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Associazioni culturali

A Roversano, per riscoprire radici, storia e territorio

Nel borgo di Roversano si è svolto sabato 17 marzo il pomeriggio conclusivo del primo Corso di Formazione di “esperti” su storia e paesaggio di Roversano, organizzato dall’Associazione La Torre sul Fiume

Roversano, 17marzo1912. La festa degli alberi con il sindaco Agostino Mami

Nel borgo di Roversano si è svolto sabato 17 marzo il pomeriggio conclusivo del primo Corso di Formazione di “esperti” su storia e paesaggio di Roversano, organizzato dall’Associazione La Torre sul Fiume guidata dal presidente Nicola Garcea.

Un folto numero di amici e visitatori è stato accompagnato in un breve percorso, che partendo dalla Torre ha attraversato il Borgo, lungo il sentiero panoramico, fino all’intersezione con la via Arzano con ritorno per la zona castello, arco e ponte levatoio e ritrovo nel circolo-bar del Borgo.

La passeggiata ha visto protagonisti i partecipanti al corso che si sono alternati nella illustrazione degli elementi storici e paesaggistici che fanno di Roversano un posto di rara bellezza naturalistica, ricchissimo di storie e di suggestioni culturali.

La modalità proposta ha consentito a Mariangela Giorgini e Fabio Gentili di descrivere gli elementi costruttivi e la funzione della Torre nelle varie epoche storiche e ad Antonella Maroni di incuriosirci sulle caratteristiche delle aree boschive e delle coltivazioni della vite e del ciliegio della collina dei Greci, da Santa Lucia al Rio Baccareto.

Tra i rifugi scavati a metà del sentiero per la Torre e in prossimità del Borgo, Cesarina Balducci ci ha emozionato con le memorie degli sfollati e del loro vissuto sotto i bombardamenti del ’44 e col racconto del ragazzetto dilaniato proprio in questo punto dallo scoppio di una mina.

Gianmaria Rossi e Aldo Boschi ci hanno riportato alla memoria il tragico fatto della ricerca casa per casa dei partigiani ad opera dei nazi-fascisti e dell’uccisione di Guido Boschi a pochi metri del piccolo cimitero. E Giorgia Macherozzi ci ha commosso presentandoci la lettera che il nonno le aveva indirizzato per ricordare la storia della sua famiglia, i sacrifici, il lavoro, l’impegno per preservare la zona di Arzano-Roversano, le tribolazioni per spianare un campetto di calcio per i pochi ragazzi residenti e la raccomandazione di proseguire l’impegno per tramandare le bellezze di questi posti a chi verrà dopo di noi. E tra la descrizione del panorama sulla vallata del Savio e i ruderi del grande torrione, il suono della chitarra di Giorgia e la voce di Gianmaria hanno allargato il cuore dei presenti cantando “Non mi avete fatto niente”.

Durante il percorso Nicola Garcea ha sottolineato l’imponente opera di ricostruzione della mura, già rovinate a seguito della grande e ampia frana seguita al nevone del 2012; parte di esse erano crollate con lo smottamento del pendio collinare scivolato, invadendo e rompendo asfalto e muro di sostegno della strada. Ripristino, consolidamento e rispetto dell’originario stile architettonico hanno richiesto un notevole sforzo economico ed esecutivo, che nel caso specifico testimonia l’interesse e l’attenzione avuta dall’amministrazione comunale per questa zona periferica della città.

Altri interventi da parte dei corsisti hanno riguardato la Chiesa di San Pietro, l’interramento del cimitero vecchio, l’ex sede del Comune di Roversano, la vecchia scuola, i racconti e i ricordi del giardino di Anna.

Poi, nelle vicinanze della targa marmorea che riporta il riferimento agli abitanti di Roversano del 1500, Jessica Rossi e Cristian Mangoni si sono cimentati nell’interpretazione teatrale dell’uccisione di Berta compiuta da Baldo e della resurrezione della stessa grazie al coltello miracoloso: una strepitosa, bellissima azione scenica in costume, con traduzione dalla lingua latina del libro IX dell’opera dell Baldus di Teofilo Folengo, nome leggendario per tutti i roversanesi.

Il pomeriggio è proseguito nel circolo bar, con la consegna da parte del presidente della Torre sul Fiume dell’attestato del Corso di Formazione, oltre ai corsisti sopra menzionati, anche agli altri corsisti: Pietro Lasi, Tonina Facciani, Sofia Lasi, Antonella Prati, Paolo Paoletti.

Attestati “ad honorem” sono stati consegnati a Sergio Faedi (simpatico personaggio, guida “ante litteram” nel Borgo); ad Alberto Cicognani (da sempre ha offerto tempo, lavoro e opera di ricerca per l’associazione) e a Romano Casadei (per l’impegno e il coordinamento del  gruppo del presepe).

Il presidente Garcea ha rivolto un grazie particolare ad Antonella Prati, presidente del Quartiere Valle Savio, "per la partecipazione al corso e per la suo sostegno solidale e critico alle iniziative della nostra associazione".

Da citare anche l’intervento poetico di Loris Panzavolta; molto coinvolgente, a volte commovente, la voce  di Tonina Facciani, che ci ha fatto rivivere gli affetti, le fatiche, ma anche  le speranze e le attese di padri, madri e figli di un passato non ancora così lontano.

Nell’occasione è stato anche presentato ufficialmente il progetto culturale Roversano 20.20 , con cui “La Torre sul Fiume”  intende realizzare quattro linee di intervento tra il 2018 e il 2019 per avviare nel 2020 attività strutturate e continuative di accoglienza, visita e laboratori a cielo aperto, con la valorizzazione di Roversano e il protagonismo dei cittadini residenti e non in questo territorio.

Il presidente Nicola Garcea ha poi ringraziato per la loro disponibilità, professionalità e passione gli altri docenti/relatori del corso, Paolo Drudi e Claudio Cavalli e i soci consiglieri Adele Battistini, Edda Bazzocchi, Cesarina Balducci, Ines Camagni, Maria Pia Medri e Francesco Stradaioli la cui collaborazione è stata fondamentale per la bellissima esperienza di formazione di esperti e della entusiasmante prova pratica che ha reso memorabile questo pomeriggio a Roversano.

Qui sotto, la foto scattata sabato scorso, durante il corso.

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