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Emergenza sanitaria e anziani

Morti per Coronavirus a Cesena e Valle Savio, il 57 per cento nelle Rsa

Più della metà dei decessi per Coronavirus nel territorio è avvenuto nelle Residenze per anziani. A dare i dati, in apertura del Consiglio comunale di oggi, è stato il sindaco di Cesena Enzo Lattuca

Consiglio comunale Cesena 2019 - Foto Sandra e Urbano

Più della metà dei decessi per Coronavirus nel territorio è avvenuto nelle Residenze per anziani. A dare i dati, in apertura del Consiglio comunale di oggi, è stato il sindaco di Cesena Enzo Lattuca.

Nei prossimi giorni, ha precisato il sindaco, i dati evolveranno in una relazione dettagliata che verrà messa a disposizione di tutti i Consiglieri e della Commissione consigliare competente (la 4°).

“Nei Comuni dell’Unione Valle Savio, a fronte di 494 casi positivi totali, 63 sono riconducibili ad ospiti in strutture per anziani (sul totale di 500 ospiti). Di questi 29 sono purtroppo deceduti, mentre il totale dei decessi per Coronavirus nel territorio dell’Unione è di 51 persone. Quindi il 57 per cento dei decessi per Coronavirus, ad oggi, nei Comuni dell’Unione è di ospiti in strutture per anziani. Un’analisi veloce ci porta poi a dire che il tasso di letalità degli ospiti delle Rsa è di circa il 50 per cento (29 deceduti su 63 positivi al virus), mentre per quanto riguarda la restante parte della popolazione la percentuale della letalità è di 10 volte inferiore, pari al 5 per cento”.

Lattuca ha poi passato in rassegna i punti di debolezza delle Rsa, tra cui il fatto che alcune unità di personale lavorano in più strutture (questa prassi è stata ovviamente interrotta nel corso di questi mesi, per evitare che l’operatore potesse essere vettore del virus da una struttura all’altra) e la carenza di dispositivi di protezione individuale, arrivati con molto ritardo.

Il Comune l’11 aprile scorso ha lanciato un appello a tutte le persone dotate di qualifica professionale adeguata per poter fornire alle strutture un elenco di persone disponibili, garantendo loro un alloggio gratuito qualora venissero da fuori città. Questo ha prodotto un elenco di oltre 170 persone, gestito e coordinato da ASP Cesena-Valle Savio. A ieri l’altro, 10 di queste persone sono state assunte dalla cooperativa “Don Baronio” e un operatore Oss dalla “Maria Fantini”.

“Il secondo strumento utilizzato – ha aggiunto il sindaco – è stato il comandare personale tra enti pubblici. Mentre l’Asl non poteva, dal punto di vista normativo, comandare il proprio personale verso strutture private, ha potuto farlo per il tramite di Asp. Questo ha consentito a personale Asl di prendere servizio presso il Don Baronio. Infine, la Protezione Civile nazionale ha inviato 6 infermieri all’Asl Romagna, 3 dei quali per un periodo hanno prestato servizio presso il Don Baronio”.

Il primo cittadino ha passato poi in rassegna le risposte adottate, giorno per giorno, alla “Maria Fantini”, al “Don Baronio”, al Roverella e alla comunità alloggio “Villa Lieto Soggiorno”.

“In linea generale, nonostante non sia prevista dalle indicazioni regionali e ministeriali l’esecuzione di tamponi a tappeto, il Dipartimento di Sanità Pubblica della nostra Asl ha adottato la prassi di procedere nell’immediato all’esecuzione dei tamponi a tutti gli ospiti e a tutti gli operatori delle strutture residenziali per anziani e disabili qualora venga individuato un primo caso di positività. Inoltre la massima attenzione è stata dedicata ad individuare precocemente eventuali collegamenti tra persone sintomatiche sotto sorveglianza e gli operatori delle stesse case di riposo. Nelle ultime settimane è stato poi effettuato su tutte le Cra del territorio di Cesena lo screening rapido (test sierologici) e si sta concludendo la chiamata per le strutture appartamento (le più piccole). In una prima fase i test rapidi sono stati eseguiti presso gli ambulatori ASL dedicati allo scopo, poi per rendere più veloce il controllo si è provveduto a formare un medico referente per struttura e sono stati forniti i kit. Ogni struttura, terminata l’indagine sui propri operatori, invia un report predefinito che alimenta il database aziendale”.

Questi screening saranno ripetuti dalla metà della prossima settimana.

Da ultimo, il primo cittadino di Cesena ha respinto l’ipotesi che quanto sia accaduto sia da legare a carenze nei controlli: “Non credo sia in alcun modo connesso con ciò che è accaduto in queste strutture. L’attività di controllo nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali è basata su un sistema uniforme, previsto dalla legge regionale, di attività integrate tra l’Asl e l’Unione dei Comuni, a partire dall’autorizzazione al funzionamento, che viene rilasciata da un’apposita commissione tecnica composta da professionisti esperti”.

“Anche il monitoraggio e la vigilanza in itinere, oltre ai controlli, si basano su un sistema integrato tra Asl e Unione dei Comuni, esercitato costantemente mediante richiesta di informazioni, ispezioni e controlli costanti sulle strutture e sui servizi. Naturalmente noi abbiamo di fronte diverse fasi: la fase (che continua in queste strutture e che speriamo non precipiti) dell’emergenza; una fase da programmare e da pensare per l’autunno, e poi il futuro. Il futuro dei servizi di assistenza, delle strutture che assistono gli anziani non autosufficienti. Un futuro che non sarà per molti aspetti simile a quello che è stato il passato e anche il presente così tragico”.

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