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Cultura, progetti ambiziosi per la Cesena del futuro

Nella 1° e 3° commissione consiliare si è discusso, ieri sera, del piano investimenti per il triennio 2021-2023. Sono in vista lavori per sette milioni di euro

Ottobre 2019 - Un momento del sopralluogo al palazzo Oir, futura sede della pinacoteca cittadina

Progetti ambiziosi e ingenti finanziamenti per la cultura della Cesena che verrà. Nella 1° e 3° commissione consiliare ieri sera si è discusso del piano investimenti per il triennio 2021-2023.

L’assessore ai lavori pubblici Christian Castorri ha illustrato i vari interventi con la relativa tempistica di esecuzione. “È un programma serrato, per un costo complessivo di 7 milioni di euro, che tiene conto di risorse certe e che dà la possibilità agli uffici comunali di definire tutte le progettazioni rispettando i tempi”, ha commentato.

Pinacoteca

È l’intervento più corposo dei prossimi anni. Dopo i 170mila euro già stanziati per le opere impiantistiche – affidate alla società ‘Energie per la città’ - nel bilancio 2021 sono inseriti 4,2 milioni di euro per la ristrutturazione di Palazzo Oir, che può contare su un contributo del Mibact di 3 milioni euro.

“Contiamo di concludere la progettazione entro ottobre per mettere a gara entro fine anno i lavori, che inizieranno nella primavera del 2022 e si protrarranno nei due anni e mezzo successivi — ha affermato Castorri —. La stima che era stata fatta su progetti datati era di sei milioni complessivi di euro, cifra che dovremmo riuscire ad abbassare. A cui però va aggiunto il costo dell’allestimento”.

Il Palazzo di Congregazione della carità accoglierà le collezioni cittadine di dipinti antichi di proprietà del Comune, della Fondazione e di Crédit Agricole Italia (gli 82 quadri di questi ultimi sono in comodato d’uso al Comune). Ma l’attuale pinacoteca in via Aldini, fino a oggi non certo valorizzata come meriterebbe, non verrà smantellata.

“Da tempo è attivo un confronto proficuo con la banca e la Fondazione sui materiali che intendiamo esporre, il progetto è a cura di Angelo Mazza — ha informato l’assessore alla cultura Carlo Verona —. Su un totale di circa 150 fra quadri e strappi, 60 sono di proprietà comunale, il 40 per cento. La collezione qui esposta va da un arco temporale dal 1200 alla fine del 1700. Mentre l’attuale pinacoteca verrà riorganizzata con i quadri del ‘900 e contemporaneo. Ne avremo così due a pochi metri di distanza l’una dall’altra”.

Perplessità sono state esposte dai consiglieri Antonella Celletti della Lega e Luigi Di Placido di Cambiamo che sono tornati a invocare il ‘Museo della città’ a Sant’Agostino, che riunisca tutte le collezioni. Per Verona il costo stimato di 15 milioni di euro è troppo esoso. “Non ha senso avere due pinacoteche per poi tenerle chiuse — ha criticato Celletti —. La raccolta privata di banca e Fondazione viene anteposta a quella pubblica, che invece dovrebbe essere il nucleo forte”.

Su questo tasto ha battuto pure Vittorio Valletta di Cesena siamo noi. “Oggi i quadri ci sono, domani non si sa. Il privato ha già spazi adeguati per poterli esporre. Per quale motivo allora vengono spesi tutti questi soldi per dare loro una nuova sede?” ha chiesto. “Palazzo Oir — ha risposto Verona — rappresenta una grossa opportunità: è un edificio in posizione baricentrica e particolarmente prestigioso”.

Nel 2007 l’edificio, che era di proprietà dell’Ausl, è stato acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena che lo scorso ottobre lo ha donato al Comune. Il palazzo fu edificato tra il 1776 e il 1795 nel luogo dove sorgeva il quattrocentesco ospedale del Crocefisso di cui mantenne la funzione di accoglienza, cura e assistenza. La parte posteriore, adibita ad ospedale fino al periodo napoleonico e a brefotrofio fino alla fine dell’Ottocento. Il grande lapidario posto in sommità allo scalone di accesso al palazzo, varcato il magnifico portone del Razzani, dà conto di una lunga storia di carità e generosità delle famiglie cesenati nei confronti delle opere ospedaliere e di assistenza della città (la prima benefattrice risale al 1297).

Museo archeologico

“Siamo passati da un primo investimento di 540mila euro a 960mila euro per il primo stralcio che riguarda interventi strutturali, l’ambiente del museo archeologico richiede particolare attenzione per il raffrescamento essendo posto sotto l’aula del Nuti — ha spiegato Verona —. Si sta delineando un museo di nuova generazione, dove si punta più alla qualità del prodotto singolo rispetto alla quantità e ci sarà un grosso apporto tecnologico per rendere fruibile lo spazio e gli oggetti che verranno esposti”. I lavori partiranno nel 2022 e termineranno al più tardi nei primi mesi del 2023. Ci sarà poi un secondo stralcio inerenti gli aspetti tecnologici ed espositivi.

Per il consigliere Di Placido “la vicinanza con la Malatestiana può essere utile, anche se il museo rimane sacrificato”.

Palazzo Mazzini-Marinelli

Dopo l’1,2 milioni di euro per l’efficientamento energetico di 1,2 milioni di euro (con tanto di contributo regionale di mezzo milione), nel bilancio 2021 sono previsti la realizzazione del secondo stralcio (320 milioni di euro) che si esaurirà nell’arco dell’anno e la progettazione e messa a gara del terzo (120mila euro).

“È nell’ultimo stralcio che si affronterà la parte più propriamente funzionale dei vari spazi dove troveranno spazio il Conservatorio e l’Istituto Corelli. Questo palazzo ha anche un bellissimo cortile che potrà aggiungersi al chiostro di San Francesco per rappresentazioni musicali e teatrali”, ha sottolineato Verona.

Una compresenza che non per tutti ha effetti positivi. “Rischia di mettere le due realtà in competizione tra loro”, ha rilevato il consigliere Valletta.

Malatestiana e biblioteche di quartiere

Per lavori di manutenzione straordinaria della biblioteca (impianti antintrusione e antincendio) vanno 250mila euro e altri 200mila euro per l’allestimento del terzo lotto della Malatestiana: arredi e attrezzature per la nuova superficie di mille metri quadri che diventerà fruibile dopo l’estate. Per l’acquisto di software gestionale della sezione fondi antichi e di uno scanner altri 14mila euro. E poi 40mila euro per la ‘visita aumentata’ all’aula del Nuti, prevista anche nel dossier per la candidatura di Cesena a ‘Capitale del libro’. Si tratta di un arricchimento dell’ambiente normalmente percepito dai sensi tramite l’aggiunta di informazioni e contenuti in formato digitale.

“Sopperisce a un’attuale mancanza dettata da motivi di conservazione: molti turisti sono delusi dal fatto di non poter entrare a contatto con i libri antichi”, ha spiegato la dirigente della cultura Elisabetta Bovero.

Novità anche per le dieci biblioteche di quartiere cui sono riservati 15mila euro per il rinnovo delle strumentazioni informatiche e tecnologiche.

Ridotto del Teatro Bonci

Lo stanziamento a bilancio è di 560mila euro e l’avvio dei lavori di manutenzione straordinaria faranno seguito a quelli, attualmente in corso, al Teatro Bonci che si concluderanno a febbraio. Gli spazi saranno utilizzabili per la prossima stagione teatrale. “L’obiettivo è portare la sua capienza dai 50 utenti attuali ai 100, cosa che consentirà di realizzare i laboratori teatrali delle tante associazioni presenti in città. Qui verranno anche trasferiti dal San Biagio gli uffici di Ert”, ha illustrato Verona.

Nell’elenco, infine, ci sono fondi pure per la galleria Pescheria: 90mila euro tra nuova illuminazione e allestimento (tutto pronto per la prossima estate).

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