Cesena
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a 100 anni dalla nascita

Compleanno al cinema per Federico Fellini

Presentazione del libro di Paolo Fabbri venerdì 24 gennaio in Malatestiana

Federico Fellini

In occasione del centenario della nascita di Federico Fellini, Cesena Cinema gli rende omaggio con proiezioni, incontri ed esposizioni lungo tutto il 2020. Si parte oggi lunedì 20 gennaio – giorno del compleanno del maestro – con “Lo sceicco bianco” al San Biagio, primo film firmato in solitaria dal grande riminese, nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna nell'ambito del progetto Fellini 100.

Spazio anche all'approfondimento con la presentazione del volume “Sotto il segno di Federico Fellini” con l’autore Paolo Fabbri che venerdì 24 gennaio, alle 17 in Biblioteca Malatestiana, dialogherà con Antonio Maraldi. Il libro raccoglie diversi saggi di Paolo Fabbri, incursioni con i metodi della semiotica, per svelare alcuni segreti dell'immaginario di Federico Fellini, senza toglierne il mistero. Deleuze afferma che quelle di Fellini non sono immagini-memoria. Suona il carillon e tornano i ricordi, ma l'opera non si riduce all'autobiografia. E Deleuze coglie nel segno. Per Fellini tutto è presente, come diceva Freud delle pietre romane: nella stessa pietra c'è quella augustea, la medioevale, la papale e via via fino all'Eur, come nel film “Roma”, appunto. Non c'è profondità temporale, ma il tempo-ritmo di una successione orizzontale, d'una fila di presenti.

Non è un caso che il metodo progettuale del più importante regista italiano, Federico Fellini, lo aveva visto lo stesso Deleuze: “Il suo cinema non è mezzo di riconoscimento ma di conoscenza, scienza delle impressioni visive, che ci obbliga a dimenticare la nostra logica e le abitudini retiniche”. Di questa conoscenza per strappi e lacerazioni abbiamo molte testimonianze in Fellini, dai ricordi d’infanzia agli appunti di regia. Un’analisi di libri, fumetti, sceneggiature, disegni, fotogrammi, musiche del grande regista per comprendere meglio l’approccio creativo, per capirne di più di un’epoca in cui il cinema italiano era una scuola nel mondo.

Paolo Fabbri è uno dei maggiori studiosi di semiologia, ha insegnato a Parigi con Roland Barthes e A.J. Greimas, e nelle università italiane di Firenze, Bologna, Milano, Siena, Roma e presso L’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, le università di Berkeley, Toronto, San Diego, UCLA; Barcellona, Madrid, Bilbao, São Paulo, Buenos Aires, Istanbul, Ciudad de Mexico. Ha diretto dal 1992 al 1996 l’Istituto italiano di Cultura di Parigi ed è stato direttore della Fondazione Federico Fellini di Rimini. Dirige la collana “La tradizione del nuovo”. 

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