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In calo l'export delle imprese della Romagna

Nel periodo gennaio-settembre 2020 nel sistema aggregato Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) le esportazioni sono calate del 14,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. L'analisi della Camera di commercio.

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Nei primi nove mesi dell’anno le conseguenze del Covid-19, con il successivo lockdown delle imprese, e l’effetto Brexit, con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, hanno inciso negativamente sulle esportazioni del territorio Romagna. L'andamento trova spiegazione, da un lato, nella diminuzione del valore esportato dei principali prodotti, dall’altro, nella perdita di quote di mercato estero. Unica nota positiva, il rallentamento del trend negativo dell’export nel terzo trimestre rispetto ai due precedenti. È quanto emerge dall'ultima analisi dell'Osservatorio economico della Camera di commercio della Romagna -Forlì-Cesena e Rimini.

Nel periodo gennaio-settembre 2020 nel sistema aggregato Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) le esportazioni ammontano a 4.085 milioni di euro, con un calo del 14,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, superiore sia alla variazione negativa regionale (-10,6%) sia a quella nazionale (-12,5%). La diminuzione è dovuta soprattutto al forte decremento dell’export nel secondo trimestre dell’anno in corso (-32,1% su aprile-giugno 2019), con il primo e il terzo trimestre caratterizzati, invece, da cali annui più contenuti (rispettivamente, -6,5% e -3,4%). Nello specifico, il trimestre luglio-settembre fa segnare un rallentamento della diminuzione delle esportazioni.

Nel dettaglio, diminuisce il valore esportato dei principali prodotti, con l’unica eccezione rappresentata dai mobili (5,0% dell’export), in crescita del 5,3%: -20,4% le navi e imbarcazioni (7,9% del totale), -28,1% gli articoli di abbigliamento (7,7%), -13,8% le macchine utensili e per la formatura dei metalli (6,9%), -6,2% le altre macchine di impiego generale (5,6%), -15,0% per tubi, condotti, profilati cavi e accessori in acciaio (5,2%), -1,4% le altre macchine per impieghi speciali (4,7%), -11,2% gli apparecchi per uso domestico (4,5%), -32,7% gli articoli sportivi (4,2%) e -25,5% le calzature (4,1%).

In decremento, inoltre, le esportazioni verso l’Unione Europea (55,6% dell’export): -11,3%, causa le variazioni negative nei principali mercati di sbocco rappresentati da Francia (-7,9%, primo Paese mondiale), Germania (-5,7%), Spagna (-19,5%) e Polonia (-18,2%). In diminuzione, del 18,2%, anche l’export verso i Paesi extra Ue (44,4% del totale), complice i cali verso gli Stati Uniti (-21,3%) e il Regno Unito (-23,8%).

Export delle imprese: focus provinciale Forlì-Cesena

Nel periodo gennaio-settembre 2020 in provincia di Forlì-Cesena le esportazioni ammontano a 2.474 milioni di euro, con un calo dell’11,0% rispetto allo stesso periodo del 2019, lievemente superiore alla variazione negativa regionale (-10,6%) ma inferiore a quella nazionale (-12,5%). Tale decisa diminuzione è dovuta soprattutto al forte decremento dell’export nel secondo trimestre dell’anno in corso (-25,7% su aprile-giugno 2019), con il primo e il terzo trimestre caratterizzati, invece, da cali annui più contenuti (rispettivamente, -4,3% e -2,2%); nello specifico, quindi, il trimestre luglio-settembre fa segnare un rallentamento della diminuzione delle esportazioni.

In calo risulta il valore esportato della maggior parte dei principali prodotti; -14,8% per tubi, condotti, profilati cavi e accessori in acciaio (8,5% del totale), -33,0% gli articoli sportivi (6,7%), -1,5% le altre macchine per impieghi speciali (6,5%), -4,1% gli apparecchi per uso domestico (5,6%), -33,2% le calzature (5,5%), -4,2% gli articoli in materie plastiche (5,2%) e -0,8% le macchine per l’agricoltura (4,2%). In aumento, al contrario, i mobili dell’8,7% (7,3%), le navi e imbarcazioni del 3,4% (6,9%) e i prodotti di colture agricole non permanenti del 23,7% (4,2%).

Decrescono, poi, le esportazioni verso l’Unione Europea (59,9% dell’export): -9,6%, causa le variazioni negative nei principali mercati di sbocco rappresentati da Francia (-7,9%, primo Paese mondiale), Germania (-8,0%), Spagna (-15,9%) e Polonia (-12,2%). In diminuzione, del 12,9%, anche l’export verso i Paesi extra Ue (40,1% del totale), complice i cali verso il Regno Unito (-16,2%) e gli Stati Uniti (-13,9%).

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