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Giancarlo Minguzzi riconfermato presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna

Confermato in blocco anche il Consiglio composto da Achille Ceccarelli, Domenico Cenni, Maurizio Filippi, Gabriele Gobbi, Luigi Mazzoni, Patrizio Neri, Andrea Parisotto, Adriano Petteni, Walther Piraccini, Giulio Romagnoli, Vittorio Alvisi

Giancarlo Minguzzi riconfermato presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna

Si è svolta ieri presso la sede di via Giordano Bruno, a Cesena, la 61ª assemblea annuale di Fruitimprese Emilia-Romagna, associazione che riunisce molte delle maggiori imprese ortofrutticole della Regione per un fatturato annuo globale di circa 900 milioni di euro. Il presidente uscente Giancarlo Minguzzi è stato riconfermato all’unanimità, per il quarto mandato consecutivo. Confermato in blocco anche il Consiglio composto da Achille Ceccarelli, Domenico Cenni, Maurizio Filippi, Gabriele Gobbi, Luigi Mazzoni, Patrizio Neri, Andrea Parisotto, Adriano Petteni, Walther Piraccini, Giulio Romagnoli, Vittorio Alvisi.

I sindaci revisori sono Stefano Antonelli, Fabio Bergonzoni, Luca Canonici, Pietro Fabbri, Peter Schmid.  

Alle adunanze dei prossimi consigli parteciperanno per mandato assembleare Maurizio Fabbri, Gabriele Ferri, Massimo Liverani, Andrea Martini, Alessandro Perugini, Cristian Tozzi.

Nella sua relazione il presidente ha delineato lo stato del settore, evidenziandone crisi e opportunità.

Le imprese operano in uno scenario politico e umano impensabile solo fino a qualche mese fa: dopo una pandemia che ha stravolto la società, si assiste alla tragedia di una guerra alle porte dell’Unione europea che scuote le coscienze individuali e solleva antiche paure che si credevano ormai sepolte nelle memorie familiari. La nuova realtà non solo prospetta orizzonti inquietanti, ma incide anche pesantemente sulle aziende con un incontrollato aumento dei prezzi. Gli operatori devono fare i conti con un incremento dei costi senza precedenti. Trasporti, crisi dei container, caro energia e aumento del prezzo degli imballaggi sono stati solo l’anticamera di una crisi ben più ampia scoppiata all’indomani del conflitto russo-ucraino. I recenti cambiamenti avvenuti nello scacchiere geopolitico hanno messo ancora più in crisi le filiere produttive a causa dell’ulteriore aumento dei costi energetici e della crescente chiusura di mercati di sbocco per le esportazioni.

L’Emilia-Romagna è una delle regioni più colpite dall’embargo russo. Nei primi nove mesi del 2021 il valore delle esportazioni emiliano-romagnole di prodotti agricoli e alimentari verso Russia e Ucraina era stato di 158 milioni di euro. Il problema riguarda anche il flusso di merci in entrata dai due Paesi, per un giro d’affari che Unioncamere attesta intorno a 228 milioni.

"In questo contesto drammatico - dicono da Fruitimpese nel comunicato inviato alla stampa - se si volge lo sguardo verso al futuro si possono intravedere scenari positivi. Le statistiche evidenziano che entro il 2031 il consumo di frutta e verdura fresca nell'Ue aumenterà, spinto da una crescente consapevolezza dei consumatori sui vantaggi dell'adozione di una dieta ricca di frutta e verdura, nonché da iniziative pubbliche per promuoverne il consumo. Note positive anche per la campagna che si sta per affrontare. Si stima, infatti, che dopo due anni caratterizzati da una rilevante carenza di prodotto, si torna finalmente a un'annata di produzione pressoché piena e normale. A parte qualche specie, come le albicocche, che registra volumi leggermente più scarsi del potenziale, si è in linea con le attese.

Al termine della relazione il presidente Giancarlo Minguzzi ha evidenziato che Fruitimprese Emilia-Romagna ha registrato numerose nuove adesioni e che ha continui riconoscimenti sull’importante ruolo che l’associazione svolge per favorire lo sviluppo delle aziende, impegnate in attività che contribuiscono in maniera rilevante all’affermazione dei prodotti italiani nel mondo.

È stato ospite della serata il Banco Bpm, intervenuto con Stefano Bolis, responsabile direzione Emilia Adriatica, e col team Agricoltura. Insieme hanno illustrato come l'agroalimentare sia un settore strategico per la Banca: a fine 2021 il 13% del credito di Banco Bpm in Emilia-Romagna ha riguardato proprio questo tipo di aziende a cui è dedicato un team di specialisti, 150 gestori e un catalogo specifico per supportare gli investimenti nel programma di sviluppo rurale e in progetti di filiera. Banco Bpm intende essere un punto di riferimento a livello informativo e consulenziale anche sulle tematiche di sostenibilità, di modo da supportare le aziende in questo passaggio caratterizzato da importanti opportunità di crescita.

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