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In città si torna a parlare di archoelogia

Appuntamento per martedì 26 aprile

Cesena dall'alto. Foto archivio Corriere Cesenate

Nell’ambito del percorso di approvazione del Piano Urbanistico Generale intercomunale di Cesena-Montiano le rispettive Amministrazioni hanno incaricato il Dipartimento di Archeologia medievale dell’Università Cà Foscari di Venezia della redazione della Carta di Rischio archeologico dei due Comuni. Per Cesena si tratta della conclusione di un ciclo ventennale di ricerca condotto sotto la direzione del professor Sauro Gelichi e la cura del dott. Claudio Negrelli. L’ultima parte della ricerca è confluita nel volume “A misura d’uomo 2” che verrà presentato e discusso martedì 26 aprile, alle 15, nella sala del Consiglio di Palazzo Albornoz. Interverranno il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, l’assessora Cristina Mazzoni, Federica Gonzato soprintendente di Ravenna, la Dirigente del Settore comunale Governo del territorio Emanuela Antoniacci, Otello Brighi del Settore Governo del territorio, la dottoressa Romina Pirraglia, funzionario archeologo della Soprintendenza di Ravenna, il professore Sauro Gelichi, ordinario di Archeologia Medievale dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Luigi Malnati, già soprintendente e direttore generale Mibact, gli autori e il curatore del volume.

 

Il convegno si svolgerà in presenza e potrà essere seguito anche online collegandosi al link: meet.google.com/yuk-xwno-zru . Ne dà notizia la stessa Amministrazione comunale con un comunicato inviato alla stampa. 

 

La carta del potenziale archeologico di Cesena è frutto di un percorso di ricerca avviato quasi un quarto di secolo fa, e si deve all’assidua collaborazione tra il Comune e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, diretto dal professore Sauro Gelichi, d’intesa con la Soprintendenza competente. “Quello che presenteremo il 26 aprile – commenta l’Assessora alla Programmazione Urbanistica Cristina Mazzoni – è il terzo volume di un’opera concepita e realizzata tipicamente come un’esperienza in divenire: un’opera che non sarà mai ‘finita’, questa d’altronde è la sua essenza. Da una parte il continuo incedere delle nuove scoperte, e Cesena, lo sappiamo, è un terreno particolarmente fertile per i ritrovamenti archeologici, a volte anche eccezionali. Dall’altra lo sforzo degli archeologi nella direzione di prevedere, di ‘predire’ le scoperte, attraverso procedure e metodi che si vanno sempre più affinando, anche con aspetti di innovazione tecnologica di grande rilievo. E infine l’esigenza di conciliare lo sviluppo del territorio e della città, l’avanzare della cosiddetta modernità, con la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, in questo caso archeologici. Esigenza di conciliazione che si muove nel terreno della definizione dei valori culturali e contemporaneamente in quello della messa a punto di procedure amministrative in grado di individuarne efficacemente e preventivamente l’entità, oltre che di salvaguardarli nei modi più opportuni e utili per la comunità”.

 

Il volume A misura d’uomo 2 raccoglie tutte queste istanze e propone aspetti molto concreti, non solo attinenti alla ricerca teorica. Una delle domande a cui si tenta di rispondere, e che ha trovato attuazione nel PUG recentemente adottato come frutto della collaborazione tra gli archeologi e il servizio di programmazione urbanistica, riguarda i modi nei quali la tutela archeologica debba intervenire nella progettazione territoriale, sia nel pubblico, sia nel privato. Cesena, la città e il territorio, è stata un vero e proprio banco di prova in questi anni, tanto da contribuire in anticipo, rispetto ad altre sperimentazioni, alla definizione dei principi teorici e pratici che sono poi confluiti nelle Linee guida regionali per la redazione delle carte archeologiche del potenziale, uscite nel 2014: un unicum nel panorama nazionale per la concretezza di approccio al problema. L’occasione di rimodulare la pionieristica carta del potenziale archeologico di Cesena (si ricorda l’uscita del primo volume nel 1999, sulla città, e del secondo volume del 2008, sul territorio) ha dato l’occasione di fornire non solo un nuovo, quanto necessario, aggiornamento della carta archeologica urbana e territoriale, ma di formulare nuove proposte operative per la determinazione del potenziale culturale del patrimonio sepolto.

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