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Recensione

Cesena criminale, secondo tempo

Il nuovo libro di Paolo Turroni sarà presentato sabato 18 dicembre alle 17 al Palazzo del Ridotto

La copertina

Episodi tragici custoditi nella memoria collettiva oppure finiti nel dimenticatoio. Sono raccolti in Cesena criminale 2 di Paolo Turroni ed edito da Il Ponte Vecchio (seguito del precedente volume andato a ruba), che verrà presentato sabato 18 dicembre alle 17 al Palazzo del Ridotto. Questa volta le vicende narrate sono quelle della modernità: violenze e crimini sullo sfondo del primo conflitto mondiale, del periodo fascista, legate al passaggio del Fronte fino ai fatti recenti della cronaca.

L’autore ripercorre eventi che, nonostante il passare del tempo, continuano a essere avvolti da un fitto mistero e a turbare gli animi. «Se emergono nuovi documenti che costringono a cambiare idea su un fatto, su una persona, su un periodo passato, è dovere dello storico renderli pubblici e avviare un percorso di revisione critica  - premette Paolo Turroni -. Nello stesso tempo però bisogna essere molto attenti: per ottenere visibilità mediatica o per aiutare una parte politica possono essere pubblicati libri che non hanno volontà di fare chiarezza. Il primo dovere di un ricercatore non è solo raccontare un fatto, ma comprenderlo e farlo capire al lettore. Il contesto, da questo punto di vista è fondamentale».

Attingendo alle ricerche del giovane ricercatore Mattia Brighi, si alza il velo sul meno noto eccidio della Rocca Malatestiana, dove nella notte fra l’8 e il 9 maggio del 1945 vennero uccisi 17 prigionieri reclusi in una cella dell’allora carcere mandamentale, di cui gli esecutori non furono mai identificati. Le vittime (nel volume vengono pubblicati i nomi) erano accusate di aver collaborato attivamente con i tedeschi e di aver partecipato a vari rastrellamenti di partigiani della zona. «Dire che la strage avviene in tempo di pace è una falsificazione della realtà - evidenzia -. La guerra era finita, dal punto di vista militare, ma la città era distrutta, la povertà era ai massimi livelli. È un contesto di grande odio. In questo caso comprendere non significa giustificare, ma avere la consapevolezza che anche a Cesena questi aspetti erano estremamente importanti».

Altro dramma che colpì le coscienze avvenne all’inizio del 1900. La notte tra il 17 e 18 febbraio, in una casa di via Fra’ Michelino, il diciottenne Pio Gargano, studente del Liceo classico "Monti", uccise con un colpo di pistola la fidanzata diciassettenne Nerina Zignani, poi si suicidò. Accanto ai loro corpi fu trovata l’opera Trionfo della morte di Gabriele D’Annunzio uscita da pochi anni. Questo fatto scatenò le ire dei benpensanti e mise sotto accusa il liceo cittadino di insegnare il «libero pensiero moderno».

In tempi più recenti, finiscono nelle pagine del libro anche la spietata banda criminale della Uno Bianca, i fatti di cronaca relativi a Cristina Golinucci, Manuela Teverini, Stefania Garattoni e Sabrina Blotti. E pure la parte più brutta del calcio, il tifo violento, con le schermaglie e guerriglie urbane che ha visto protagonisti gli ultras del Cesena Calcio.

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