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Movimento turistico 2020, l'anno peggiore nella storia del turismo moderno

I dati dell'Osservatorio economico della Camera di Commercio della Romagna

Movimento turistico 2020, l'anno peggiore nella storia del turismo moderno

Secondo i dati dell'Osservatorio economico della Camera di Commercio della Romagna la pandemia in atto determina dati negativi per il movimento turistico nel 2020, rispetto al 2019, nell’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini. 
Le cause sono da individuare nei decreti restrittivi sui movimenti delle persone, nella riduzione della capacità di spesa degli italiani e nella diminuzione degli spostamenti per timore del contagio. In fortissima diminuzione, soprattutto, il turismo proveniente dall’estero. Tutti i mesi, eccetto gennaio e febbraio, vedono risultati negativi, anche se agosto e settembre, e in parte luglio, riescono a contenere le perdite.

 

I dati provvisori relativi al movimento turistico nell’anno 2020, per l’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, rilevano una forte diminuzione annua degli arrivi (2.719.756 unità) del 44,9% e delle presenze (12.253.505 unità) del 43,5%: la clientela straniera è quella che ne risente maggiormente, facendo segnare un -67,3% negli arrivi e un -67,9% nelle presenze, mentre risulta più ridotto il calo del turismo nazionale (-39,3% di arrivi, -36,4% di presenze).

 

“Secondo l'Organizzazione Mondiale del Turismo, a causa della pandemia da Covid-19, nel 2020 il settore ha perso, a livello globale, 1.300 miliardi di dollari e, rispetto al 2019, il 74% degli arrivi internazionali. Dati questi che fanno dello scorso anno il peggiore nella storia del turismo moderno. Un anno anche che rappresenta un vero e proprio punto di caduta perché interrompe una crescita che durava da decenni, se si eccettua il rallentamento dovuto alla crisi globale del 2008-2009 – dichiara Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna -. Anche i dati dei nostri territori fanno registrare forti diminuzioni negli “arrivi” e nelle “presenze”, con ricadute molto pesanti sugli operatori del settore, sulle filiere a monte e a valle e su gran parte dell’economia territoriale. Per favorire la ripresa occorre ridare impulso alla realizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali di supporto, a partire da quelle che migliorano la capacità di apertura e scambio e, di fatto, rendono più competitivi e attrattivi i nostri territori. Va anche, poi, ricordato che la scorsa estate, appena gli effetti della pandemia hanno iniziato a rallentare, i turisti italiani sono tornati a premiare le nostre località con una crescita sensibile di arrivi, che ha rappresentato un segnale particolarmente incoraggiante".

"Ovviamente - prosegue Zambianchi - la capacità di risposta contingente non basta. Il rilancio, che dobbiamo essere in grado di innescare e di consolidare, passa attraverso ogni forma di innovazione e, soprattutto, passa attraverso forti iniziative di valorizzazione del Made in Italy. Aggiungo che tutto il settore turistico deve potersi giovare delle nostre specializzazioni strategiche, a partire dalle filiere più collegate e tradizionali, che rappresentano uno degli assi portanti del nostro mix economico. Detto con parole semplici e chiare, occorrono nuovi investimenti e nuove politiche di utilizzo dei Fondi Europei, che sono funzionali ad una visione sinergica. Penso, per esempio, a una ristorazione e a un’industria dell'alimentazione che siano concretamente integrabili con cultura e sostenibilità ambientale.

Movimento turistico in provincia di Forlì-Cesena

I dati provvisori relativi al movimento turistico nell’anno 2020, per la provincia di Forlì-Cesena,rilevano una forte diminuzione annua degli arrivi (667.185 unità) del 41,7% e delle presenze (3.222.810 unità) del 40,7%: la clientela straniera è quella che ne risente maggiormente, facendo segnare un -70,2% negli arrivi e un -70,4% nelle presenze, mentre risulta più ridotto il calo del turismo nazionale (-36,4% di arrivi, -34,1% di presenze).

Eccetto gennaio e febbraio, dove gli effetti della pandemia non si erano ancora manifestati, tutti i mesi registrano risultati negativi; nel periodo estivo si riscontrano le perdite minori, con agosto che fa segnare “solo” un -3,0% degli arrivi e un -13,2% delle presenze, settembre che chiude con un -19,8% di arrivi e -16,8% di presenze e luglio con un -21,1% negli arrivi e un -36,4% nelle presenze.

Presenze in calo, ovviamente, in tutti i comuni. Riguardo alle località balneari: -40,9% a Cesenatico, -40,5% a Gatteo, -34,8% a San Mauro Pascoli e -31,7% a Savignano sul Rubicone. Con riferimento ai grandi comuni: -43,0% a Forlì e -39,8% a Cesena. Per ciò che concerne le località termali: -45,2% a Bagno di Romagna, -52,8% a Bertinoro e -59,8% a Castrocaro Terme e Terra del Sole. In diminuzione anche le presenze nei comuni dell’Appennino forlivese (-41,4%) e nei comuni cosiddetti collinari (-37,5%).

 

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