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Il preside della media Pascoli: "Nessuna tolleranza per l'aggressione subita"

Nicola De Marco, in una lettera aperta, parla di "episodio, grave, vergognoso e inaccettabile rivolto contro un'Istituzione dello Stato"

(foto: Corriere Cesenate)

In merito all'episodio di violenza subita lo scorso 23 marzo alla scuola media "Via Pascoli" di Cesena (vedi notizia richiamata), il dirigente scolastico Nicola De Marco ha inviato oggi una lettera aperta a commento dell'accaduto. 

"Con la presente comunicazione - l'incipit - intendo innanzi tutto ringraziare quanti hanno espresso il proprio sdegno e la solidarietà nei miei confronti, in merito alla grave aggressione da me subìta il giorno 23 marzo ultimo scorso", a partire dal sindaco di Cesena Enzo Lattuca. "Confesso - scrive De Marco - che, oltre alla solidarietà, ho registrato grandissimi sgomento e sorpresa in chi mi ha chiamato, da tutta Italia, soprattutto perché il nome di una città pulita e ordinata, civile e moderna, organizzata, piacevole, veniva associato, su stampa purtroppo anche nazionale, a un episodio così grave".

Il dirigente scolastico fa sapere "che non vi sarà da parte mia alcun tipo di tolleranza per l’aggressione, indirizzata fisicamente a me, ma certamente rivolta contro la Scuola intera, come fondamentale Istituzione dello Stato. Ciò è dovuto innanzitutto a me, come persona e cittadino. Lo devo poi alla mia funzione di dirigente scolastico, alla Scuola secondaria “Via Pascoli”, gravemente offesa, ai dirigenti scolastici, ai docenti e a tutto il personale scolastico che opera con qualsiasi mansione. È mio auspicio che il ministero dell’Istruzione e del merito, eventualmente con altre istituzioni che ipotizzino di aver subìto un danno, si interessino e partecipino relativamente agli sviluppi giudiziari della vicenda. Questo episodio, grave, vergognoso e inaccettabile, va a inserirsi all’interno di una statistica preoccupante, che da diversi anni a questa parte vede colpite varie figure che operano per lo Stato, pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, dentro la scuola, ma anche fuori (penso alle Forze dell’ordine, agli assistenti sociali, ai medici dei pronto soccorso, agli infermieri, addirittura agli operatori del 118). Nella scuola, in particolare, si registrano numerosi casi riguardanti docenti aggrediti, da studenti, genitori o altri adulti, alcuni casi di dirigenti scolastici minacciati o malmenati, alcuni casi di personale ausiliario o amministrativo oggetto anch’esso di minacce o violenza. Il fenomeno riguarda tutto il territorio italiano e preoccupa (oltre che ovviamente i lavoratori della scuola) i cittadini rispettosi delle leggi e delle istituzioni".

De Marco ricorda che "il ministro dell’Istruzione e del merito, professor Giuseppe Valditara, nel febbraio scorso ha ritenuto necessario emanare una circolare dall’allarmante oggetto “Episodi di violenza nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico”, a riprova che il problema c’è e sta aumentando per frequenza degli episodi e intensità degli stessi. Occorre interrogarsi seriamente, come scuole ed altre istituzioni, come associazioni di famiglie o di professionisti, come servizi sociali, come comunità cittadina, ma anche ponendo il confronto in altre sedi, nella politica, attraverso il giornalismo e i media di qualità, su quali possono essere i motivi alla base del verificarsi di simili fatti. E quali sono le azioni da intraprendere, sia in via preventiva che allo scopo di assicurare la giusta pena a chi si rende responsabile".

Infine un invito agli alunni: "Negli anni vi siete distinti per la correttezza del comportamento e ottimi risultati scolastici, grazie alle vostre qualità e all’impegno e professionalità dei docenti. Siete voi quelli su cui dobbiamo continuare a investire e sperare, come scuola e come comunità. Vi invito a riflettere, come sicuramente già fate con le famiglie e con gli insegnanti, sulla inutilità e assurdità della violenza, fisica ed in altre forme, in qualsiasi contesto della vita, sui danni che essa provoca, per chi la mette in atto e per chi la subisce. Le soluzioni ai problemi provengono invece dal dialogo, dal confronto civile, dal rispetto reciproco".

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