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le reazioni al dpcm

Fipe Confcommercio Cesena, pubblici esercizi domani in piazza: ridateci il nostro lavoro

“Dai monitoraggi effettuati le nostre attività rispettano serissimamente i protocolli e non meritano di essere penalizzate, aggiungono Malossi e Lucchi 

Ieri sera la piazza Amendola deserta nell'ora tipica dell'aperitivo, poco dopo le 19

Anche una ventina di pubblici esercenti cesenati associati alla Fipe Confcommercio cesneate, parteciperanno domani mercoledì 28 ottobre in piazza Maggiore a Bologna contro le restrizioni applicate alla categoria dalll'ultimo Dpcm del Governo, che ha fissato la chiusura di bar e ristoranti alle 18. “La manifestazione – spiegano i presidenti Fipe cesenati baristi Angelo Malossi e ristoratori Vincenzo Lucchi – si terrà simultaneamente in 10 città italiane per rimarcare la drammatica situazione del settore nell’emergenza economica scaturita dal covid-19 dopo i nuovi provvedimenti che anticipano gli orari di chiusura a mezzanotte e dalle 18 impongono la somministrazione ai clienti solo se seduti al tavolo. Nel rispetto delle direttive anti-contagio sarà una manifestazione statica e col distanziamento di un metro dei partecipanti, mentre scenograficamente dei tavoli rovesciati staranno a simboleggiare lo smantellamento drammatico del settore che i nuovi provvedimenti del Governo rischiano di provocare, in una situazione già da molti mesi di emergenza”.“Dopo il Dpcm del 18 ottobre è arrivata un’ulteriore mazzata per il settore della ristorazione e dei bar, che con il lockdown e la lenta ripresa successiva ha già ha perso 24 miliardi di euro su 86 miliardi di fatturato e il mondo delle imprese, del commercio e della ristorazione scenderà in piazza per rimarcare il valore economico e sociale del settore dei pubblici esercizi”.

Dai monitoraggi effettuati le nostre attività rispettano serissimamente i protocolli e non meritano di essere penalizzate – aggiungono Malossi e Lucchi -. Anche nel nostro territorio cesenate, pur dopo la coraggiosa ripartenza estiva in cui i locali hanno dato una grande prova di dinamismo, responsabilità e intraprendenza beneficiando anche del suolo pubblico gratuito concesso dai Comuni per avere più spazio all’aperto, il settore sta tuttavia ancora scontando i gravissimi danni derivati sia dalla chiusura obbligata durante il lockdown sia dalla lenta ripresa, con le attività di ristorazione in generale che sono a regime al 50-60% rispetto alla fase pre-covid. Molti imprenditori stanno pianifcando l'investimento per i nuovi dehor e ora si trovano come le gambe dimezzate. Noi imprenditori della Fipe rispettiamo i provvedimenti, ma pensavamo che dopo l’esperienza passata, in cui ci è toccato di convivere con la emergenza sanitaria, la politica fosse capace di gestire la situazione senza ammazzare il sistema economico, quello che invece sta improvvidamente avvenendo’’.

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