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emergenza sanitaria e scuola

La prof e i ragazzi costretti a casa. Una piacevole sorpresa nel dialogo inedito

Raccontano di fermarsi a riflettere, perché, lo sa prof, le cose orribili come la guerra ci sembrano lontane, ma si possono avvicinare a noi in qualsiasi forma e segregarci in casa, limitandoci e rendendoci tristi

La prof e i ragazzi costretti a casa. Una piacevole sorpresa nel dialogo inedito

Pubblichiamo le riflessioni di una insegnante di lettere della scuola media. Nel suo scritto la prof riporta le parole dei suoi ragazzi. C'è chi si annoia e chi è preoccupato per i nonni perchè, come dice la tv, è la categoria più a rischio. Altri sono inquieti. Altri ancora dicono che le guerre non sono poi così lontane. I più hanno rivalutato la scuola. E alla fine l'insegnate si commuove... 

Come trascorrono le loro giornate i nostri studenti al tempo del Coronavirus? Come stanno? Cosa provano?

L'ho chiesto qualche giorno fa a una mia classe che ha risposto con calore. Attraverso le loro parole sono entrata nelle loro case. Lì c'è chi si annoia, tanto, perché è un divoratore di libri e di compiti: svolge subito tutto quello che i docenti assegnano sul registro elettronico e sulla classe online e ne vorrebbe ancora e ancora. C'è chi si preoccupa per i nonni che sono anziani e, come dice la televisione, gli anziani sono i soggetti più a rischio, prof! C'è chi si gode i fratelli più piccoli e insegna loro tutto quello che sta imparando, fiducioso che presto ci rivedremo in aula. Alcuni poi sono inquieti. Raccontano di fermarsi a riflettere, perché, lo sa prof, le cose orribili come la guerra ci sembrano lontane, ma si possono avvicinare a noi in qualsiasi forma e segregarci in casa, limitandoci e rendendoci tristi. Altri hanno rivalutato la scuola. Hanno scoperto che è una parte importante delle loro vite, che ha tanti difetti, sì, ma consente loro di tessere rapporti umani, di scoprire, confrontarsi con gli altri e con se stessi, di rendere le giornate meno grigie. Ci sono poi anche quelli che in classe faticano tanto a resistere seduti e attenti per cinque ore, ma ora si scoprono troppo non solo stanchi di restare chiusi in casa e non poter uscire a giocare con gli amici, ma anche insofferenti per non poter più entrare in classe, salutare i prof, sedersi al banco e sbuffare.

E mi commuovo perché l'emergenza sanitaria di questi tempi sta stimolando la sensibilità dei nostri ragazzi, che saranno adulti capaci di dare il giusto valore ad ogni cosa, alla scuola, a chi si prende cura degli altri, a chi sa chiedere “come stai”.

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