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Coronavirus WellDone Cils Social Food, con le consegne a domicilio fondi all’ospedale "Bufalini"

Un servizio che anche a Pasqua non conosce sosta

Menu social food

L'emergenza sanitaria ha portato a rivedere completamente il nostro stile di vita e le nostre abitudini, con le uscite fuori casa drasticamente ridotte all’essenziale, causando significative conseguenze anche per le attività commerciali e per la ristorazione. Gli operatori si sono dovuti inventare modi alternativi per rimanere in attività pur con le saracinesche abbassate.

Tra questi anche il locale WellDone Cils Social Food che aveva aperto solo poco prima di Natale e stava cominciando a essere apprezzato e ad assumere una presenza importante in una rinnovata piazza della Libertà.

Sin dall’entrata in vigore del decreto che ha imposto la chiusura di tutti gli esercizi commerciali non essenziali, circa un mese fa, il ristorante ha risposto attrezzandosi per il servizio a domicilio. “Abbiamo raccolto la sfida - afferma il responsabile Cristofaro Basile - e il riscontro è confortante, soprattutto grazie a chi già ci conosceva. Essendo da poco in attività, è stato fondamentale il passaparola e lo scambio sui social dei nostri clienti, che hanno continuato a rivolgersi a noi.”

Un apprezzamento che viene anche dal suo ruolo sociale, di dare oltre che ricevere, devolvendo giornalmente parte dell’incasso all’ospedale Bufalini, in una campagna di crowdfunding che ha portato a donare in un mese oltre 1500 euro.

Un servizio a domicilio disponibile durante tutta la giornata, dalla colazione al dopo cena, come da normali orari di apertura e senza aumento di prezzo “per non penalizzare la nostra clientela - aggiunge Basile - che può ordinare sia contattandoci direttamente e sia tramite le piattaforme di consegna online come il portale romagnolo Foodstation o le iniziative solidali come Insieme a Cesena”.

Sono una trentina le richieste giornaliere, con punte di 40 il sabato sera, e numeri incoraggianti anche per il menù di Pasqua, con altrettante prenotazioni cui si aggiungono quelle per la colomba artigianale. Puntualizza Basile: "Le ordinazioni non vengono dalle stesse persone, premiando un’offerta diversificata pensata per le differenti esigenze”. Senza contare le ordinazioni delle torte artigianali, in molti casi un regalo che arriva a casa come una sorpresa inaspettata, “un gesto molto bello e toccante - conclude il food manager - che dimostra come la gente voglia stare vicina anche se distanti”.

Un lavoro senza sosta svolto con sacrificio e a personale ridotto, con i diciotto dipendenti in cassa integrazione, e un ulteriore investimento economico pensando al dopo, riorganizzando il locale con distanziatori in plexiglass tra i tavoli, un’intensa opera di sanificazione, mascherine e igienizzanti a disposizione degli avventori.

“Sarebbe auspicabile - evidenzia Lorenzo Zanarini, direttore della cooperativa sociale Cils, partner della struttura - che le istituzioni, anche a livello comunale, stanziassero fondi o concedessero sgravi fiscali per questo tipo di attività, così come fatto per le aziende e per le fasce più deboli. L’epidemia ha colpito duramente la ristorazione e, per rialzarsi, occorre una politica attenta al settore che metta in campo azioni mirate e immediate per favorire la ripartenza”.

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