Messaggio per Rosetta e Andrea, i genitori del giovane che si è tolto la vita venerdì scorso

Al termine della Messa presieduta dal vescovo Douglas per il funerale di Antonio, il giovane 18enne che venerdì scorso si è tolto la vita, nella chiesa di San Domenico, gremita come poche volte accade, il padre del giovane ha preso la parola cercando un dialogo con tutti i presenti, ma come se fosse uno a uno. Un lungo colloquio di cui riferiamo tra poco con altro servizio. 

A un certo punto, citando i tantissimi messaggi ricevuti, ha invitato due suoi amici, Elena e Andrea Braschi, a leggere una lettera ricevuta ieri. Di seguito il testo. 

Carissimi Rosetta e Andrea vi abbracciamo con immenso affetto. Non è vero che in momenti così tristi non esistono le parole, è solo un modo semplice e sbrigativo di evitare il dolore e l’imbarazzo che si provano di fronte a questo baratro. Le parole sono anzi l’unico modo per esprimere l’amore e la tenerezza che proviamo in questo momento, magari è più semplice scriverle che pronunciarle ora che siamo avvolti da questa emozione così forte.

In queste ore non possiamo fare a meno di pensarvi, stretti nel vostro dolore, e vorremmo esservi vicini, accarezzare Andrea, Pietro Augusto e Luca con la mano gentile dell’amore e vorremmo, ancor di più, riuscire a lenire un po’ del dolore che una mamma, presente e premurosa, come Rosetta può provare e che forse solo la Vergine Maria ai piedi della croce può aver sentito. È giusto piangere tutte le lacrime possibili. Noi con voi, voi con noi.

E proprio ora in cui tante persone si ostinano a interrogarsi sul perché e sul come sia potuto succedere questo dramma, quasi a voler esorcizzarne la portata, non lasciamo che la disperazione abbia il sopravvento, non abbandoniamo la lotta e rialziamo la testa. Il sacrificio di Antonio non può e non deve essere vano, non ci sono colpe e spiegazioni, aggrappiamoci ai 18 anni che avete passato assieme, pieni di gioie, soddisfazioni ed emozioni che solo l’esuberanza della gioventù e la tenerezza dell’infanzia riescono a darci.

Questi nostri ragazzi, che spesso rimangono intrappolati in gabbie di appiccicose ragnatele, se solo sapessero quanto facile sarebbe uscirne! Povere stelle che sentono come bambini, ragionano come ragazzi ma soffrono come adulti. In questa loro terra di mezzo è facile rimanere prigionieri, con demoni e macigni che sembrano enormi ma non lo sono. Ho assunto tanto tempo fa, come Padrino, un impegno con Luca e mi spiace non essere stato all’altezza del mio compito, lasciando che gli affanni e gli impegni della vita diluissero i nostri incontri. Purtroppo la vita tende sempre a scivolarci via come l’acqua fra le mani e pensiamo sempre di avere tempo più avanti. Che errore!

La rabbia, i singhiozzi e i gemiti di questi giorni non basteranno a dare un senso a questa vita spezzata, lo sappiamo per certo perché un senso umano non c’è. C’è solo il valore di un gesto estremo che ci deve dare maggiori responsabilità, a tutti quanti, per ricostruire le vostre vite, che ora vi sembrano irrimediabilmente compromesse, con amore e pazienza e con l’aiuto di tutti noi. Facciamo in modo che la luce vinca sulle tenebre e la gioia sull’immensa tristezza. Riscopriamo assieme il modo di essere uniti e rendiamo il sacrificio di Antonio davvero comprensibile. Essere un’unica e grande famiglia è la vera sfida che si apre all’orizzonte per tutti noi e a voi genitori questa cosa sembra sicuramente troppo grande per essere affrontata.

Sappiate che è davvero così. E' troppo grande per farlo da soli, ma assieme si può e si deve, per l’amore che vi lega tra di voi, ai vostri figli e a tutti noi. Noi ci saremo sempre!