salute e lavoro
Coronavirus, i sindacati: "L’autocertificazione che alcune imprese stanno richiedendo è illegittima"
Cgil, Cisl e Uil Cesena, in una nota congiunta, mettono in guardia le aziende: "No a iniziative unilaterali". Registrati "casi di allontanamento ingiustificato dal luogo di lavoro".
"A seguito dell’emergenza Coronavirus, diverse aziende del territorio, anche su indicazione delle associazioni di categoria, stanno richiedendo alle lavoratrici e ai lavoratori di compilare delle schede di autocertificazione/questionari riguardo al loro stato di salute, o proponendo altre modalità analoghe di profilazione di massa". Lo rendono noto, in un comunicato congiunto Cgil, Cisl e Uil Cesena.
"Dalle nostre categorie - proseguono i sindacati - ci arrivano anche segnalazioni di persone allontanate dalle imprese e dai cantieri senza alcuna giustificazione. Alla luce di tutto questo, come Cgil, Cisl e Uil, chiediamo alle aziende, fuori dalle procedure definite dalle autorità competenti, di non assumere iniziative in modo unilaterale che possono creare allarmismo e panico, nonché ledere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori".
"Laddove le aziende siano in possesso di autocertificazioni “illegittime” già compilate dalle lavoratrici e dai lavoratori", Cgil, Cisl e Uil ne chiedono "l’immediata “distruzione” alla presenza dei rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o dei delegati sindacali o delle organizzazioni sindacali".
I sindacati informano le rappresentanze sindacali unitarie e quelle dei lavoratori per la sicurezza che:
- non è obbligatorio compilare alcun questionario o autocertificazione proposti dalle aziende o altri enti che non siano quelli preposti (Dipartimento di Igiene pubblica dell’Ausl);
- l’autocertificazione che alcune imprese stanno richiedendo è illegittima oltre che essere una falsa tutela per i lavoratori, in quanto ci sono già le autorità competenti e le procedure previste dall’ordinanza regionale. Si precisa che la sorveglianza sanitaria attivabile dai medici competenti può riguardare solo i rischi professionali;
- i cittadini che hanno avuto contatti con persone contagiate nella zona rossa in paesi soggetti a infezioni da Coronavirus, o che abbiano accusato sintomi legati all'infezione, hanno già l’obbligo di dichiararsi alle autorità competenti chiamando il numero verde regionale 800 033033;
- solo le autorità competenti possono attivare il protocollo sanitario previsto (quarantena, tampone, ricovero in strutture specializzate…);
- le aziende (in accordo tra medico competente, responsabile del servizio di prevenzione e protezione e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) devono evidenziare con cartellonistica specifica le azioni igienico sanitarie previste dal protocollo fornendo prodotti specifici ed adeguati dispositivi di prevenzione ove necessari;
- il solo medico competente può indicare prescrizioni volte a tutelare eventuali soggetti a rischio per i quali, a fronte di determinate patologie, l'eventuale contagio potrebbe avere conseguenze di gravità;
"Cgil, Cisl e Uil - conclude la nota a firma Silla Bucci, Francesco Marinelli e Marcello Borghetti - sono disponibili a incontri con le associazioni di categoria per concordare eventuali misure da adottare, sempre con l'obiettivo di tutelare le lavoratrici e i lavoratori".
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