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Lutto

Il parroco ricorda il piccolo Yahya: "Ho bisogno di silenzio per riflettere"

Don Daniele Bosi: "Ricordo bene il piccolo al centro estivo. Faceva le cose proposte come gli altri, grande segno di apertura da parte della famiglia musulmana"

Yahya

Il parroco di Villachiaviche, don Daniele Bosi, affida al suo profilo Facebook un ricordo di Yahya, il bambino investito lunedì scorso da un bus dopo una caduta in bicicletta (vedi notizie richiamate). Riportiamo di seguito le sue parole.

***

Inutile descrivere lo stato d’animo di questi giorni. Queste mie giornate, per tanti motivi, sono un po’ piene: solo per un attimo le occupazioni mi fanno passare dalla mente, quasi volendola tutelare, l’immensa tragedia: ecco che poi, il ricordo, riaffiora prepotentemente nella mente e nel cuore. Tante sono state le parole udite in questi giorni dalle persone, nei bar, lungo le strade, tante le telefonate e i messaggi per chiedermi notizie. Ora ho bisogno di un po’ di silenzio per riflettere. Per meditare sul valore della vita, di ogni singola vita. Nella mia piccola esperienza di parroco, non avevo mai toccato da vicino la morte di un bimbo. Quasi come non fosse vero: in questi giorni mi pareva di vederlo ugualmente giocare nel piccolo cortile della sua casa. Quanti pensieri e domande attraversano anche la mente di un sacerdote, ma senza mettere in dubbio la fede, anzi… cose come queste ci devono far pensare che dobbiamo vivere ancor meglio la nostra vita, spenderci ancor di più e fare del bene. In un attimo può cambiare tutto… spero che la gente non si scordi subito di questa vicenda, come a volte capita: ci si pensa uno o due giorni, poi si torna alla vita di prima senza aver imparato la lezione.

Per vita di prima intendo la frenesia dell’apparenza, totalmente presi dai finti bisogni che questo neo-consumismo ci vuol far credere di avere. Come si starebbe tutti meglio! Tra mille immagini e parole mi passano davanti agli occhi i recenti momenti del Centro Estivo dove Yayha era presente. Ricordo bene il piccolo al centro estivo perché vissuto da me in prima persona in quanto, per il senso di responsabilità, in tutte le sei settimane non ho mai abbandonato un secondo il gruppone. E me lo ricordo lì, in chiesa insieme agli altri bimbi, che faceva le cose proposte come gli altri (grande segno di apertura da parte della famiglia musulmana). Come dimenticare quel giorno, all’uscita del centro estivo, la sofferenza nei suoi occhi quando il piccolo si accorse di non essere stato iscritto al torneo che sarebbe iniziato la sera stessa: dissi che non era un problema, che avremmo trovato una soluzione… e così fu. Mi sto accorgendo in questi giorni di quanto si possa essere legati, anche se di religioni diverse. Di quanto si debbano sottolineare i punti di unione, di forza. Di quanto è importante essere riferimento per chi non ha nessuno e cercare di fare il più possibile, come ci ordina Gesù nel Vangelo.

Come parrocchia abbiamo avviato una raccolta fondi: un gesto che anche altri enti (scuola, società sportiva) stanno facendo per aiutare la famiglia.

Il giorno della sepoltura (comunicheremo appena si saprà) faremo un momento di preghiera e di saluto davanti alla chiesa di Villachiaviche, per dare ai compagnetti e agli amici tutti la possibilità di essere presenti.

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