Nel giorno della festa della donna...

A volte la cruda applicazione della legalità fa stringere il cuore e abbatte le nostre certezze. Ieri 8 marzo, festa internazionale della donna, mi trovavo sull'autobus 21 a Gambettola, in direzione di Cesena centro. È ormai buio, sono le 18,30 e a una fermata salgono sei donne cinesi sulla quarantina. Sono, in maniera evidente, lavoratrici a fine turno. Appena le donne straniere prendono posto, l'autista chiede loro il titolo di viaggio. Le donne lo mostrano, ma non risulta idoneo. Vengono  invitate gentilmente dall'autista a munirsi di regolare biglietto. Le donne non fanno nessuna resistenza. Cercano il portamonete. Solo due di queste hanno il denaro sufficiente per acquistare il biglietto.

Morale: quattro di queste sono scese e si sono incamminate a piedi nel buio della sera. Io, muto spettatore, non ho potuto far altro che pensare che forse si poteva chiudere un occhio. Si trattava di donne con in mano la mimosa il giorno della loro festa per non dimenticare quanto siano state discriminate nella storia. Mi sono vergognato di essere un uomo abitante nella civilissima e accogliente Cesena.