Famigliola dello spaccio in manette: smerciavano fino a tre etti di cocaina alla settimana

La famigliola dello spaccio: padre, madre, figli, figlie, cugine e fidanzati… sette persone, in due nuclei, legate da vincoli di parentela o sentimenti, più un loro vicino di casa, sono state arrestate dalla Polizia dopo un’indagine durata sei mesi.

La famiglia, nel senso tradizionale e non mafioso del termine, utilizzava due case di Cesena (quasi al confine con il Comune di Gambettola) dove accoglieva i clienti vendendo loro cocaina a 80 euro a dose. Un giro d’affari importante, da due o tre etti di cocaina alla settimana, per un incasso sui 90mila euro al mese.

L’operazione “New Town” è stata illustrata questa mattina in commissariato a Cesena dal primo dirigente Nicola Vitale, affiancato dal commissario capo Michele Mattei e dal sostituto commissario coordinatore Paolo Di Masi.

L’inchiesta è durata dal novembre 2018 al maggio scorso quando, dopo mesi di appostamenti, intercettazioni, pedinamenti e indagini, sono finiti in manette in flagranza di reato due persone: madre e figlio entrambi originari della Campania (la 56enne S.R. e il 37 enne F.G., con precedenti per reati contro la persona, stupefacenti, reati finanziari e contro la Pubblica amministrazione).

Il resto del sodalizio criminale, tutto composto da campani, è stato arrestato lunedì mattina 21 ottobre e portato in carcere a Forlì: il 54enne S.C., la 45enne S.P., la 25enne S.G., il 22enne S.V. Ad altre due persone, il 26enne B.G. e il 26enne ivoriano K.A.K. (vicino di casa), è stato notificato invece l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria del Comune di residenza.

I provvedimenti sono stati emessi dal Giudice per le indagini preliminari Giorgio Di Giorgio su richiesta del sostituto Procuratore della Repubblica Filippo Sant’Angelo, titolare dell’attività d’indagine. Gli interrogatori di garanzia si sono conclusi ieri e gli arresti sono stati convalidati.

L’accusa è di concorso di attività di spaccio di sostanze stupefacenti, del tipo cocaina e marijuana, nelle zone di Cesena e dintorni. Di “erba”, però, la famiglia ne teneva davvero poca, era la cocaina ad andare per la maggiore.

L’indagine è partita, lo scorso anno, dall’insolito via vai nei pressi delle abitazioni. I poliziotti hanno fermato diverse decine di consumatori, alcuni insospettabili, che hanno confermato con le loro testimonianze l’attività di spaccio.

Gli inquirenti hanno rilevato come non sia affatto consueto, per gli spacciatori, utilizzare la propria casa: “Operavano tutti in modo sfacciato – ha spiegato il dirigente Vitale – in genere l’abitazione è immacolata, qui invece veniva utilizzata per preparare le sostanze, conservarle e spacciarle. E non c’erano ruoli predefiniti: cedevano droga un po’ tutti, a seconda di chi era presente in casa”.

Addirittura il 26enne B.G. (arrestato a Napoli, dove tornava sempre qualche mese all’anno), continuava a gestire telefonicamente “in trasferta” la propria rete di clienti, avvisando i familiari e facendoli scendere a turno alla porta.

Nel corso delle perquisizioni i poliziotti non hanno trovato quasi nulla in casa: “Ma era in conto, essendo di lunedì. Ogni fine settimana i telefoni degli arrestati diventavano bollenti, arrivavano sempre alla fine del weekend senza scorte in casa”.

E il vicino di casa, come ha fatto a “entrare” nella famiglia? “I campani hanno un cuore grande – ha ironizzato Vitale – evidentemente hanno pensato di dare un lavoretto anche a lui”.