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Al Rotary Club Cesena, solidarietà e memoria con don Alessandro Manzi e l'associazione Aidoru

Presentati due progetti sostenuti dal Rotary club

Nella foto, don Alessandro Manzi dialoga con i soci del Rotary club

Momenti di intensa partecipazione alla conviviale online del Rotary Club Cesena, guidato da Francesco Zanotti, di venerdì scorso che ha visto come ospiti-relatori l'ingegnere don Alessandro Manzi e Antonia Casadei con Roberta Magnani in rappresentanza dell'associazione Aidoru di Cesena per illustrare due progetti che il Rotary Club Cesena, come molte altre realtà, ha voluto sostenere anche a livello economico.

L'ingegnere don Alessandro Manzi, originario della parrocchia di Sant'Egidio di Cesena, dal 2009 è sacerdote missionario del Preziosissimo Sangue in Tanzania. "La mia parrocchia in Tanzania - ha ricordato Alessandro Manzi - è grande quanto tutta la Romagna. Questo non consente a molti di partecipare alla vita parrocchiale. Per questo il nostro ordine religioso vuole essere più vicino alle persone aumentando il numero delle parrocchie presenti nel vasto territorio di competenza". La parrocchia non è solo un punto di riferimento spirituale ma anche il luogo dove si dà aiuto al sostegno materiale per la vita quotidiana di tutti gli abitanti del luogo. "Abbiamo la necessità - ha proseguito Manzi - di rendere la nostra attuale parrocchia autonoma sotto l'aspetto idrico. Nella zona centrale della Tanzania non piove per sei mesi all'anno. Per questo abbiamo deciso di realizzare una cisterna sotto l'attuale chiesa parrocchiale dove verrà convogliata, dal tetto dell’edificio stesso, l'acqua piovana durante la stagione delle piogge". Mentre nei paesi ricchi il bene più ricercato oggi è la connessione a internet, in molte aree dell'Africa si lotta ancora per la sopravvivenza e l'acqua ne è alla base.

"Nostro compito - ha spiegato don Alessandro - è rendere le parrocchie della Tanzania a misura delle persone che le popolano così da garantire la prosecuzione delle attività delle parrocchie anche per il prossimo futuro. Gli abitanti devono sentirsi coinvolti attivamente nella gestione e crescita delle comunità locali". Il Rotary Club Cesena ha subito deciso di sostenere questo progetto di aiuto internazionale e anche diversi soci hanno espresso la volontà di sostenere anche con risorse e competenze proprie il progetto guidato dall'ingegnere cesenate don Alessandro Manzi. 

Nella serata è stato illustrato anche il progetto “Ina casa. Una casa per uno. Una casa per tutti” sostenuto, tra gli altri, dal Rotary Club Cesena. Il progetto - ha detto Antonia Casadei - nasce dalla volontà di recuperare storicamente e socialmente un'iniziativa del II° Dopoguerra, ovvero la Gestione Ina-Casa, un intervento che lo Stato Italiano mise in atto, su tutto il territorio nazionale, per la realizzazione di edilizia residenziale pubblica. Si assunsero come modello le città giardino inglesi per progettare non case, ma micro città all’interno delle città. Quartieri autosufficienti dove presero forma concreta i concetti di bene comune e di comunità". Spazi e servizi per la collettività circondavano e attraversavano questi quartieri, giardini, zone gioco, scuole, orti, centri sociali, attività commerciali, rendendoli pieni di vita e condivisione". Le Ina-Casa sono tutt'oggi riconoscibili dallo stile architettonico neorealistico e dalle targhe in ceramica policroma, che le caratterizzano, poste sulle mura degli edifici e disegnate da grandi artisti.

"La memoria di questo piano di edilizia - ha detto Roberta Magnani - è oramai flebile. Intento dell’intervento di Aidoru è stato quello di ritornare a camminare quartieri così unici, riconoscerli e intervistare gli abitanti per comprenderne la storia, sociale e personale, con la volontà di recuperare e rinarrare, un'opera di grande valore. È importante tornare a dare voce a queste micro città, tuttora vive e abitate, ma dimenticate dalle comunità per gettare le basi di un futuro fatto di abitatori di spazi attivi e consapevoli del valore di comunità, capaci di adoperarsi per la conservazione del bene comune e altresì con la capacità di rielaborare le memorie storiche per immaginare e progettare scenari futuri migliori”. 

“Grazie a una numerosa rete di collaboratori - ha proseguito la Magnani - e la partecipazione di 180 studenti delle Scuole Primarie e Secondarie di Cesena - Primaria IV Circolo Fiorita; Secondaria I° Tito Maccio Plauto; Istituto Superiore Costruzioni, Ambiente e Territorio Garibaldi/Da Vinci - i quartieri Ina-Casa di Cesena sono stati attraversati con la volontà di recuperare e rigenerare, attraverso lo sguardo attento delle scolaresche, un'opera di grande valore storico e sociale." 

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