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FURTO

Licenziata la dipendente che rubava libri dalla Biblioteca Malatestiana

I fatti risalgono all'estate del 2016

Foto tratta dal film Storia di una ladra di libri

E’ stata licenziata per giusta causa la dipendente della Biblioteca Malatestiana che era stata accusata di furto dopo che la Polizia di Stato aveva scoperto nella sua abitazione numerosi libri e altro materiale provenienti dalla Biblioteca. A due anni di distanza dall’avvio della vicenda, e dopo che il procedimento penale si è concluso una sentenza di condanna da parte del Tribunale di Bologna, oggi è arrivato all’epilogo anche il procedimento disciplinare.

Con la notifica del provvedimento alla diretta interessata, si è conclusa – con licenziamento per giusta causa – la vicenda della dipendente della Biblioteca Malatestiana, già condannata con sentenza del Tribunale di Bologna, resasi responsabile del furto di materiali di proprietà della Biblioteca stessa. I fatti risalgono all'estate del 2016. L’Ufficio associato interprovinciale per la prevenzione e la risoluzione delle patologie del rapporto di lavoro del personale dipendente, titolare del procedimento disciplinare, ha ritenuto infatti che la condotta tenuta dalla dipendente in questione abbia leso irrimediabilmente il rapporto fiduciario che deve sussistere tra Ente datore e lavoratore nell’ambito del rapporto di lavoro. Comportamento che ha costituito un inadempimento di tale gravità da escludere la possibilità della continuazione, anche provvisoria, del rapporto di lavoro costituendo, quindi, giusta causa di licenziamento.

La vicenda, come anticipato, risale all’estate del 2016 quando, dopo aver riscontrato la sparizione anomala di alcuni materiali dall’istituzione a lei affidata, la dirigente del Settore Biblioteca Malatestiana, Cultura e Turismo Elisabetta Bovero aveva denunciato l’accaduto alla Polizia di Stato. Immediatamente erano partite le indagini che hanno portato alla scoperta, in casa della dipendente oggi licenziata, di numerosi libri e altri documenti di proprietà della Biblioteca.

L'Amministrazione comunale da subito comunicò la volontà di affrontare il caso con la maggiore severità possibile, sia sotto il profilo disciplinare, sia sotto quello giuridico, interessando della questione l’allora Ministro per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione Maria Anna Madia e decidendo – lo scorso anno – di costituirsi parte civile subito dopo che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna aveva comunicato di aver avviato un’azione penale nei confronti della dipendente in questione; procedimento, questo, conclusosi con la condanna della dipendente e con l’integrale risarcimento del danno.

"Oggi - spiega il sindaco Lucchi - siamo arrivati alla conclusione anche del procedimento disciplinare (riaperto il 4 maggio u.s., dopo che era stato sospeso in attesa della conclusione di quello penale) che, a nostro avviso in maniera giusta, stabilisce come comportamenti quali quelli tenuti dalla dipendente in questione non possono essere tollerati, a maggior ragione per chi lavora in un ente pubblico".

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