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giovani talenti alla ribalta

L'ingegnere biomeccanico Alberto Sensini, genio nostrano

Prestigioso riconoscimento, per il 31enne cesenate che ha frequentato l'Alma Mater Studiorum nel campus di Cesena

Nella foto Alberto Sensini

“Senza il prezioso aiuto dei miei supervisori di dottorato, dei miei colleghi, e degli studenti che in questi anni hanno collaborato con me e collaborano tuttora, questo non sarebbe stato possibile”. Così, con la modestia e la correttezza che lo contraddistinguono, Alberto Sensini, 31enne cesenate, ricercatore e ingegnere biomeccanico presso l’Università di Bologna, commenta il “Best Doctoral Thesis 2020”, ambìto riconoscimento che premia risultati eccellenti ottenuti nel percorso di dottorato di ricerca da un giovane ricercatore che, con il suo lavoro, abbia contribuito sensibilmente al progresso delle teorie e delle applicazioni della biomeccanica.

Ad assegnargli il premio la European Society of Biomechanics (una delle più prestigiose società scientifiche a livello mondiale), ed è la prima volta che l’Università di Bologna consegue questo premio: il percorso di dottorato di ricerca di Sensini ha portato, infatti, e non solo, all’invenzione e al brevetto del tendine artificiale. “Durante il mio dottorato - spiega l’ingegner Sensini -, svolto nel Gruppo di Biomeccanica del professor Luca Cristofolini presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale, assieme ai miei supervisori Andrea Zucchelli, Maria Letizia Focarete, Cristofolini stesso ed ai colleghi Chiara Gualandi e Juri Belcari, ho teorizzato e brevettato per l’UniBo una nuova generazione di dispositivi, ottenuti attraverso la tecnologia dell’elettrofilatura, in grado di riprodurre fedelmente il tessuto tendineo-legamentoso mimandone anche le proprietà meccaniche”.

“Il premio - chiarisce il professor Cristofolini - è assegnato da una commissione di 12 esperti internazionali a seguito di una valutazione altamente selettiva e rigorosa che tiene in considerazione, oltre al contributo scientifico del lavoro di tesi, anche la capacità del vincitore di aver sviluppato collaborazioni internazionali e di averle sapute tradurre in produzione scientifica di rilevante impatto. Riconoscimento che consentirà a Sensini di illustrare il proprio lavoro durante una ‘Plenary Lecture’ il prossimo luglio, seppure in videoconferenza, a causa dell’attuale pandemia”.

Un cesenate di cui andare legittimamente fieri, Alberto Sensini, un “cervello” che ha trovato nella sua città di nascita e in Regione la possibilità di compiere i suoi studi e di raggiungere vette prestigiose, riconosciute all’estero anche grazie a periodi di ricerca presso le università inglesi di Portsmouth e Sheffield, ed a una collaborazione con l’università americana del Delaware. Sempre disponibile a mostrare i risultati delle sue ricerche, Alberto a febbraio ha introdotto la sua esperienza di ricercatore ai maturandi dei licei cesenati, durante una conferenza organizzata in collaborazione con l’ingegner Bruno Bondanini.

Sensini ha conseguito la maturità classica al liceo Monti, una laurea triennale e magistrale in Ingegneria Biomedica presso il Campus cesenate, ed il dottorato di ricerca in Meccanica e Scienze Avanzate dell’Ingegneria, conseguito con Lode. Un percorso tutto UniBo che porta ad una conclusione suggestiva: se nei prossimi anni il tendine artificiale riuscirà a raggiungere l’applicazione clinica, il merito sarà anche dell’intuizione e del lavoro di questo ricercatore cesenate. L’iter prevede ancora alcuni anni di sperimentazioni in vivo di tali dispositivi, possibili a breve, grazie ad un finanziamento di UniBo e ad un partner industriale.

Attualmente l’ingegner Sensini è assegnista di ricerca presso il Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale in Meccanica Avanzata e Materiali. È inoltre professore a contratto di Biomateriali per il corso di Laurea in Ingegneria Biomedica-Campus di Cesena. Svolge la sua attività di ricerca nel Gruppo del professor Andrea Zucchelli, lavorando al progetto europeo Fetopen Magnify, coordinato dalla professoressa Raffaella Carloni dell’Università di Groningen (Olanda), con l’obbiettivo di costruire un muscolo artificiale in grado di contrarsi grazie all’utilizzo di materiali innovativi”.

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