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"Ignegneria bio-medica è una facoltà troppo 'leggera' per Cesena"

I Cinquestelle a ridosso dell'inaugurazione del nuovo anno accademico al campus cesenate

"Ignegneria bio-medica è una facoltà troppo 'leggera' per Cesena"

A ridosso dell'inaugurazione del nuovo accademico, con una nota giunta in redazione, Claudio Capponcini del Movimento 5 Stelle di Cesena fa sapere che "spartitesi Forlí e Ravenna le specialità medico-chirurgiche più importanti e “pesanti”, (Chirurgia e Medicina interna e conseguentemente le altre specialità collegate per area funzionale) per Cesena non è rimasto niente, pur se sarà sede di nuovo ospedale (sic dixit), un’opera a struttura completamente da progettare e quindi flessibile per accogliere anche spazi didattici e di ricerca.

Per quello che riguarda il M5S, noi lo abbiamo scritto nel programma fin dal 2014 e ribadito dopo le numerose e inutili sedute del comitato ospedale, anche nel programma 2019. Ma i nostri amministratori vecchi e nuovi non ne hanno mai tenuto conto, men che meno il rettorato universitario che adesso annuncia trionfante la destinazione per Cesena di Ingegneria biomedica, come se questa branca di Ingegneria non fosse già a Cesena da oltre 20 anni.

Così come la direzione dell’Ausl che avrebbe dovuto sottolineare e calcare la mano su questo aspetto (nuovo ospedale oltre che la posizione baricentrica di Cesena in Romagna). Per dirla tutta è da clinico con esperienza ultratrennennale, l’ngegnere biomedico sta al clinico come la granella sta alla torta: se si vuole si mette sennò se ne fa a meno senza che il dolce ne risenta per qualità. Il risultato sarà che la facoltà di Medicina della Romagna non sarà della Romagna né di Cesena, ma di Ravenna e Forlí (Rimini non è mai stata interessata) e noi ci terremo ai margini molto ai margini, del grande indotto non solo economico ma anche scientifico e soprattutto sanitario che una facoltà di medicina a pieno regime può produrre.

Avremo però dei bravissimi ingegneri biomedici che non lavoreranno a Cesena ma andranno a portare la loro opera nelle città limitrofe. E a chi dice che bisogna ragionare in termini di “area vasta” rispondo di andarlo a dire ai sindaci e agli amministratori di Forlí e Ravenna che proprio in questo caso hanno dimostrato di avere il campanile nel cuore. Quello che rimane oltre lo sconforto è la convinzione che Cesena ai livelli che decidono, non conti proprio niente né prima, né tanto meno adesso".

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