabilitazione politica sulla scena di casa. L’ex premier ha ancora ascendente e tutto lo schieramento ora all'opposizione del governo Gentiloni viene dato in crescita. Non mancano, però, posizioni diverse, con differenze di linguaggio e di stile che non sono di poco conto. Non sarà facilissimo tenere insieme questo raggruppamento, anche se l'obiettivo di vincere su Pd e 5Stelle può rappresentare un ottimo collante.

Nello schieramento opposto, sempre domenica scorsa, è nata una nuova formazione. “Liberi e uguali” è il nome scelto per il partito guidato dal presidente del Senato Pietro Grasso. Con lui sono confluiti diversi raggruppamenti di sinistra che vogliono distinguersi dalla linea Pd definita dal segretario Renzi. Quest'ultimo gira l'Italia per ritrovare quei consensi che fino a poco più di un anno fa erano davvero tanti. Poi il referendum del 4 dicembre dello scorso anno, nonostante il 40 per cento raccolto dal fronte del “Sì”, ha causato una frattura notevole tra il politico fiorentino e la gente.

Infine, il movimento fondato da Beppe Grillo sembra avere il vento in poppa. Luigi Di Maio, candidato premier, tenta l'impossibile impresa di superare lo sbarramento imposto dalla nuova legge elettorale che al momento non favorisce il suo gruppo.
Comunque, gli elettori, se saranno in grado di orientarsi fra le diverse formazioni e alleanze, nel segreto dell'urna esprimeranno il loro favore. E le sorprese potrebbero essere non poche.

Ma il dubbio è questo: quali e quanti cittadini riusciranno a raccapezzarsi tra queste nuove sigle, nuovi simboli, neo leader, alleanze vecchie e rispolverate? E ancora, su quali progetti, su quali idee di società, di amministrazione, di gestione dello Stato saremo chiamati a indicare una preferenza?

Non è per nulla semplice, ammettiamolo. Invece di facilitare, ci stiamo ancora una volta complicando la vita. Poi ci lamentiamo degli elettori che disertano le chiamate al voto.

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