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La Lega Romagna scrive una lettera aperta al vescovo: “Uno Stato laico ha doveri e obblighi nei confronti del proprio popolo”

Il documento è a firma di Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale Lega Romagna, Andrea Cintorino, segretario provinciale Lega Forlì Cesena e di Antonella Celletti, responsabile degli enti locali Lega Romagna

La Lega Romagna scrive una lettera aperta al vescovo: “Uno Stato laico ha doveri e obblighi nei confronti del proprio popolo”

“Uno Stato laico ha doveri e obblighi nei confronti del proprio popolo”. Si riassume in questo presupposto il contenuto della lettera aperta inviata al vescovo Douglas dalla Lega Romagna a firma di Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale Lega Romagna, Andrea Cintorino, segretario provinciale Lega Forlì Cesena e di Antonella Celletti, responsabile degli enti locali Lega Romagna, in riferimento al documento sottoscritto dai 15 direttori delle Caritas regionali.

“Il documento siglato dalla Caritas diocesana dell’Emilia-Romagna – precisano i tre firmatari – non può rimanere senza risposta. Si tratta di un documento dove appare evidente come certi ambienti cattolici facciano una grande confusione fra fede e politica. Senza curarsi del fatto che se si scende nell’agone politico, secolarizzandosi, con prese di posizione fortemente ideologizzate, si cade inevitabilmente in un contesto di contrapposizione, anche valoriale, con altri soggetti politici”. La Lega Romagna ritiene che con questo documento siano state sorvolate molte questioni non secondarie. “Quello che constatiamo – si legge infatti – è il mancato riconoscimento delle prerogative e delle peculiarità di uno Stato laico che ha dei doveri e degli obblighi, come la difesa del territorio, della sicurezza e del bene del popolo italiano, che sono diversi rispetto a quelli della Chiesa”. Una tesi che chiama a supporto le stesse parole pronunciate da papa San Giovanni Paolo II nel discorso al IV Congresso mondiale delle migrazioni del 1998: “Il diritto primario dell’uomo – precisò il Pontefice in quell’occasione – è di vivere nella propria patria: diritto che diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione’”. Principio ripreso da Benedetto XVI tanto nel 2013 nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, dove ha sostenuto il ‘diritto a non emigrare, cioè a essere in condizioni di rimanere nella propria terra’, quanto davanti ai sindaci dell’Anci il 12 marzo 2011 quando facendo riferimenti ai flussi migratori connessi alla globalizzazione, Ratzinger affermò che ‘di fronte a questa realtà bisogna saper coniugare solidarietà e rispetto delle leggi, affinché non venga stravolta la convivenza sociale e si tenga conto dei principi di diritto e della tradizione culturale e anche religiosa da cui trae origine la Nazione italiana’.

Una carrellata che approda fino ai nostri giorni e che coinvolge lo stesso papa Francesco che, come si rammenta nella lettera a firma di Pompignoli, Cintorino e Celletti, “nella recente conferenza stampa tornando dall’Irlanda (26 agosto 2018) ha parlato di accoglienza ma usando prudenza quando non ci sia la possibilità di integrare”. “Il tema trattato nel documento – si conclude – è quindi molto più complesso di una scarna presa di posizione politica contro una legge dello Stato. Coinvolge più settori e più temi, non ultimo quello della criminalità e dei rapporti stretti che intercorrono fra questa e i flussi immigratori irregolari. La Lega come è noto esprime una cultura della solidarietà coniugata alla legalità e alla sicurezza guardando in particolare alle richieste delle persone appartenenti alle fasce più deboli delle nostre comunità. Cittadini italiani annichiliti dagli effetti di una povertà a 360 gradi, che non è solo economica, ma anche relazionale e culturale, tanto che sono diventati negli anni e si sentono cittadini di serie B”.

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