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Il consigliere Enrico Castagnoli chiede lumi all'Amministrazione comunale sui presidi di sicurezza per medici e infermieri

Si è fatto tutto per garantire a chi lavora in prima linea la massima sicurezza? Questa la domanda di Castagnoli

Nella foto d'archivio di Sandra e Urbano, Enrico Castagnoli, consigliere comunale di "Cambiamo"

Pubblichiamo la lettera/interrogazione che il consigliere comunale della lista "Cambiamo" ha inviato oggi alla stampa locale per chiedere lumi all'amministrazione comunale sulle condizioni di sicurezza in cui operano medici e infermieri.

Di seguito il testo.

Quali condizioni di sicurezza per il personale sanitario a Cesena? Questo chiedo all’Amministrazione comunale presentando una interrogazione sullo stato di diffusione dei Dpi nel nostro territorio. Infatti anche a Cesena c’è chi sta lavorando in prima linea da settimane, tra l’ospedale Bufalini, gli ambulatori dei medici di base, dei pediatri e tutti gli operatori del settore sanitario, per affrontare l’epidemia del Coronavirus, rincorrendo una situazione di sicurezza che appare sempre più complicata da garantire.

Prima aggravante riguarderebbe proprio l’approvvigionamento delle mascherine anti-contagio. Siamo certi e fiduciosi che la politica, sia locale che nazionale, saprà dare le giuste risposte per sostenere chi il virus lo sta combattendo con coraggio faccia a faccia. Eppure di fronte ai più recenti dati diffusi dall’Iss, numeri in continuo aggiornamento e che vedono circa 1500 operatori sanitari ad oggi contagiati in tutta Italia, è giusto interrogarsi per capire se anche il nostro personale tecnico e sanitario, da quando è iniziata l'emergenza, abbia a disposizione sufficienti ed efficaci strumenti di protezione. Il che comprende proprio le preziose mascherine ffp2 e ffp3 e non solo quelle di tipo chirurgico. Siamo tutti consapevoli infatti che senza medici, infermieri assieme a tutto il personale tecnico e sanitario, a buon diritto definiti gli eroi dei nostri giorni, la battaglia contro il virus non può essere vinta. Un quesito quello della sicurezza che riguarda senza meno tutte le categorie del mondo del lavoro, che continuano a lavorare garantendo servizi e filiere di produzione, anche alla luce del recente protocollo promosso dal Governo tra le organizzazioni datoriali e sindacali. Infine una proposta: in virtù del fondo nazionale istituito da InvItalia per la produzione dei Dpi, si potrebbe auspicare, tempi e burocrazia permettendo, che anche nel nostro territorio la politica possa sostenere la conversione di aziende o realtà imprenditoriali, per la produzione di questi dispositivi urgenti di cui si sente sempre più la necessità.

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