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MACFRUT 2018

Cesena e Macfrut vittime inconsapevoli della globalizzazione?

Marco Casali (Libera Cesena): "Cesena e Macfrut potrebbero essere vittime della globalizzazione, che può diventare facilmente un mostro che sa essere cinico, cattivo, che ti impoverisce e ti lobotomizza rendendoti inconsapevolmente succube"

Cesena e Macfrut vittime inconsapevoli della globalizzazione?

In vista della ormai imminente apertura del Macfrut alla Fiera di Rimini che resterà aperto fino all'11 maggio prossimo, Marco Casali (Libera Cesena) ha espresso alcune sue riflessioni sulla relazione tra la Fiera e il fenomeno della globalizzazione. "L’interrogativo - scrive Casali - è d’obbligo per chi coltiva il dubbio. La globalizzazione non è uno scherzo, può diventare facilmente un mostro che sa essere cinico, cattivo, che ti impoverisce e ti lobotomizza rendendoti inconsapevolmente succube".

"Un 'mostro' - prosegue - che come sappiamo necessita di infrastrutture, perché la globalizzazione non ha tempo da perdere. Porti, areo-porti, centri logistici, alta velocità, strutture alberghiere. Senza quelle, no globalizzazione. Insomma, per accontentarla devi polarizzare gli interessi e convergerli su quel punto (virtuale o materiale che sia). Un esempio lampante di ciò è Londra, la città forse più globalizzata al mondo ma anche quella che polarizza tutte le risorse e gli interessi della Gran Bretagna che è viva e vegeta, nella città, ma povera in canna nel forese. La reazione a questo squilibrio si è dimostrata nel voto della Brexit che come sappiamo ha stravinto nelle campagne. Quel voto non è la banale vittoria del populismo. Quel voto ci dice che la globalizzazione, se non governata, può diventare estremamente divisiva perché è la prima a polarizzare".

Per Casali, dunque, la decisione di spostare il Macfrut a Rimini "è stata inconsapevolmente figlia di quella dinamica disegnata in modo subdolo dalla globalizzazione". "Rendersene conto - avvisa - è il primo passo per poter affrontare in modo equilibrato il futuro di Macfrut, che non è una semplice Fiera, che non si riduce al semplice prospetto annuale degli indici di crescita delle presenze o alla mera cedola del dividendo che riesce a staccare annualmente a favore dei bilanci comunali. Il Macfrut porta un tema strategico per il futuro, perché capace di combinare gli elementi salutistici ai nuovi stili di vita (si pensi al veganesimo)".

Non manca un riferimento diretto a Renzo Piraccini, presidente della Fiera dell'ortofrutta, e a ciò che ha detto in merito al trasferimento di Macfrut da Cesena a Rimini. "Il presidente Piraccini in merito al trasferimento a Rimini ha detto: lo so, vi ho tolto il Patrono della città. Passi la globalizzazione presidente, ma non la scristianizzazione!", commenta Casali chiedendo se si desidera ancora essere un centro internazionale della ortofrutta o se si intende finire in quell’imbuto globalizzatore che porta alla spersonalizzazione o nella strada dell’indistinto? "Dopo l’ubriacatura sui dati esaltanti del Macfrut, spesso necessari per lustrare una scelta politica sicuramente non condivisa dalla gran parte della città, mi pare necessario ora un piano che ci veda ancora in prima fila sul tema. Qualche accenno da parte del Presidente Piraccini è arrivato. Sarebbe necessario che questo sussulto fosse colto anche dalla politica e dalle istituzioni perché diventare semplice entroterra riminese sarebbe una magra consolazione", conclude.

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