Cesena
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Conservatorio Maderna e Istituto musicale Corelli

Casa della musica: c’è il progetto. Ma chi la realizzerà?

Una “Casa della musica”, nello storico palazzo Mazzini-Marinelli, per il Conservatorio Maderna e l’Istituto musicale Corelli. Il progetto, di cui si parla da tempo, è stato illustrato questa mattina in conferenza stampa: 3500 metri quadrati calpestabili (su due piani e mezzo), oltre a 600 metri quadrati di cortile. Mancano però ancora molti passaggi.

Casa della musica: c’è il progetto. Ma chi la realizzerà?

Una “Casa della musica” per la città di Cesena nello storico palazzo Mazzini-Marinelli, tra le vie Sacchi e Chiaramonti, un unico tetto per il Conservatorio Bruno Maderna e l’Istituto musicale Arcangelo Corelli.

Il progetto, di cui si parla da tempo, è stato illustrato questa mattina in conferenza stampa: 3500 metri quadrati calpestabili (su due piani e mezzo), oltre a 600 metri quadrati di cortile, in grado di accogliere al meglio i 350 studenti del Conservatorio, i 250 del Corelli e i corpi docenti delle due istituzioni culturali.

Mancano, però, ancora molti passaggi così come la volontà politica di procedere su questa strada: “Spero che rientri nei programmi dei candidati a sindaco” ha commentato il presidente del Conservatorio Guido Pedrelli.

È stato lo stesso Conservatorio a commissionare il progetto preliminare di oggi, curato dallo studio degli architetti Sabrina Sintucci e Nicola Battistini, affiancati dal tecnico fiorentino Donati Masci per le ricerche acustiche.

“Mancano ancora i progetti definitivi ed esecutivi – ha sottolineato Pedrelli – dunque siamo ad un punto di partenza non di arrivo. Certo è che non possiamo più rimanere a Palazzo Guidi, posto prestigioso ma “da sfollati” tanto è bisognoso di interventi”.

L’assessore alla Cultura Christian Castorri ha annunciato che nel prossimo Consiglio Comunale, il 4 aprile, l’Amministrazione proporrà una variazione di bilancio di 100mila euro per la progettazione definitiva. Solo una volta completata quella si saprà il costo effettivo dei lavori da effettuare sul palazzo, il cui conto graverà interamente sul bilancio comunale: “Noi stimiamo che possa servire un milione e mezzo di euro – ha aggiunto Pedrelli – per fare una ristrutturazione e un allestimento degni, un lavoro fatto bene per molti anni a venire”.

Non sarebbe stato possibile, comunque, comprimere i tempi dato che l’Università di Bologna, che ha occupato per trent’anni il palazzo con il Corso di laurea in Scienze dell’Informazione (oggi trasferito al Campus ex Zuccherificio), finirà di liberare del tutto alla fine dell’anno.

casa musica - collage foto rendering

Il progetto presentato oggi prevede una serie di “palestre musicali” al piano terra, sale per musica d’insieme che, essendo affacciate sull’ampio chiostro, possono costituire una sorta di percorso tra le note anche per i non addetti ai lavori.

Negli spazi occupati un tempo dalla ex biblioteca Ghirotti potrebbe trovare posto la fonoteca e biblioteca del Conservatorio e del Corelli, oltre al Fondo dell’Istituto (ancora da ordinare) che oggi prende polvere in archivio.

Il piano superiore (e agli ammezzati) dovrebbe ospitare, nelle sue aule più piccole, le attività del Corelli, con molti spazi in comune tra le due istituzioni.

Una sinergia di spazi e gestione già in atto e che continuerà in futuro: “Il treno è partito tre anni fa, con la nuova gestione del Corelli – ha commentato l’assessore Castorri – la cui convenzione è in scadenza ma che a breve sarà rinnovata”.

Il palazzo è parte dell’antico complesso conventuale di Santa Caterina, soppresso dall’invasore napoleonico alla fine del ‘700 e destinato nel 20esimo secolo ad asilo e scuole elementari dal Comune (che lo ha ricevuto con lascito testamentario all’inizio del ‘900) fino al 1989, quando contava un’ottantina di studenti.

L’edificio in sé è perfetto per questa funzione – hanno commentato gli architetti progettisti – dato che ha sempre ospitato scuole e università. Anche le stanze del piano terra, alte sei metri, ben si prestano alla musica”.

Una volta preparato lo spartito, però, la bacchetta passerà al direttore d’orchestra uscito dalle urne a fine maggio. Solo lui potrà far risuonare questi spazi o decidere di cambiare musica.

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