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Arte

Il vino nell'arte

Giovedì 12 dicembre ritorna l’appuntamento con la rassegna di conferenze “Le Rivoluzioni nell’arte”

Il vino nell'arte

Giovedì 12 dicembre ritorna l’appuntamento con la rassegna di conferenze “Le rivoluzioni nell’arte”. Alle 20,45 nella sala Cacciaguerra in viale Bovio a Cesena, il professor Marco Vallicelli parlerà di "Il vino nell'arte. Una gradazione tonale".

Il Vino nell’arte visiva è stato da sempre ispirazione e fonte di grandi capolavori:  allegorie, paesaggi, nature morte, ritratti, raffigurazioni tra sacro e profano e uso diretto del nettare di Bacco come materia delle opere, hanno restituito una loro interpretazione della bevanda tanto amata anche dagli dei.

Tanti gli esempi possibili che vanno dalle tombe dell'Antico Egitto, in cui sono state scoperte decorazioni murarie con vendemmia e spremitura dell’uva. Anche l’arte classica antica – di Roma e Grecia – ha riportato il tema in vasi, pitture e sculture, omaggi e celebrazioni dove la bevanda preferita da Bacco era il motore dell’allegria e della sfrenata libertà dei sensi: non a caso, il dio citato era protagonista di baccanali e ricorrenze a lui dedicate e molto raffigurato dagli artisti.  Il vino, durante il Medioevo, è presente nelle miriadi di "Ultima Cena", come simbolo del sangue di Cristo e racconto religioso. Oltre ai significati allegorici e spirituali, il vino assume valore anche un po’ più prosaico, come quel qualcosa che trasforma la normalità in occasione speciale; Dio stesso, canta il salmista, ci dà "il vino che allieta il cuore dell’uomo".    Nel Rinascimento troviamo il capolavoro giovanile di  Michelangelo Buonarroti, il famosissimo "Bacco" di marmo  del Museo nazionale Bargello di Firenze, tra le sue pochissime opere a soggetto profano. Altri capolavori celeberrimi sul tema sono il "Bacchino malato" della Galleria Borghese di Roma, e l'altro "Bacco" della Galleria degli Uffizi di Firenze, di Caravaggio. Guido Reni riporta tutto a più facili allegorie mostrandoci un Dio-bambino, paffuto e già alticcio e felice (1623 ca., Gemäldegalerie a Dresda).

Dal vino immaginato sipassa a quello più realistico nelle tantissime Nature morte, almeno fino all’800: dal vivace "Banchetto nunziale contadino"  di Pieter Bruegel il Vecchio (1586ca.,Kunsthistorisches Museum, Vienna), con porzioni di polenta accompagnate da caraffe che supponiamo piene di pastoso rosso; al più mesto pasto de "Il mangiatore di fagioli" di Annibale Carracci (1584 ca, Firenze, Uffizi).  Il tedesco Georg Flegel, nel pieno ‘600, coniuga golosità a sacralità: accanto a pane, cacciagione, dolci, formaggi e uova, pone il vino contenuto in solidi boccali Römer, chiara allegoria del calice eucaristico. Simili le dispense e tavole di Jacopo Chimenti,  del francese Georges de La Tour o del fiammingo Jan Vermeer, celeberrimo talento pittorico noto per i colori vividi e cristallini, oltre che per i dettagli definiti in modo certosino.   Il vino c’è sempre, anche nel pic-nic en plein air  dell’Impressionismo, alla loro luce piena; ma loro sono più innovativi e sanno catturare la vibrazione cromatica del bagliore naturale, scandalizzando il loro pubblico(Monet, Pissarro, Renoir,ecc.).

"Il vino è un composto di umore e luce", sosteneva Galileo Galilei e questa affermazione sembra perfetta per raccontare queste composizioni degli Impressionisti. Verso l'arte contemporanea, le nature morte di Paul Cezanne, solidamente strutturate, come se ogni elemento della realtà fosse trasformato nel suo adattamento geometrico, nel tentativo di percepire e restituirci un mondo meno sfuggente, con le sue forme più salde possibili… All’interno di questa visione, si manifesta una quotidianità dove anche una bottiglia di vino (della casa) diventa picchetto della scena: è testimone di puntate da osteria e di altri stordimenti ; diventa co-protagonista nelle più distese atmosfere create da alcune Nature morte accompagnate da piatti di frutta e panneggi .

Nel Novecento, dall'Espressionismo al Cubismo, al Surrealismo, il vino rimane fedele compagno dell'arte, fino anche a divenire elemento materico della pittura.

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