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Economia

Nel territorio delle province di Forlì-Cesena e Rimini, un’impresa su tre è artigiana

I dati elaborati dalla Camera di commercio della Romagna confermano la rilevanza, la diffusione e la centralità dell’artigianato

Nel territorio delle province di Forlì-Cesena e Rimini, un’impresa su tre è artigiana

Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Informazione economica della Camera di commercio della Romagna, su dati Infocamere, la dinamica anagrafica nell’anno 2020 evidenzia, nelle due province, Forlì-Cesena e Rimini, 1.203 iscrizioni e 1.395 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), con un saldo negativo di 192 unità, sostanzialmente sovrapponibile a quello registrato nel 2019 (-191 imprese).

Il tasso di crescita annuale delle imprese artigiane registrate è pari al -0,89% (-0,90% Emilia-Romagna, -0,37% Italia).

Al 31 dicembre 2020 le imprese artigiane attive sono 21.240, in diminuzione dello 0,9% rispetto al 2019, dato complessivamente in linea con la dinamica regionale (-0,9%) e peggiore di quello nazionale (-0,3%). Le imprese artigiane attive rappresentano circa un terzo (il 30,2%) del totale delle imprese attive provinciali, a fronte del 31,2% della regione e al 24,9% dell’Italia.

Dal focus sulla provincia di Forlì-Cesena si apprende che nel corso del 2020, in provincia, si sono iscritte 590 imprese artigiane e se ne sono cancellate 741 (al netto di quelle d’ufficio): il saldo è negativo per 151 unità (nel 2019 fu negativo per 89 imprese).

Il tasso di crescita annuale delle imprese registrate è pari al -1,27%, peggiore del dato regionale (-0,90%) e nazionale (-0,37%).

In provincia di Forlì-Cesena l’artigianato appare rilevante, diffuso e centrale nella struttura economica del territorio: al 31 dicembre 2020, infatti, il 32,3% delle imprese attive totali è artigiana, a fronte del 31,2% dell’Emilia-Romagna e al 24,9% dell’Italia. Alla data in esame sono presenti 11.748 imprese artigiane attive, in calo dell’1,3% rispetto al medesimo periodo del 2020 (-0,9% Emilia-Romagna, -0,3% Italia).

Con riferimento ai settori di attività economica, le imprese artigiane delle Costruzioni (che costituiscono il 38,7% del totale delle imprese artigiane in provincia) risultano stabili nel corso dell’anno (+0,2%), tendenza che si manifesta dopo diversi anni di segni negativi e si conferma nel corso del 2020. Quello delle Costruzioni è un settore centrale per l’artigianato provinciale: oltre a costituire, infatti, circa il 40% dell’artigianato locale si caratterizza per la rilevante intensità di imprese artigiane (8 imprese su 10 che operano in edilizia sono artigiane). Al suo interno è necessario distinguere le dinamiche dei suoi comparti principali: le attività di Costruzione di edifici risultano in flessione del 2,4%, mentre le imprese artigiane dedicate ai lavori di costruzione specializzati (che costituiscono circa l’86,0% del settore e ove rientrano le attività di impiantistica) sono cresciuti dello 0,5% su base annua.

Nel settore Manifatturiero operano, invece, il 21,3% delle imprese artigiane (-2,9% la dinamica), il 13,0% nelle “Altre attività di servizi” (-2,7%), l’8,3% nel Trasporto e magazzinaggio (-4,6%). Il settore delle “Altre attività di servizi” comprende iniziative imprenditoriali prevalentemente rivolte alla persona (acconciatori, lavanderie, centri benessere) e si caratterizza per l’elevata intensità artigiana (l’85,6% delle imprese del settore è artigiana).

Con riferimento alle aggregazioni territoriali della provincia di Forlì-Cesena, la dinamica delle imprese artigiane nel comprensorio di Cesena (che costituisce il 55,1% delle imprese artigiane totali della provincia) risulta in flessione (-1,2% rispetto al 31 dicembre 2019). Nel Comune di Cesena (che costituisce il 22,2% dell’artigianato provinciale), le imprese artigiane attive sono in flessione dell’1,6%. Nel comprensorio forlivese (dove si concentra il 44,8% delle imprese artigiane provinciali) la flessione è stata dell’1,4% nei 12 mesi precedenti (-0,5% per le imprese artigiane con sede nel Comune di Forlì). Nelle vallate si localizza il 19,3% delle imprese artigiane totali, in flessione del 2,5% rispetto al medesimo periodo del 2019. Nell’area del Basso Rubicone (area notoriamente caratterizzate da un’elevata presenza di attività e imprese artigiane N.d.R.), infine, la dinamica imprenditoriale è in flessione (-0,5%), ma in modo minore rispetto al dato provinciale.

Le ditte individuali, che rappresentano la maggioranza delle forme giuridiche artigiane (il 72,1%), sono in flessione dell’1,0%. Le società di capitale, invece, sono in aumento del 3,9%, con una dinamica sovrapponibile a quella degli altri territori di riferimento (Emilia-Romagna e Italia) e costituiscono il 7,3% delle imprese artigiane provinciali. 

"La buona notizia consiste nel fatto che, nonostante la gravità della situazione causata dal Covid-19, i dati attestano una “sostanziale tenuta” delle imprese artigiane, in termini numerici e ciò, per di più, all’interno di un trend di medio periodo di progressivo ridimensionamento del settore – commenta Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna –. Resta però motivata preoccupazione per l’equilibrio economico e finanziario di tantissime imprese di dimensioni piccole e piccolissime. Tutto questo pone le imprese artigiane fra quelle più vulnerabili e fa temere la perdita di una quota rilevante di posti di lavoro. Quella attuale è una fase molto delicata per un settore che rappresenta gran parte del nostro tessuto economico e che lo scenario attuale pone di fronte a cambiamenti profondi e radicali. Come ho già avuto modo di dire anche in altre occasioni, però, questa nostra realtà può trovare proprio nelle dimensioni ridotte un fattore agevolante nel processo di adeguamento alle nuove esigenze di mercato. I dati che abbiamo raccolto dimostrano che ci troviamo di fronte a tantissimi imprenditori che hanno grande capacità di “fare impresa”, coraggiosi e in grado di andare avanti. Detto ciò, va anche rilevato che gli imprenditori artigiani non devono poter contare solo sulle loro forze, occorre “sostenerli”, anche nell’attivazione di quegli strumenti di innovazione che risultano strategici, soprattutto per questa tipologia di imprese. La sfida che dobbiamo vincere, come Istituzioni e Imprese, è proprio quella di “rigenerare” il sistema imprenditoriale, trovando una “fisiologica quadratura” tra esigenze di sopravvivenza e nuovi modelli, che rendano le piccole imprese più competitive da ora e per il futuro, costruendo nuove e concrete opportunità, a partire dallo scenario futuro che siamo già in grado di intravedere, almeno in parte. Nel fare tutto ciò occorre, parimenti, saper salvaguare i valori, la capacità di presidio territoriale, la creatività e le specializzazioni che hanno sempre contraddistinto, nel bene, tantissima parte del nostro artigianato".

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