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Gli studenti del Monti sui luoghi della guerra di Bosnia

Dal 1° al 6 ottobre due classi (5° A e 5° B) del liceo ‘Monti’ di Cesena sono state in viaggio di istruzione a Sarajevo, Mostar e Srebrenica, città martoriate dalla guerra civile che negli anni ‘90 sconvolse l’ex Jugoslavia. La comitiva era accompagnata dai docenti Manuela Biondi e Stefano Maldini, da due tutor e da un interprete.

Gli studenti del Monti sui luoghi della guerra di Bosnia

Un viaggio in quell’Europa ancora ferita da un conflitto che ha mutato gli equilibri etnici e religiosi. Dal 1° al 6 ottobre due classi (5° A e 5° B) del liceo ‘Monti’ di Cesena sono state in viaggio di istruzione a Sarajevo, Mostar e Srebrenica, città martoriate dalla guerra civile che negli anni ‘90 sconvolse l’ex Jugoslavia. La comitiva era accompagnata dai docenti Manuela Biondi e Stefano Maldini, da due tutor e da un interprete.

Il viaggio ha rappresentato la fase finale del progetto ‘Operation daywork’ che la scuola ha realizzato insieme al Centro per la pace di Cesena. “Iniziato la scorsa primavera con un percorso formativo, il progetto ha visto gli studenti impegnati nell’incontro con i rappresentanti dell’associazione ‘Adopt Srebrenica’, l’unica in cui operano insieme giovani serbi e musulmani nel tentativo di ricostruire nel proprio paese una memoria condivisa. E poi nella ‘giornata d’azione’, grazie alla quale hanno devoluto all’associazione bosniaca i frutti di alcune ore di lavoro’ spiega l’insegnante Stefano Maldini.

Oltre a visitare i luoghi simbolo del conflitto, a Sarajevo le classi hanno incontrato l’eroe Jovan Divjak, l’ex generale serbo che difese la città durante il tremendo assedio durato quattro anni.

‘Operation Daywork’ è un’iniziativa pedagogica promossa dall’omonima onlus che coinvolge studenti delle scuole superiori di Bolzano, Trento e Cesena e mira alla formazione alla coscienza critica e alla cittadinanza attiva per un mondo diverso. “Scopo del progetto – spiega Maldini – è far entrare i ragazzi e le ragazze a contatto con una situazione reale di conflitto interno all’Europa per renderli consapevoli da un lato delle complessità delle sue radici, dall’altro della necessità di immaginare percorsi nuovi per giungere a soluzioni pacifiche e condivise”.

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