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Marino Biondi propone una parafrasi di Dante

“Quei primi 21 versi della preghiera che ho parafrasato per la Zaccagnini - commenta Marino Biondi - tanti li conoscono a memoria, ma per non mettere nessuno in difficoltà ho fatto una versione elementare che non si distacca minimamente dal campo semantico dei versi di Dante, che hanno una potenzialità teologica enorme"

Foto Meeting Rimini

Una preghiera. Dolcissima, infusa della sapienza e del fervore dei padri della Chiesa, ma così vicina al cuore di ciascuno da emozionare anche chi avrebbe potuto trovare arduo inoltrarsi nell’italiano dantesco.

“Vergine Madre, figlia del tuo figlio…”, ossia l’inizio del XXXIII canto del Paradiso, in cui san Bernardo si rivolge alla Vergine e la invoca perché interceda per il pellegrino Dante in modo che possa godere della piena visione di Dio. Su richiesta dell’associazione Zaccagnini, Marino Biondi, già docente di Letteratura Italiana all’Università di Firenze e conferenziere amatissimo, ne ha fatto una versione parafrastica, ossia un adattamento riproposto con parole proprie, che è diventata il messaggio d’augurio dell’associazione. Una versione che si accompagna a quella classica di Natalino Sapegno del 1985.

Nell’anno del settecentesimo della morte del Sommo Poeta (1321) quale miglior augurio se non un suo messaggio d’amore dedicato a una madre in cui “si raccoglie / tutta la bontà che può essere in una creatura…”?.  

“Quei primi 21 versi della preghiera che ho parafrasato per la Zaccagnini - commenta Marino Biondi - tanti li conoscono a memoria, ma per non mettere nessuno in difficoltà ho fatto una versione elementare che non si distacca minimamente dal campo semantico dei versi di Dante, che hanno una potenzialità teologica enorme. Una preghiera tessuta di figurazioni teologiche e del più vertiginoso stile liturgico-celebrativo. Il Santo si rivolge alla Vergine e le dice tu che sei una creatura creata a tua volta diventi natura creante di Dio. Umile e alta. Scelta tra tutte le donne in virtù della tua umiltà sei stata sollevata così in alto”. 

“La mia parafrasi - aggiunge Marino Biondi - si ferma ai primi 21 versi poiché sarebbe stato molto più complicato se avessimo dovuto riproporre in parafrasi tutto il canto. Un’impresa sia comprenderlo che trascriverlo”. Di quali commenti si è servito il professor Biondi per articolare la sua versione della preghiera di san Bernardo? “Mi sono rifatto a due annotazioni recenti, l’ultima edizione del Sapegno e il commento, forse il più vasto, della dantista Anna Maria Chiavacci, cattolica fervente, la cui esegesi del Paradiso è particolarmente ricca. Ma occorre evidenziare che le fonti sono, praticamente, tutti i Padri della Chiesa”.

“Il canto - spiega Biondi - si conclude con la parola Amore che è il perno attorno a cui ruota interamente la Commedia. L’ultimo verso: ‘l’amor che move il sole e l’altre stelle’ sigilla la terza Cantica e il Poema che nell’Amore ha il suo perno”.

Per molti esegeti la Commedia è uno dei grandi poemi dell’umanità che ancora si possono leggere e comprendere così come sono stati scritti, ma occorre una certa dimestichezza con il volgare dell’epoca e con l’immensità delle figure retoriche di cui è composto. Le parafrasi, dunque, non sono inutili. Ricordiamo che parti della Divina Commedia esistono anche in versioni in dialetto romagnolo. L’ultima è del 2020 e porta la firma di Gianfranco Bendi.

 

Trascrizione parafrastica

«Vergine Madre, figlia del tuo stesso Figlio,
il Cristo che è Dio,
tu che sei la più umile e la più alta, scelta ed esaltata,
tra le creature umane,
termine fermo dall’eternità della sapienza
di Dio padre,
tu sei quella che ha infuso una sì grande nobiltà
nella natura umana
che il Creatore non recusò con sdegno, e accolse
benevolmente,
di diventare Lui creatura di Lei, facendosi carne.
Nel tuo grembo si riaccese l’amore tra Dio e l’uomo
e grazie a questo ardore nella pace eterna
è germogliato questo fiore, la rosa celeste dei beati.
Qui per noi tu sei una fiaccola ardente
come sole meridiano e lucente di carità
e sulla Terra, fra i mortali,
sei una inesauribile fonte di speranza.
Donna, tu sei così grande e tale il tuo valore,
tale la tua potenza presso Dio,
che chi volesse una grazia e a te, per intercessione,
non ricorresse,
sarebbe come se il suo desiderio volesse volare
senza avere le ali.
La tua bontà non solo risponde
a chi pone la domanda di una grazia, ma molte volte
quella richiesta di grazia spontaneamente anticipa.
In te vi sono misericordia, in te pietà,
in te la facoltà di operare cose grandi,
in te si raccoglie
tutta la bontà che può essere in una creatura.»
Amen.

Marino Biondi, Firenze, Natale 2021

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