Cesena
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dolore e sconcerto in città

Il vescovo Douglas ai funerali dello studente: "La morte è sempre un mistero, ma noi vogliamo essere pronti, con le vesti strette ai fianchi"

L'omelia di monsignor Regattieri/1

La chiesa di San Domenico in una foto del nostro archivio

È iniziata alle 15 in chiesa a San Domenico la Messa per il funerale dello studente del Monti che venerdì scorso si è tolto la vita. Tantissima gente, tanta da fare sembrare piccola la grande chiesa di San Domenico, sta prendendo parte alla celebrazione.

In avvio di omelia il vescovo Douglas, che presiede la celebrazione (con lui concelebrano il parroco don Firmin, il parroco della Cattedrale don Giordano Amati, l'insegnante di religione don Filippo Cappelli. Con i sacerdoti anche il diacono Moreno) dice che "la morte è sempre un mistero. Per come giunge. Per quando giunge. Entra prepotente nella nostra vita e non chiede permesso. Semina sconcerto, smarrimento, disperazione. La morte non la si può programmare. Come ricordato nel Vangelo, viene quando vuole e come vuole". Poi si è chiesto se non si può nulla contro di essa e si è affidato a tre spunti di riflessione, "per questa circostanza così dolorosa, per la famiglia di Antonio, per i suoi amici, per la scuola, per la parrocchia, per la città", ha aggiunto il vescovo.

Vesti strette ai fianchi, pronti.

È l'immagine che Gesù usa "per invitarci a prepararci all'incontro con la morte - aggiunge il presule -. Sì, perché prepararci, essere trovati pronti, è già una vittoria sulla morte. L’immagine è quella delle vesti strette ai fianchi. Cioè dell’essere trovati alzati e svegli. In attesa. E questa è già una sconfitta della morte. Morte, non mi sorprenderai nel sonno, non mi coglierai in fallo. Io ti domino. Sono sveglio, sono attivo, propositivo. Vivo pienamente le ore, i giorni, i mesi, gli anni ricevuti in dono. Li voglio sfruttare al meglio, fino in fondo, non mi lascio vivere".

"Non sarai certo tu, o morte - prosegue il vescovo - a impedirmi di sfruttare al meglio i giorni che la Provvidenza mi ha consegnato. Verrai, certo, ma io ti attraverserò, ti affronterò e con la forza della fede, passerò oltre… verso una vita nuova, diversa da questa terrena, una vita eterna, felice, per sempre. Non vivrò rincorrendo l’attimo fuggente, perché quello fugge… e non è più; ma cogliendo l’attimo presente; lo coglierò e lo gusterò fino in fondo per entrare nella vita nuova, quella che non conosce tramonto".

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