Cesena
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Poesia

La voce di Mariangela Gualtieri al Teatro “Bonci”

In scena ieri sera, mercoledì 20 ottobre

La voce di Mariangela Gualtieri al Teatro “Bonci”

È una figura bianca, quasi diafana, quella che spunta sul vasto palcoscenico del Teatro “Bonci” di Cesena. È Mariangela Gualtieri, ben più che una voce nel panorama della poesia italiana contemporanea: insieme a Cesare Ronconi, con il Teatro Valdoca, ha lasciato, e sta lasciando, un'impronta indelebile nel cosiddetto teatro “di ricerca”, che poi, è il teatro che si vuole rinnovare e vuole rinnovare il mondo intorno a sé.

La serata di mercoledì 20 ottobre è particolare, sia perché si ricomincia a vedere il teatro pieno, dopo le chiusure e le timide riaperture, sia perché il recital che sta per iniziare è il momento più atteso all'interno della rassegna “Ciò che ci rende umani” che il Teatro Valdoca ha organizzato.

Mariangela Gualtieri sale su un piccolo praticabile; accanto a lei, due dipinti; di fronte a lei, un microfono, e nulla più. Il resto lo fanno le parole, e la voce. Raramente la voce di Mariangela Gualtieri è stata così piena, così ricca, così profonda: lei recita solitamente molto bene, ma questa volta c'era qualcosa di diverso nell'aria, una vibrazione segreta, fra teatro e interprete, che ha dato una nuova intensità al suo esprimersi vocale.

E poi, le parole. L'occasione è la pubblicazione nella prestigiosa collana teatrale Einaudi di “Paesaggio con fratello rotto”, che raccoglie i testi della trilogia omonima del 2005, ma i versi sembrano scritti ieri, oggi: «Che cosa diremo a quelli che nascono ora? / Che scusa troviamo / per questo disastro umano? /... / Che cosa abbiamo dimenticato? / Nella micidiale corsa, nella micidiale / notte. Come siamo soli! Perduti! / Come siamo aridi, vinti, gettati dentro / una ferita, nella dura pista terrestre».

Sono parole che, nella loro drammaticità, ci parlano di una condizione umana estrema, e nel 2005 eravamo ben lontani dalla solitudine collettiva di questi ultimi due anni: col passare del tempo queste parole, invece di svaporare, hanno acquistato nuova intensità. Ma più in generale, tutto ciò che Mariangela Gualtieri scrive ha la zampata della grande lirica, non nella forma, che può a volte apparire scabra, quasi rinunciataria di fronte alle lusinghe della retorica,  ma nella sostanza, fino a identificarla, come detto, con una delle grandi voci di questo tempo. Alla fine, il prolungato, commosso applauso, era un abbraccio, la gioia del ritrovarsi, dell'essere insieme, forse, del guardare avanti con un po' di speranza in più.

 

 

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