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Domani è la Giornata mondiale per l’Alzheimer: l'impegno dei volontari

In Italia si contano più di un milione e 241 mila malati di Alzheimer (ossia una persona su quattro nella popolazione sopra gli 80 anni). Nel comprensorio cesenate sono circa 4mila le famiglie che hanno in casa un malato di Alzheimer, con un’incidenza di circa 400 nuovi casi all’anno.

Un incontro dell'associazione Caima nell'aprile 2016

In Italia si contano più di un milione e 241 mila malati di Alzheimer (ossia una persona su quattro nella popolazione sopra gli 80 anni), dato destinato a raddoppiare nei prossimi 30 anni.

Nel comprensorio cesenate sono circa 4mila le famiglie che hanno in casa un malato di Alzheimer, con un’incidenza di circa 400 nuovi casi all’anno.

A fornire i dati, in previsione della Giornata mondiale, è l’Associazione Caima nata a Cesena nel 2002 e voluta in particolare da familiari di malati, con l’intento di creare attività per aiutare i familiari e i malati di Alzheimer: “Solo chi “ci è passato” può infatti capire l’enorme dolore e la miriade di difficoltà quotidiane che si devono superare quando si convive con una persona con questa malattia” spiegano i volontari.

L’associazione Caima

Caima ha sede a Cesena in via Gadda, 120 (zona Case Finali) ed è aperta il lunedì e il venerdì dalle 9,30 alle 11,30 e il mercoledì dalle 15 alle 17. Gestisce un punto di ascolto, diretto e telefonico (0547/646583), con volontari e una psicologa, fornisce consulenze legali (su appuntamento) e realizza tanti progetti pensati per le persone con demenza e per chi si prende cura di loro.

A partire da settembre e fino a fine anno prevede numerose iniziative. Per i familiari riparte il progetto Aurora 2018, in collaborazione con il Centro dei disturbi cognitivi e demenze di Cesena dell’Ausl e con il Comune di Cesena. Sono previsti un Gruppo di sostegno psicologico e un Corso psico-educativo per spiegare la malattia alle nuove famiglie segnalate dal Centro demenze.

Per i malati, invece, verranno organizzati due laboratori occupazionali e 6 Corsi di stimolazione cognitiva, sempre in collaborazione con il Centro demenze e con il Comune di Cesena.

Per gli anziani sani, a scopo preventivo, è da poco partito un Corso di ginnastica della memoria, organizzato con la collaborazione del Quartiere Cervese Nord di Cesena e il Gruppo Amicoterapia di Gattolino.

Continua poi la fornitura del localizzatore GPS all’interno della Provincia di Forlì Cesena, per ritrovare gli anziani disorientati che tendono ad allontanarsi da casa, mettendosi in potenziali situazioni di pericolo. Il progetto, che sta riscontrando numerose richieste da parte delle famiglie, è realizzato in collaborazione con l’associazione Penelope, i vari Comuni del territorio, l’Ausl, l’associazione La Rete magica, la Prefettura di Forlì Cesena e le forze dell’ordine.

Cos’è l’Alzheimer?

L’Alzheimer è una malattia neurologica degenerativa, che colpisce in particolare l’anziano. Il sintomo principale è la perdita ingente di memoria, al quale si uniscono difficoltà nella gestione della vita quotidiana e disturbi del comportamento.

Il malato perde i suoi interessi, appare confuso e disorientato e ha difficoltà a portare a termine diverse azioni della vita quotidiana, fino a non riconoscere i volti dei propri cari ed a non sapere nulla del proprio passato.

Il decorso è lungo, anche dieci anni, le cause ancora sono sconosciute e le cure mediche hanno per ora solo il beneficio di rallentare la progressione della malattia.

La maggioranza dei malati vive e viene assistita a domicilio, e l’assistenza grava per l’80 per cento dei casi sulla famiglia, che deve dedicare l’intera giornata alla gestione del malato, pagando un importante prezzo sia in termini di stress psicologico che in termini economici. La famiglia rimane quindi il principale sostegno per il malato di Alzheimer, e l’aiuto concreto è l’unica soluzione per il paziente e per la famiglia.

La malattia si cura?

Purtroppo l’Alzheimer rientra tra le patologie neurologiche per le quali non si conosce una cura farmacologica specifica: ad ogni modo i farmaci utilizzati in terapia possono rallentare il decorso della malattia.

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