Cesena
stampa

RINASCIMENTO

Cesare Borgia e Cesena, un libro indaga l'amore del condottiero per la città malatestiana

Borgia fu protagonista assoluto in Romagna, la terra che amò più di tutte e che si mantenne sempre fedele al suo principe

L'imponente castello della Mota di Medina del Campo (Castiglia), dalla cui torre, calandosi con una corda, Cesare fuggì, dopo due anni di prigionia, il 25 ottobre 1506

Un racconto storico del grande condottiero Cesare Borgia, il duca Valentino, una delle figure più discusse e intriganti del Rinascimento, o forse quella che più di tutte ne incarna con maggior intensità l’essenza più autentica e profonda. Si tratta di “Cesare Borgia, il principe in maschera nera” (Newton Compton), il nuovo libro di Andrea Antonioli (nella foto) del Museo Renzi pubblicato il 20 settembre e incentrato non solo sul personaggio storico ma anche sul suo rapporto con la Romagna e in particolare con Cesena, la città che più di tutte aveva un certo feeling con Cesare Borgia.

“Lo scopo che questo lavoro si prefigge – spiega l’autore – è quello di cogliere, da angolazioni differenti e inaspettate, il modo d’agire determinato, sorprendente, talvolta ambiguo del duca Valentino, mettendo in luce la sua introspezione psicologica che svela una personalità complessa e unica. Dunque è necessario indagare negli eventi e nelle azioni di cui egli fu protagonista, nella vita pubblica come in quella privata, nei rapporti che tuttavia non lasciano trasparire facilmente il suo pensiero e la sua indole”. Borgia fu protagonista assoluto in Romagna, la terra che amò più di tutte e che si mantenne sempre fedele al suo principe, anche quando ormai era fuori dai giochi politici e militari nell’intricato scacchiere italiano. Le sue conquiste cominciarono alla fine del 1499, da Imola, che si arrese senza reagire e, soprattutto, Forlì, dove la “tyranissa” Caterina Sforza, abbandonata dalla città, riuscì a resistere disperatamente, arroccata per circa un mese nella ben munita rocca Ravaldino, prima di cedere il 12 gennaio 1500. Il Valentino la portò a Roma con sé e fra i due ci fu molto probabilmente una love story, mentre Forlì fu l’ultima tra le tante rocche conquistate dal Valentino a rimanergli fedele e a resistere fino all’ultimo anche dopo la sua caduta, fino all’agosto del 1504, sotto il comando del suo fedele capitano Mirafuente.

1 - Antonioli e il libro

Se Faenza gli resistette, diverso fu per Cesena che si inchinò subito diventando la città a lui più devota grazie all’appoggio dei Tiberti, tra cui Achille e Polidoro. “Non a caso – precisa Antonioli – il Borgia volle sceglierla come capitale del suo ducato e quindi munirla di fortificazioni adeguate, servizi, nonché di un palazzo dove trasferire la sua corte per far trasferire dalla Francia la moglie Carlotta d’Albret, cugina di re Luigi XII e la figlia Luisa. Per tale motivo, nell’estate del 1502, Cesare aveva chiamato l’architecto et ingegnero Leonardo da Vinci che progettò un porto all’avanguardia (Cesenatico) e avrebbe dovuto collegarlo a Cesena con un lungo canale navigabile però mai realizzato”. In quanto a Rimini, Pandolfo IV Malatesta fuggì per mare con la sua famiglia, lasciando la città nelle mani di Cesare (10 ottobre 1500); tuttavia, dopo la caduta del Borgia, Pandolfo rientrò in possesso della città. In merito a Ravenna, allora possedimento di Venezia, si può ricordare che essa diede al Valentino un grande condottiero, lo sfortunato Guidarello Guidarelli, caduto in una futile lite durante una festa.

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
Cesare Borgia e Cesena, un libro indaga l'amore del condottiero per la città malatestiana
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento