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A colloquio con Carmelina Labruzzo (Servizi sociali): "Sono molto preoccupata per come stanno le famiglie. Ma sono anche fiduciosa"

"In questi mesi è emersa anche tanta solidarietà che ha agito nel silenzio. La nostra città mostra nuove fragilità. Ma il volto è sempre quello di una Cesena bella, che sa reagire, ha tenuto e ha voglia di rialzare la testa. Le difficoltà ci sono, restano e vanno accompagnate - aggiunge l'assessore -. Non nascondo che ho trascorso non poche notti insonni"

Nella foto, l'assessore ai servizi sociali, Carmelina Labruzzo

“Le famiglie in difficoltà c’erano anche prima”. Lo dice l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Cesena, Carmelina Labruzzo, per tutti Chicca. “Durante il lockdown si è svuotato il pianerottolo dei nostri uffici, di solito strapieno di colori e di gente di ogni tipo. Abbiamo avuto un peggioramento di diverse situazioni, in particolare per i bambini a casa e tanti che sono rimasti senza lavoro o con le occupazioni da svolgere in smart working”.

Avete dato vita alla proposta della spesa sospesa

E prima ancora alla spesa consegnata a domicilio, in modo che le persone non uscissero dalle loro abitazioni. Abbiamo erogato la spesa. Poi, su proposta degli scout, con l’aiuto dei quartieri e dei cuochi delle scuole che erano chiuse si è proceduto con la spesa sospesa. La raccolta degli alimenti è terminata sabato scorso. La distribuzione finirà venerdì prossimo 26 giugno. In aprile abbiamo distribuito i buoni-spesa. Ora si teme un colpo di coda dei bisogni, con tanti lavori che non sono ripartiti.

Come mai si interrompe un servizio così richiesto?

Prima di tutto perché i cuochi sono tornati al loro lavoro a scuola. Così come anche gli scout che in gran parte hanno ripreso le loro occupazioni. Poi anche perché prima eravamo tutti chiusi e c’è stata una diversa sensibilità, anche se abbiamo dovuto rilanciare l’intera azione due volte, per sostenerla. Rimangono ad agire sul campo diverse associazioni, tra cui il Banco di solidarietà e la comunità papa Giovanni XXIII, oltre ovviamente alla Caritas diocesana e a quelle parrocchiali.

Ora che fanno i Servizi sociali?

I Servizi ci sono. Anzi, spesso vengono investiti di richieste che non possiamo esaudire, come ad esempio la ricerca di un’occupazione o di una casa. Sarebbe bello poter mettere in circolo e in contatto chi può offrire un’occupazione e chi la cerca. Ma in questo momento anche tante aziende sono in difficoltà.

I bambini a casa da scuola, un periodo davvero lungo.

Con il Centro famiglie e con la rigenerazione di tanti dispositivi elettronici grazie al lavoro di Trashware, siamo riusciti ad andare incontro a tanti bisogni. Non tutte le famiglie sono attrezzate per la didattica a distanza. Così siamo riusciti ad aiutare chi si doveva collegare da remoto per seguire le lezioni. Per i più piccoli non è stato così semplice.

Ora la situazione come si presenta?

Il nostro pianerottolo si è rianimato, anche se oggi si deve prendere l’appuntamento per venire da noi. Le situazioni di difficoltà sono aumentate. Pensiamo ad esempio a chi vive delle disabilità e alle loro famiglie. I centri diurni sono stati riaperti la scorsa settimana, dove trovano accoglienza 60 persone. Quelli socio-occupazionali dovrebbero riaprire la prossima settimana. In questo caso si parla di 130 persone. Grazie a diversi progetti già pronti, si cercherà di dare sollievo a tante famiglie che hanno vissuto settimane e mesi di non poca fatica. Abbiamo svolto numerosi interventi a distanza, ma ovviamente è un’altra cosa. I centri devono riaprire.

Come si presenta l’estate?

I centri estivi sono partiti, pur con le limitazioni imposte dal Coronavirus. Abbiamo 37 bambini con disabilità. Purtroppo tante famiglie in difficoltà continuano ad arrancare, anche perché i Servizi arrivano dove possono.

Davanti a questi oggettivi limiti, quali sono i pensieri dell’assessore?

Sono molto preoccupata per come stanno le famiglie. Sono fiduciosa per la tenuta della rete di solidarietà. Abbiamo diverse questioni da mettere in fila. Su tutte, speriamo arrivino i fondi promessi dal governo, in particolare il fondo salva-comuni. Sì, perché a questi aiuti bisogna dare gambe. Abbiamo svolto un gran lavoro di squadra da parte di tutta la Giunta, in questi mesi. Non nascondo che ho trascorso non poche notti insonni.

Ora che succede?

Stiamo già pensando ai senza fissa dimora. Dopo l’estate arriva l’inverno e ci vuole uno sguardo in grado di saper puntare lontano.

Quindi da settembre…

Un sacco di punti su cui lavorare e impegnarci. A cominciare appunto dall’arrivo del freddo. Pensare a chi non ha una casa. La Caritas, che fa già tanto, da sola non ce la può fare. I bambini in parte andranno a scuola e in parte saranno a casa? Ancora bene non si sa. Le famiglie come potranno organizzarsi? E poi speriamo non ci sia un altro lockdown. Davvero bisogna affidarsi a tutti i santi.

Quante sono le famiglie che seguite?

C’è tutto un sommerso che non emerge. In tutta l’Unione valle del Savio si parla di almeno duemila.

Non sembrerebbe...

Le difficoltà sono tenute nascoste. Molti lavori precari hanno avuto uno stop improvviso e ancora non sono ripartiti. Molte persone si sono ritrovate con redditi a zero euro. Anche la rete familiare è più fragile, con meno relazioni. Il lavoro, comunque, rimane la carenza maggiore. Pensiamo a quelli stagionali, in particolare al mare. Tanti ancora non sanno se saranno chiamati.

Emerge un quadro di un’altra città…

In questi mesi è emersa anche tanta solidarietà che ha agito nel silenzio. La nostra città mostra nuove fragilità. Ma il volto è sempre quello di una Cesena bella, che sa reagire, ha tenuto e ha voglia di rialzare la testa. Le difficoltà ci sono, restano e vanno accompagnate.

Da ultimo, la squadra con cui lavora?

Compresi quanti si occupano di segreteria e amministrazione, siamo tra i 50 e i 60. È una squadra che deve rimotivarsi sempre, ogni giorno. Durante la quarantena è anche arrivata la dirigente nuova, da Milano. Che dire di più: era già in prima linea. La nostra è una bella squadra, di gente appassionata.

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