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natale 2020

Nel presepe della Cils, la Natività è su una zattera

La burrasca non è finita, dicono dalla Cils. Ci si salva soltanto restando uniti

Nel presepe della Cils, la Natività è su una zattera

Si rinnova, come da tradizione, l’appuntamento con il presepe che gli ospiti della comunità residenziale “Fabio Abbondanza” di via Boscone allestiscono all’interno della struttura, prendendo il posto dei pastori e scegliendo insieme agli operatori un nuovo paesaggio per rappresentare la natività.

Quest’anno, visto il valore ancora più importante e simbolico, non poteva esimersi dal rappresentare anche ciò che più ha preoccupato e costretto gli utenti della struttura a ridurre all’osso e poi chiudere completamente i rapporti sociali con l’esterno: il Coronavirus.

Nel difficile periodo in cui la casa colonica è stata il loro unico punto di riferimento, i ragazzi e gli operatori della comunità hanno fatto fronte al Covid-19 portandoci dentro loro stessi perché “chi conosce bene la sofferenza – dice uno degli operatori socio sanitari della struttura, Luigi Bray - è più pronto ad affrontarla a muso duro, come recitava una canzone di Pierangelo Bertoli”. 

Nel presepe sono riprodotti tutti i continenti, ogni ragazzo è in uno di loro, e al centro una zattera con sopra la natività. “Una chiatta – prosegue Bray - fatta di canne per tutti i diseredati del mondo, per gli ultimi, per quelli che hanno le soglie chiuse, per quelli che non si arrendono e lottano, perché questo virus ci sta rubando il tempo ma non la speranza. Nessuno al momento può sapere come sarà il mondo dopo questa pandemia, se migliore o peggiore. Però sicuramente tra le parole del futuro ci saranno fiducia, custodia e affidamento. Chi è in mare aperto sa bene che si deve affidare ad un Dio, alle forze della natura o ad un altro essere umano. Nessuno di noi può farcela da solo”. 

"La burrasca non è finita  - dicono dal centro residenziale della Cils che ha dovuto serrare le proprie porte per ridurre al minimo la possibilità di contrarre il virus -. E finora così è stato, però il prezzo a livello emotivo e psicologico è stato altissimo e, come per tutto il resto, ci si salva soltanto se si resta uniti nella fede e nella speranza, anche e nonostante il distanziamento".

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