Villaggio globale
stampa

"Ho bisogno di comunicare con la gente"

Per toccare con mano lo stile comunicativo di papa Francesco occorre considerare soprattutto due elementi divenuti abituali.

"Ho bisogno di comunicare con la gente"

Per toccare con mano lo stile comunicativo di papa Francesco occorre considerare soprattutto due elementi divenuti abituali.
Il primo sono le omelie durante la Messa quotidiana nella cappella della Domus Santa Marta, dove risiede. In questi testi emerge la sua semplicità ed essenzialità, l’uso di immagini concrete e di neologismi come il verbo “balconare” ripetuto anche a Cesena il 1° ottobre scorso.
Il secondo luogo paradigmatico sono le interviste rilasciate in numerose occasioni. Il riferimento non è solo quelle concesse ai giornalisti, soprattutto di ritorno dai viaggi internazionali, ma i non rari scambi improvvisati con i più diversi interlocutori.
È in libreria da pochi giorni “Adesso fate le vostre domande” (ed. Rizzoli), raccolta curata da padre Antonio Spadaro (cfr pag. 19 edizione cartacea) di alcune conversazioni tenute da Francesco in questi anni. C’è quella con i superiori degli ordini religiosi, la chiacchierata con i confratelli gesuiti, le risposte date allo stesso direttore della Civiltà cattolica.
“Ho bisogno di questa comunicazione con la gente”, dice lo stesso Francesco nella prefazione del volume, raccontando come a Buenos Aires ha vinto la diffidenza verso questo genere di comunicazione. E come ha fatto lui, così deve fare la comunità cristiana: “Desidero una Chiesa che sappia inserirsi nelle conversazioni degli uomini, che sappia dialogare”, confida papa Bergoglio.
Per lui il genere dell’intervista ha un grande valore pastorale: dimostra fiducia e considerazione verso l’interlocutore, invita alla prudenza ma anche al rischio. “Cerco di rispondere in modo spontaneo – conclude – in una conversazione che voglio sia comprensibile, e non con formule rigide”. Un dialogo, appunto, non una lezione.
Un altro libro è uscito dai sacri palazzi nelle scorse settimane. Un testo agile di monsignor Dario Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, ossia responsabile di tutti i media vaticani. Si intitola “Connessi e solitari” ed è pubblicato dalle edizioni Dehoniane di Bologna. Come lascia intendere anche il sottotitolo – “Di cosa ci priva la vita online” – il volume affronta direttamente i paradossi dell’era digitale.
“La paura di essere svelati è superata dal narcisismo di essere notati”, spiega monsignor Viganò. Ciò che più viene a mancare è proprio quanto Francesco invita a recuperare: il contatto fisico, la relazione faccia a faccia. Siamo osservati e osservatori, attori e spettatori: tutto per non essere o sentirci ignorati, anonimi, esclusi. Tanto più che è gratis o a bassissimo costo, ovviamente – conclude don Dario – se si esclude “il prezzo da pagare in termini di umanità”.

"Ho bisogno di comunicare con la gente"
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento