Cesena
stampa

Emergenza sanitaria

Bambini in tempo di pandemia: come hanno vissuto il lockdown?

A Cesena i laboratori del progetto "Cambiamo marcia" non si sono fermati, proseguendo online. Da questi sono emerse le riflessioni dei bambini delle classi aderenti, con differenze tra campagna e città

Bambini in tempo di pandemia: come hanno vissuto il lockdown?

Minor smog, più tempo con i genitori e più libertà per gli animali. Sono alcune delle riflessioni emerse durante il lockdown dei bambini delle classi aderenti al progetto ‘Cambiano marcia’.

La chiusura forzata delle scuole imposta dall’emergenza sanitaria non ha fermato i percorsi didattici di educazione alla sicurezza stradale e alla mobilità sostenibile ‘La città che vorrei’, che inizialmente si sarebbero dovuti svolgere all’aperto. La cooperativa Controvento, che li cura, si è attivata facendoli ripartire sulla piattaforma digitale, instaurando un dialogo con alunni e insegnanti partendo proprio dalla situazione che i piccoli stanno vivendo.

“Le porte delle finestre e delle abitazioni non sono considerate delle linee di confine ma un nuovo orizzonte, attraverso cui osservare i cambiamenti in atto e immaginare nuove prospettive. Una riflessione collettiva arricchita dal vissuto dei bambini, dalle loro domande, dubbi e inquietudini”, spiegano dal Settore ambiente del Comune di Cesena.

I sentimenti dei bambini durante il confinamento sono stati poi raccolti in due nuvole di parole: in quella a forma di ‘cane e gatto’ sono state rappresentate le percezioni negative e la nostalgia, i cambiamenti che li hanno fatti soffrire, le abitudini quotidiane e le persone di cui hanno sentito la mancanza. Quella a forma di ‘albero’ racchiude invece le sensazioni positive, le novità vantaggiose e costruttive di questa nuova realtà. Ciò che invece è stato difficile trasmettere con semplici parole, ma che è passato attraverso l’ascolto, è il senso di solitudine e di vuoto, che molti di loro hanno saputo comunicare.

Dai laboratori online è emerso che i bambini residenti in città e in appartamento soffrono molto più l’isolamento, in quanto li confina rigidamente all’interno delle quattro mura domestiche: per loro la perdita del movimento, del vedere volti diversi e dello stare all’aperto è più acuta. Nel caso di chi è figlio unico, addirittura, il guadagno di tempo che i più sottolineano positivamente può essere percepito in modo negativo e causa della noia.

Al contrario, i bambini che vivono in campagna, durante il lockdown hanno goduto del tanto tempo libero, che gli ha permesso di esplorare in bici e a piedi, da soli o con i fratelli i campi attorno a casa.

Tutti i bambini e le bambine hanno comunque evidenziato la riduzione dell’inquinamento, la possibilità per gli animali di muoversi più liberamente (e di cui hanno potuto osservare il comportamento) e apprezzato soprattutto la maggiore disponibilità dei genitori, così come l’opportunità di scoprire, fare e apprendere cose diverse.

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
Bambini in tempo di pandemia: come hanno vissuto il lockdown?
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento