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L'omelia si prepara online

Questa volta l’iniziativa non è di qualche prete particolarmente versato nelle discipline tecnologiche, ma viene direttamente dal Vaticano. Da qualche settimana, infatti, la Congregazione per il Clero, in collaborazione con la Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, ha creato un’App interamente dedicata alle omelie.

L'omelia si prepara online

Questa volta l’iniziativa non è di qualche prete particolarmente versato nelle discipline tecnologiche, ma viene direttamente dal Vaticano. Da qualche settimana, infatti, la Congregazione per il Clero, in collaborazione con la Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, ha creato un’App interamente dedicata alle omelie.

Ogni settimana, generalmente il giovedì, sul proprio smartphone si possono visualizzare alcuni suggerimenti per la predica domenicale, offerti a quanti desiderano approfondire e meditare la Parola di Dio della liturgia festiva.

L’App include la lettura vocale del testo, la possibilità di aggiungere note personali, di scaricare e archiviare le omelie sul proprio computer, di scegliere la grandezza del testo, i colori di sfondo e la luminosità. Vi è anche la possibilità di condividere il contenuto delle omelie sui propri profili social.

I sacerdoti che rilanciano in Rete le proprie meditazioni, in effetti, sono sempre più numerosi. Per loro, Internet è come l’ambone, e in tanti casi anche un grande oratorio, un’aula di catechismo, una sala della comunità. Certamente un potente amplificatore di contenuti e di iniziative pastorali, dalla lectio divina alla spaghettata col gruppo giovanile.

Anche i preti più smart, comunque, non sono esenti dai pericoli a cui sono esposti tutti i cittadini del continente digitale, a cominciare dal rischio di cadere vittime di subdole forme di dipendenza e di un certo narcisismo. O di restare intrappolati in distorsioni e strumentalizzazioni mediatiche, come dimostrano i non pochi casi recenti di preti rimbalzati loro malgrado dalla propria pagina facebook agli onori delle cronache nazionali e oltre.

Papa Francesco è intervenuto spesso sulla necessità di preparare bene le omelie. Lo ha fatto anche qualche giorno fa, in una delle Messe mattutine a Santa Marta. “Sia breve l’omelia, sia ben preparata – ha ribadito – E come si prepara? Con la preghiera, con lo studio della parola di Dio, e fare una sintesi chiara. E breve. Non deve andare oltre i 10 minuti, no”.

Per tornare all’App vaticana sull’omelia, Avvenire ha chiesto un parere a don Paolo Padrini, direttore delle comunicazioni sociali nella diocesi di Tortona e pioniere delle tecnologie digitali nella liturgia. Il suo giudizio è positivo, a patto che non si dimentichi che l’efficacia dell’omelia risiede soprattutto “in ciò che ‘scalda’ il nostro cuore di pastori: lo Spirito Santo, l'amore che la Parola fa esplodere in noi, nei confronti della quale noi siamo solo servitori”.

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