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emergenza sanitaria e lavoro

Coronavirus. "C'è dell'oro in questo tempo", come dice Mariangela Gualtieri

La testimonianza di un dirigente della pubblica amministrazione: "E' scattata in modo naturale una solidarietà che probabilmente si è rafforzata rispetto alla nostra routine quotidiana"

Foto Siciliani-Gennari/SIR

"E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano...." la poesia di Mariangela Gualtieri "9 marzo 2020" pubblicata anche dal Corriere Cesenate contiene un messaggio potente che accompagna queste giornate, vissute in un modo completamente diverso dalle nostre radicate abitudini.

Mercoledì 11 marzo: sono al lavoro, siamo un gruppo di 30 persone e ci stiamo già organizzando in turni per evitare di essere più di una persona in ufficio (erano le prime indicazioni per evitare il contagio da Coronavirus). Arriva improvvisamente alla sera l'annuncio del Presidente del Consiglio con il quale si decide che le pubbliche amministrazioni assicurano lo svolgimento delle prestazioni lavorative in "forma agile" (ossia collegati dalla propria abitazione, senza presenza in ufficio).

Come fare? Siamo solo in due ad aver ricevuto l'abilitazione sui nostri personal computer/notebook, io e Francesca, mia stretta collaboratrice. Partiamo lo stesso. Il giorno dopo sono tutti a casa in ferie. Costituiamo un gruppo whatsapp per abilitare velocemente tutti.

Dal lunedì successivo siamo in 5, e poi, giorno dopo giorno, crescono le persone che riescono a collegarsi alla rete e a svolgere il proprio lavoro. Un risultato non scontato perché non si è pronti dal punto di vista tecnologico. Ogni dipendente ha messo a disposizione la propria strumentazione informatica per partire, anche i colleghi più anziani, che si sono dovuti rivolgere ad amici, figli e nipoti per effettuare operazioni informatiche non banali per chi non è cresciuto all'interno del mondo digitale. Ci siamo ritrovati catapultati così, collegati in videochiamata, con i nostri volti stropicciati dalle postazioni di casa nostra, a cambiare le nostre modalità operative da un giorno all'altro. E passando di giornata in giornata arrivano altre sorprese, ci si aiuta per capire il perché non funziona quell'applicativo o non si riesce ad effettuare quell'operazione.

Scatta in modo naturale una solidarietà che probabilmente si è rafforzata rispetto alla nostra routine quotidiana dove, chiusi nei nostri uffici, eravamo così vicini da non vedere e conoscere i problemi dell'altro. E il lavoro va avanti, riusciamo a fare istruttorie, mandare avanti gli atti dell'amministrazione, supportare con il nostro ruolo amministrativo chi è in prima linea per verificare i luoghi di lavoro, distribuire i dispositivi di protezione e il materiale necessario per far ripartire il nostro territorio. Vedi la passione per il lavoro, la voglia di mettersi in gioco perché è questo il momento di agire insieme. E ti arriva un messaggio sul telefono che riempie il cuore "per la prima volta mi sento parte di una squadra".

Ha ragione Mariangela Gualtieri: "E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano. Forse ci sono doni. Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo."

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Coronavirus. "C'è dell'oro in questo tempo", come dice Mariangela Gualtieri
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