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Emergenza sanitaria

A Cesena 13 bambini in classe

La didattica non si ferma per tutti gli studenti con disabilità o che presentano bisogni educativi speciali

A Cesena 13 bambini in classe

Nonostante il passaggio in zona rossa, la didattica in Romagna, e dunque a Cesena, non si ferma per tutti gli studenti con disabilità o che presentano bisogni educativi speciali. Dal nido alle scuole  secondarie di secondo grado non è stata sospesa l’attività in presenza per tutti i bambini e gli studenti con particolari disabilità. Una decisione presa dopo che la regione Emilia-Romagna e Anci regionale hanno chiesto al Governo e  al Ministero dell’Istruzione chiarimenti sulla circolare che parlava di allargamento agli alunni figli di personale sanitario direttamente impegnato nel contenimento della pandemia e anche ai figli del personale impiegato presso altri, non meglio specificati, servizi essenziali.

 

“Nel nostro Comune – commenta l’assessore ai Servizi per la Persona Carmelina Labruzzo – sono 13 i bambini, da 0 a 6 anni, che da questa mattina frequentano i servizi dell’infanzia. È ora quanto mai necessario essere al fianco delle famiglie supportando le mamme e i papà nella gestione e cura dei propri figli. In Emilia-Romagna, nei comuni in zona arancione scuro e in quelli in zona rossa, gli istituti scolastici sono attivi per garantire attività e lezioni in presenza ad alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali e quando sia necessario l’uso di laboratori”. Si tratta delle sole deroghe alla sospensione delle attività in presenza di nidi e materne e alla didattica a distanza al 100 per cento dalle elementari alle superiori, così come previsto dalle ordinanze regionali, in coerenza con quanto previsto dal Dpcm nazionale.

 Proprio a questo proposito, lo scorso 1° marzo, con il passaggio in zona arancione scuro del territorio cesenate, il sindaco Enzo Lattuca e l’assessore allo Sviluppo economico Luca Ferrini avevano indirizzato una lettera alle associazioni di categoria e di impresa e alle organizzazioni sindacali chiedendo loro di accogliere – da subito – eventuali richieste di esigenze pervenute da parte di lavoratori e lavoratrici a cui la collocazione in zona “arancione scuro” abbia imposto la necessità di restare a casa con i propri figli a seguito della sospensione dell’attività scolastica “in presenza”. L’intento della richiesta è proprio di agevolare tutte le soluzioni straordinarie, dallo smart working ai congedi parentali per entrambi i genitori fino all’introduzione di strumenti per il lavoro autonomo, incrementando in questo modo la quota di copertura. Richiesta questa rivolta con forza al Governo affinchè venga introdotta nel nuovo Decreto.

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