verso la fase 2
Coronavirus. I Popolari per Cesena chiedono un'estate speciale
Il ritorno alla vita dei bambini: cominciare a pensarci si può, anzi si deve. Serve un “patto educativo territoriale” in cui scuola, famiglie, enti locali, società civile, associazioni del tempo libero e di vita, della cultura, costruiscano un continuum coordinato di esperienze e pratiche da offrire ai bambini
“Le politiche di conciliazione "extra" messe in campo dal Governo si basano su congedi parentali e servizi di baby sitting. A causa del distanziamento fisico, che impedisce e impedirà di ricorrere a reti parentali, tali misure andranno certamente potenziate da qui all’estate, ma non possono essere considerate una soluzione di lungo periodo. L’intera comunità – da maggio a settembre - deve mettere al centro i bambini e ragazzi: custodirli ed educarli significa anzitutto partire dal riconoscimento del ruolo e del valore delle istituzioni educative a tutti i livelli, dalla primissima infanzia alle scuole superiori”: afferma il gruppo dei Popolari per Cesena in una nota inviata alla stampa.
“Organizzare attività ludiche ed educative negli spazi esterni e nei parchi, far funzionare i centri estivi comunali nei cortili delle scuole (che rimarranno aperte per gli adempimenti amministrativi fino al 30 luglio), fattorie didattiche nonché la rete degli oratori. Così, terminate le lezioni online e finito l’isolamento forzato in casa, bambini e ragazzi potranno studiare e giocare “in sicurezza” durante tutta la “fase 2”, in gruppi fissi di 4–5 per ogni operatore e con il necessario distanziamento sociale nonché tutti i dispositivi di protezione individuale, ingressi scaglionati, pasti monodose per le mense”: scrivono i Popolari per Cesena.
“Creare tanti piccoli nuclei attivi e mobili che portino i bambini a visitare parti della città, parchi; proporre concreti laboratori di arte, musica, teatro che permettano anche il coinvolgimento di tanti operatori ed educatori attualmente senza lavoro stipulando collaborazioni a costi ragionevoli”. “Le prime priorità sociali devono essere rivolte ai bambini con disabilità, quelli che hanno di più pagato l’isolamento di questi mesi di distanza. E i ragazzi che meno hanno usato il computer e la didattica a distanza, quelli con famiglie in difficoltà economica”: prosegue il gruppo.
“Essenziale è la stesura di Protocolli rigidi di sicurezza che prevedano:
- sanificazioni degli ambienti;
- manutenzioni delle aree comuni;
- dispositivi di protezione individuale per tutti gli operatori;
- turni e gruppi fissi;
- formazione degli educatori da parte di: Asl, Coordinamento pedagogico comunale, coinvolgendo anche esperti per attività ludiche e socio educative;
- prevedere un nuovo modello di comunicazione con i genitori.
Infine, è fondamentale il dialogo costante con le attività produttive per programma le fasce temporali di apertura attraverso accordi di welfare aziendali; il coinvolgimento della Cultura, dei luoghi (Biblioteca, Musei, Mostre, Cinema, Teatri) e i nostri artisti locali, al momento a casa e senza lavoro
“I bambini non hanno bisogno del “to cure” ma dell’ “I care” donmilaniano. Non curarli ma prendersi cura di loro, sviluppando i loro tanti antidoti resilienti, ri-offrendo loro ottimismo e volontà con un approccio realistico agli eventi del Coronavirus, per rielaborare cosa è successo: ci vuole una prioritaria attività educativa, non terapeutica”: conclude la nota del gruppo.
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