Cesena
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I libri di Giovanni Maroni alla Malatestiana, l'associazione Zaccagnini: "fieri e commossi"

L'associazione culturale cittadina, custode della cultura politica dei cattolici democratici locali, manifesta il suo apprezzamento per la donazione, ricordando una volta di più il professore cesenate

Giovanni Maroni (al centro) con Benigno Zaccagnini

L'associazione culturale cittadina, custode della cultura politica dei cattolici democratici locali, manifesta il suo apprezzamento per la donazione, ricordando una volta di più il professore cesenate.

Di seguito la nota della Zaccagnini:

La Biblioteca Malatestiana ha dato la sua disponibilità ad accogliere libri e documenti donati dagli eredi di tre illustri cesenati deceduti negli ultimi anni: il Prof. Pietro Castagnoli, uomo di lettere, docente di storia e filosofia al Liceo Classico “Monti”, deceduto nel 2017, di Walter Galli, uno dei più importanti poeti dialettali romagnoli che ha caratterizzato con una propria voce la “scuola cesenate”, deceduto nel 2002, e l’amico Prof. Giovanni Maroni,  per molti anni professore al Liceo Scientifico “Righi”, uomo di cultura interessato a tanti aspetti, dalla letteratura alla ricerca storica, all’arte, al cinema e al teatro (dove accompagnava i suoi studenti per commentare le rappresentazione delle più importanti compagnie). Amico carissimo profondamente impegnato nel mondo cattolico, interessato ai problemi della città, fino ad essere Consigliere comunale per più legislature e Presidente del Distretto scolastico negli anni ‘80 e ‘90.

Giovanni, anche a ragione dei suoi tanti interessi era un lettore “onnivoro” e la sua biblioteca, costituita da migliaia di libri, rifletteva appieno questa sua passione. Non tutti questi libri andranno alla Malatestiana (e neppure sarebbe stato possibile) ma una scelta di 2.500 volumi che comprendono opere classiche, letteratura, arte, storia e una sezione specifica dedicata alla storia del movimento cattolico. Non deve essere stata una scelta facile quella che ha dovuto compiere la moglie Giovanna che - ci dice - ha dato la priorità a un gruppo di libri rari e antichi che Giovanni aveva raccolto negli anni e ad alcune collane di pregio di cui era particolarmente fiero. 

Ma tutti i libri per Giovanni erano ugualmente importanti, perché rispondevano ai suoi interessi, alle esigenze di studio e di ricerca o anche alla necessità di documentare nella maniera più completa e precisa le lezioni che proponeva ai suoi studenti. La parte che riguarda la storia del movimento cattolico è piuttosto corposa, a ragione del ruolo e degli interessi che hanno costituito uno degli aspetti più importanti della vita e dell’impegno culturale e umano di Giovanni. Per “mondo cattolico” intendiamo il riferimento essenziale e fondativo della vita di Giovanni, in tutti i suoi aspetti e accezioni, da quello strettamente religioso, a quello filosofico e teologico, a quello storico e delle istituzioni, a quello dell’associazionismo e del volontariato.

Rimane da indagare il complesso problema delle “carte”, cioè dell’archivio, che si prospetta quanto mai ricco e importante: migliaia e migliaia di pagine, appunti, dattiloscritti, interventi, relazioni, presentazioni di libri e di eventi. Giovanni, come sappiamo, era in amicizia o in rapporti con eminenti figure, docenti e studiosi delle principali università italiane. Basti ricordare il lungo lavoro preparatorio e di organizzazione che portò al fondamentale convegno del novembre 1978 su “Eligio Cacciaguerra e la prima Democrazia Cristiana” che lo vide promotore e collaboratore dei nomi più importanti della storiografia cattolica e non: Pietro Scoppola, Maurilio Guasco, Lorenzo Bedeschi, Paolo Colliva, Roberto Ruffilli, Piergiorgio Grassi, Giovanni Tassani, Giuseppe Rossini e tanti altri.

Con Lorenzo Bedeschi ha contribuito a scrivere pagine importanti e chiarificatrici sul cattolicesimo sociale di inizio ‘900 e sul modernismo, affrontando anche figure complesse come quella di don Giovanni Ravaglia, parroco del Duomo, che per decenni rimase una delle figure di riferimento della Chiesa cesenate. Non si dimentichi il suo legame di stretta amicizia con Giorgio Campanini e la sua corrispondenza con Gabriele De Rosa.

Con Claudio Riva e Piero Altieri ha scritto pagine altrettanto importanti sull’impegno sociale dei cattolici di inizio secolo, dalla Rerum Novarum di Leone XIII alla lettera pastorale Ai lavoratori della terra di Mons. Cazzani vescovo di Cesena, prima di diventare vescovo di Cremona, la diocesi di Don Primo Mazzolari. A commento di questa importante stagione del cattolicesimo sta il catalogo dell’importante mostra: Proletari di Cristo. Le cose nuove di Papa Leone XIII in difesa della grama classe operaia, del 1991 a Sant’Agostino. Chi vorrà scrivere in futuro di questi temi non potrà prescindere dal contributo dato da Giovanni. Ancora con Piero Altieri,  e con Renato Ruffilli, Pietro Vaenti, Lorenzo Cappelli ha affrontato  il tema della guerra e del passaggio del fronte a Cesena, delle rappresaglie nella valli del Savio e del Borello e del martirologio di preti e religiosi, e del contributo dei cattolici alla Liberazione, ispirando  almeno due convegni promossi da questa stessa Associazione: Il passaggio del fronte a Cesena, di Leo Bagnoli - ed Stilgraf , 1986, presentato a Cesena da Benigno Zaccagnini, e I rifugi antiaerei a Cesena, che dà conto dell’esistenza di oltre 190 rifugi , pubblici e privati,  e del coraggio di sacerdoti come don Lino Mancini, don Carlo Baronio e dello stesso vescovo Socche nel portare aiuto ai poveri sfollati che in quei luoghi vivevano.

È difficile dar conto in questa sede delle decine di tritoli che Giovanni ha dato alle stampe (impresa alla quale non ci sottraiamo e di cui daremo conto) su temi diversi ma complementari: la storia delle Parrocchie e delle Casse Rurali, la vita di personaggi come Cesare Montalti, Giovanni Ravaglia, Tebaldo Fabbri, Giovanni Ghirotti, la storia del Liceo Monti, per la quale ha scritto due fondamentali saggi,  ecc. per i quali la preparazione era minuziosa  e dunque tanto il materiale di documentazione.

Dobbiamo invece spendere qualche parola sulla sua amicizia con Benigno Zaccagnini. Giovanni rappresenta forse l’esempio più coerente di un “cattolico popolare” alla Zaccagnini, cioè di coloro che in virtù di una vita spirituale e di fede intensa, vivono i problemi, i contrasti, le lotte, le difficoltà del mondo, con una spinta e una motivazione morale cui non è possibile rinunciare. Siamo stati testimoni di tanti fraterni incontri in cui Zaccagnini ringraziava Giovanni dei suoi articoli sul Corriere Cesenate, che gli davano spunti importanti per i suoi interventi. Quella dello scrivere, sul settimanale diocesano o sulle altre testate locali, non è stata l’ultima delle attività di Giovanni. Lo scrivere lo metteva in comunicazione diretta con una quantità di lettori, curiosi e fedeli, per la sua parola sempre equilibrata e ricca. Anche questa vocazione di Giovanni “giornalista “costituisce uno dei tanti aspetti che dovrà essere documentato e approfondito. Il materiale in archivio riserverà tante belle sorprese.

Ieri i Comandini, i Trovanelli, Nori e Mami e tanti altri.  Oggi di coloro che rappresentano questa nostra e diversa situazione storica e culturale. E siamo fieri e commossi che anche Giovanni sia fra questi, con un suo spazio, che è quello che si è conquistato con l’impegno e la coerenza di una vita.

Giovanni Maroni con Oscar Luigi Scalfaro
I libri di Giovanni Maroni alla Malatestiana, l'associazione Zaccagnini: "fieri e commossi"
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