Albergatori delusi dalla mancata sospensione della tassa di soggiorno

Gli albergatori cesenati, già messi a dura prova dal blocco seguito alla crisi sanitaria, avevano chiesto all’amministrazione comunale di Cesena di sospendere per l’anno in corso la tassa di soggiorno. In cambio hanno ottenuto solo un rinvio della prima rata, da metà aprile a metà luglio.

A renderlo noto è la presidente degli albergatori di Cesena Simona Matassoni: “Si tratta di una risposta deludente ma, in fondo, ce l'aspettavamo. In questa città, del resto, parlare di turismo è sempre stato complicato. Si ricordano di noi solo durante le elezioni o quando c'è da incassare qualche tributo”. 

La crisi da Covid-19, a Cesena, ha dunque travolto anche la decina di alberghi della città, costretti a chiudere dal 13 marzo scorso: "Per noi questa era l'alta stagione - spiega la Matassoni, che è anche titolare dell'hotel Savio - quindi il danno è stato ancora più grave. La nostra, infatti, è una clientela business prevalentemente riconducibile alle aziende del territorio. C'è poi qualche presenza legata all'università, che adesso è chiusa, e al cosiddetto 'turismo del dolore', quello cioè legato all'ospedale Bufalini. Ma se parliamo di vacanzieri veri e propri, ovvero di turisti che soggiornano da noi per visitare Cesena, il numero si riduce talmente tanto da diventare una percentuale quasi trascurabile. Purtroppo questa crisi si innesca in uno scenario già pieno di problemi perché il dialogo difficile con l'amministrazione non è certo una questione di oggi. Abbiamo sempre detto che questa città ha delle enormi potenzialità turistiche e, ogni tanto, qualche politico, da destra e da sinistra, ci ha anche dato ragione. Il problema però è che, alla prova dei fatti, non si è mai fatto nulla per cambiare realmente le cose". 

A lei fa eco Stefano Samorè, titolare di una struttura a Cesena e membro del direttivo della lista civica Cambiamo: “Non si capisce per quale ragione la vicina San Mauro Pascoli sceglie di sospendere la tassa mentre Cesena si ostini ad imporre questa gabella che, per altro, a fronte dei 400mila euro previsti, probabilmente di questo passo garantirà alle casse comunali sì e no la metà. I danni più tangibili li vedremo a settembre ed ottobre perché pare ormai certo che le aziende del balneare non riusciranno mai ad assorbire quella mole di stagionali che, in gran parte, provenivano anche da Cesena. E allora ci ritroveremo con una comunità più povera che avrà bisogno di sovvenzioni e di nuovi redditi di cittadinanza”. 

*** aggiornamento ***

A stretto giro è arrivata la risposta del capogruppo Pd in Consiglio comunale a Cesena Lorenzo Plumari: "Come maggioranza abbiamo depositato, e approvato nel Consiglio comunale di giovedì 9 aprile, un emendamento alla delibera di Giunta sul differimento dei termini di pagamento spontanei in materia di canone per l’occupazione di suolo pubblico ed esenzioni da imposta di soggiorno. Mi preme tuttavia aggiungere che non è escluso un ulteriore intervento sul tema. In mancanza di un preciso provvedimento da parte del Governo la soluzione individuata è stata quella di differire le scadenze attualmente in vigore dal 15 Aprile al 15 Luglio, per poi valutare in base all’evoluzione del contesto eventuali ulteriori interventi. Si tratta di una misura immediata per dare respiro agli albergatori alle prese con la situazione emergenziale, per poi costruire insieme le basi di un rilancio del turismo nella nostra città".