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Il sindaco Lucchi traccia il bilancio di un anno e dei due mandati a guida della città. "Esperienza bellissima. Giusto smettere dopo dieci anni"

A colloquio con i giornalisti nella consueta conferenza stampa di fine anno

Il sindaco Paolo Lucchi, con la bottiglia in mano, con buona parte degli assessori, oggi al brindisi di fine anno.

“E' stata un'esperienza bellissima, fantastica. Concordo con la legge sui sindaci. Due mandati vanno bene. L'incarico di primo cittadino deve avere una conclusione, anche perchè dieci anni valgono come venti”. L'ha detto questa mattina in conferenza stampa il sindaco Paolo Lucchi nel consueto incontro di fine anno con i giornalisti. “Cosa farò dopo? Non sono ricco di famiglia. Ho bisogno di lavorare. Lavorerò”.

Lucchi, che era accompagnato da gran parte della giunta, ha tracciato una sorta di bilancio dei dieci anni trascorsi a palazzo Albornoz. I numeri riguardanti gli eventi, le inaugurazioni, le presenze sono impressionanti, come sempre. Eccone alcuni del 2018: 361 riunioni, 195 iniziative pubbliche e 610 cittadini ricevuti in appuntamento. Lucchi di certo non si è risparmiato e l'aver detto solo ieri, al confronto promosso dal nostro giornale in piazza della Libertà, che in dieci anni avrà fatto sì e no dieci giorni di ferie fa comprendere l'impegno necessario e profuso che occorre per stare alla guida della nostra città.

Anche sul fronte della comunicazione non c'è da scherzare. Nel 2018 sono stati inviati 1507 comunicati e si sono svolte 69 conferenze stampa. Dal 2009 ad oggi i comunicati inviati sono stati 13.270, un numero impressionante per una città come Cesena.

La visita del Papa – ha aggiunto il sindaco – è uno di quegli eventi che non si può catalogare. E' fuori dall'ordinario, sia per il fatto in sé, sia per quello che ha comportato come organizzazione e per quello che ci ha chiesto di mettere in campo insieme a tanti altri con noi. Poi Francesco ci ha chiesto di fermarci e riflettere. Non dobbiamo dimenticarci di non balconare. Ci ha domandato, in buona sostanza, di essere protagonisti”.

E il prossimo sindaco che dovrà fare? “A mio avviso dovrà guardare avanti - ha risposto Lucchi - in continuità con quanto fatto finora perchè la nostra è una comunità vivacissima dai valori forti e questi valori sono da rispettare. E poi credo che occorra sempre essere seri, onesti e non promettere ciò che non si può realizzare. Il sindaco non può mai scaricare le colpe sugli altri”.

Rifarei piazza della Libertà – ha aggiunto il primo cittadino sollecitato dai giornalisti -. Il giudizio mi pare stia cambiando. Pochissimi ormai rimpiangono il parcheggio. Poi, sì, ho rimpianti: penso a tutte quelli che hanno chiesto aiuto per il lavoro. Oggi abbiamo migliaia di persone fragili. L'ospedale cambierà il volto di questa città e della sanità in Romagna. Un investimento di 156 milioni di euro sono una cifra enorme. Nella prossima campagna elettorale seguirò da un angolo. Ma seguirò la politica locale, certamente, ma a giugno farò il barista nell'albergo di mia moglie e da luglio tornerò alla Confesercenti”.

“Negli ultimi anni abbiamo scoperto la crisi – ha concluso Lucchi -. E questa ha fatto aumentare la rabbia e la cattiveria. Le condizioni si sono fatte più difficili. Però nelle nostre frazioni ancora si vive bene e chi ci abita non le abbandona. Il centro storico mantiene la sua attrattività anche se ha mutato le funzioni: si chiuderanno esercizi commerciali e si apriranno bar e ristoranti”.

E' seguito poi un brindisi finale, di augurio per il Natale alle porte e per il nuovo anno. Un brindisi di saluto per il sindaco Lucchi che vede molto incerta la campagna elettorale anche se, ha detto, “il voto di marzo ha mutato tutto lo scenario politico che ha reso necessario un cambiamento di pensiero”. Un'eredità non da poco per chi si accinge a mettersi in lizza per la poltrona da primo cittadino.

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